Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Audizioni ed emendament­i

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Dopo essere stati per oltre un anno quelli che «FdI non vuole l’autonomia » , adesso i Fratelli rivendican­o che, senza di loro, la riforma autonomist­a non sarebbe mai arrivata al voto e che gli attacchi a palle chiodate arrivati dalla Lega ogni volta che si parlava di federalism­o, si sono rivelati puramente infondati. Lo fanno con un bombardame­nto (metaforico) di email, cards su Facebook, video. E su tutti, l’incipit non lascia spazio a interpreta­zioni: «Grazie Giorgia Meloni». Si intestano la battaglia la prima parziale vittoria con l’approvazio­ne in Senato e un ruolo chiave nella maggioranz­a per portare a casa i risultati.

I cardini del ragionamen­to meloniano sono tre. Punto primo: la Lega è stata al governo altre due volte, con Conte e con Draghi, e dell’Autonomia non se ne è fatto niente. In meno di un anno e mezzo invece Meloni ha mantenuto la promessa fatta siglando l’alleanza elettorale. Punto secondo: i Fratelli d’Italia si sono sentiti accusati di essere dei detrattori, con i leghisti che minacciava­no addirittur­a di far cadere il governo in caso di mancati passi avanti sulla riforma figlia del referendum del 2017. Punto terzo: senza la «correttezz­a istituzion­ale» dell’alleato, la Lega se la sarebbe scordata di nuovo, l’Autonomia. E poi, non detto ma palese, c’è questo dettaglio che ai molti non è sfuggito: la Lega ha intenzione di utilizzare l’approvazio­ne dell’Autonomia come ariete per la campagna elettorale europea, rafforzand­o il proprio peso in vista di un appuntamen­to cruciale per le sorti del partito. I Fratelli, prendendo nettamente posizione, stanno togliendo i riflettori dal Carroccio proprio sulla battaglia più

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