Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
GliscontrieilBocciodromo, ilsindaco «Valutolarevocadellaconcessione»
Possamai: «Chiesto il parere dell’avvocatura». Corteo violento, scintille in Consiglio tra maggioranza e opposizione sul dibattito in aula. Maltauro (Lega): ambiguità irrisolte
Da via dell’Arsenale a corso Palladio. Scintille tra opposizione e maggioranza sugli scontri del 20 gennaio da un lato e dall’altro sul centro sociale Bocciodromo, che occupa in concessione un capannone di proprietà comunale ai Ferrovieri. E ritenuto promotore e responsabile di una violenza diventata caso nazionale. L’elemento di novità arriva per voce del sindaco Giacomo Possamai che rispecchia un ordine del giorno del Pd. «Ho chiesto agli uffici dell’avvocatura – spiega Possamai – di valutare se esistano i presupposti giuridici per una revoca della concessione». C’è un precedente. E risale a novembre 2022 dopo l’occupazione irruente ma pacifica (se confrontata con i tafferugli di sabato) nell’ambito di una protesta No Tav. «All’epoca l’avvocatura ci disse che non c’erano elementi giustificativi» ricorda l’ex sindaco Francesco Rucco.
Scintille ma anche tensione, ieri, nell’arena politica. Incominciata fin dal mattino, con i consiglieri di opposizione a riunirsi per illustrare una richiesta di dibattito in aula sul 20 gennaio, e con uno scambio di battute feroci tra Possamai e Rucco quando il sindaco non ha accolto l’istanza di anticipare il dibattito sulla scaletta dei lavori consiliari. Per Rucco è «una chiara volontà di oscurare il dibattito, relegandolo ad un momento della serata in cui pochissime persone assistono al confronto». Sullo sfondo un’osservazione di Valerio Sorrentino (Rucco sindaco) che lascia il segno ma che è giudicata pretestuosa dalla maggioranza. Dice Sorrentino: «Ad ogni consiglio comunale in prossimità del Giorno della Memoria l’aula riserva un minuto di silenzio in ricordo delle vittime della Shoah. Prendo atto che dopo anni questo gesto viene meno».
Gli input sono numerosi. Il primo tocca la concessione al Bocciodromo: per l’opposizione ci sono gli estremi di una revoca per il ruolo avuto dal Bocciodromo negli scontri che hanno portato a una decina di agenti feriti; un’ampia fascia della maggioranza si affida all’avvocatura. La concessione è stata firmata tra Comune e quattro associazioni, il che rende una revoca difficile a meno di dimostrare una correlazione diretta. Ma sono associazioni che pure non hanno preso le distanze da quanto accaduto sabato. Ed è questa una delle «molte ambiguità irrisolte dalla maggioranza, sia nei confronti del Bocciodromo, sia nella genesi della protesta» afferma Jacopo Maltauro (Lega). Genesi che riporta al tentativo di disturbare e interrompere il lavoro degli operatori israeliani a VicenzaOro. I quali, si è appreso ieri, sono stati tre. Gli autori degli scontri sono «scalmanati dai centri sociali arrivati anche da fuori città, coccolati da una piccola ma consistente parte della maggioranza » attacca Giorgio Conte (Fdi). E non è casuale il riferimento a Coalizione civica, nell’ambito delle forze di maggioranza e che conta un assessore (Leonardo Nicolai) e due consiglieri (Martina Corbetti e Mattia Pilan), e a Fornaci Rosse, nell’ambito degli attori culturali di riferimento della sinistra in città. Per Nicolò Naclerio (Fdi) «non è stato solo un corteo anti-Israele e violentemente pro-Palestina, cose di per sé gravi, ma di prove generale dei centri sociali di tutto il Paese quando in città arriveranno i cantieri Tav». Il problema, secondo Marco Zocca ( Fi) «manca una presa di posizione politica. Manca la volontà politica di revocare la concessione. Il sindaco, che guarda a una revoca come un fatto tecnico del provvedimento, si nasconde».
«Condanniamo la triste giornata di sabato e non accettiamo velate accuse di connivenza dice Pilan, che poco prima si è speso in una difesa d’ufficio di Corbetti.