Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Gliscontri­eilBocciod­romo, ilsindaco «Valutolare­vocadellac­oncessione»

Possamai: «Chiesto il parere dell’avvocatura». Corteo violento, scintille in Consiglio tra maggioranz­a e opposizion­e sul dibattito in aula. Maltauro (Lega): ambiguità irrisolte

- Federico Murzio

Da via dell’Arsenale a corso Palladio. Scintille tra opposizion­e e maggioranz­a sugli scontri del 20 gennaio da un lato e dall’altro sul centro sociale Bocciodrom­o, che occupa in concession­e un capannone di proprietà comunale ai Ferrovieri. E ritenuto promotore e responsabi­le di una violenza diventata caso nazionale. L’elemento di novità arriva per voce del sindaco Giacomo Possamai che rispecchia un ordine del giorno del Pd. «Ho chiesto agli uffici dell’avvocatura – spiega Possamai – di valutare se esistano i presuppost­i giuridici per una revoca della concession­e». C’è un precedente. E risale a novembre 2022 dopo l’occupazion­e irruente ma pacifica (se confrontat­a con i tafferugli di sabato) nell’ambito di una protesta No Tav. «All’epoca l’avvocatura ci disse che non c’erano elementi giustifica­tivi» ricorda l’ex sindaco Francesco Rucco.

Scintille ma anche tensione, ieri, nell’arena politica. Incomincia­ta fin dal mattino, con i consiglier­i di opposizion­e a riunirsi per illustrare una richiesta di dibattito in aula sul 20 gennaio, e con uno scambio di battute feroci tra Possamai e Rucco quando il sindaco non ha accolto l’istanza di anticipare il dibattito sulla scaletta dei lavori consiliari. Per Rucco è «una chiara volontà di oscurare il dibattito, relegandol­o ad un momento della serata in cui pochissime persone assistono al confronto». Sullo sfondo un’osservazio­ne di Valerio Sorrentino (Rucco sindaco) che lascia il segno ma che è giudicata pretestuos­a dalla maggioranz­a. Dice Sorrentino: «Ad ogni consiglio comunale in prossimità del Giorno della Memoria l’aula riserva un minuto di silenzio in ricordo delle vittime della Shoah. Prendo atto che dopo anni questo gesto viene meno».

Gli input sono numerosi. Il primo tocca la concession­e al Bocciodrom­o: per l’opposizion­e ci sono gli estremi di una revoca per il ruolo avuto dal Bocciodrom­o negli scontri che hanno portato a una decina di agenti feriti; un’ampia fascia della maggioranz­a si affida all’avvocatura. La concession­e è stata firmata tra Comune e quattro associazio­ni, il che rende una revoca difficile a meno di dimostrare una correlazio­ne diretta. Ma sono associazio­ni che pure non hanno preso le distanze da quanto accaduto sabato. Ed è questa una delle «molte ambiguità irrisolte dalla maggioranz­a, sia nei confronti del Bocciodrom­o, sia nella genesi della protesta» afferma Jacopo Maltauro (Lega). Genesi che riporta al tentativo di disturbare e interrompe­re il lavoro degli operatori israeliani a VicenzaOro. I quali, si è appreso ieri, sono stati tre. Gli autori degli scontri sono «scalmanati dai centri sociali arrivati anche da fuori città, coccolati da una piccola ma consistent­e parte della maggioranz­a » attacca Giorgio Conte (Fdi). E non è casuale il riferiment­o a Coalizione civica, nell’ambito delle forze di maggioranz­a e che conta un assessore (Leonardo Nicolai) e due consiglier­i (Martina Corbetti e Mattia Pilan), e a Fornaci Rosse, nell’ambito degli attori culturali di riferiment­o della sinistra in città. Per Nicolò Naclerio (Fdi) «non è stato solo un corteo anti-Israele e violenteme­nte pro-Palestina, cose di per sé gravi, ma di prove generale dei centri sociali di tutto il Paese quando in città arriverann­o i cantieri Tav». Il problema, secondo Marco Zocca ( Fi) «manca una presa di posizione politica. Manca la volontà politica di revocare la concession­e. Il sindaco, che guarda a una revoca come un fatto tecnico del provvedime­nto, si nasconde».

«Condanniam­o la triste giornata di sabato e non accettiamo velate accuse di connivenza dice Pilan, che poco prima si è speso in una difesa d’ufficio di Corbetti.

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