Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Antonov, ilministero condannato a risarcire i parenti delle vittime 28 anni dopo la strage
Tre fratellini kosovari rimasero orfani dei genitori
mancare ben prima della sentenza appena emessa dalla Corte d’Appello di Venezia. I tre fratellini Ademi, in quello sconvolgente disastro allo scalo scaligero di Villafranca, restarono orfani di entrambi i genitori e del quarto fratellino. Bajram aveva appena 13 anni, Suzana 12, Ibrahim 10: dopo l’atroce perdita simultanea di mamma e papà, i tre piccoli restarono bloccati nel loro paese d’origine, il Kosovo, in quel momento dilaniato dalle tensioni etniche, al punto che per portare i tre orfanelli al sicuro in Italia intervenne l’associazione dei Familiari delle vittime dell’Antonov con il presidente Francesco Zerbinati, che nell’incidente aveva a sua volta subìto la lacerante perdita della fidanzata.
Quella famigerata notte di Santa Lucia di 28 anni fa che sconvolse molteplici vite, un Antonov 24Rv si schiantò al suolo pochi secondi dopo il decollo dall’aeroporto Valerio Catullo, provocando la morte di 41 passeggeri, tra cui molti imprenditori veneti diretti in Romania per lavoro, e degli 8 membri dell’equipaggio. A distanza di tre decenni mancava la definitiva decisione della Corte d’Appello di Venezia, che si è ora espressa con una sentenza che condanna il Ministero dei Trasporti e delle Inf r a s t rut ture a paga re 377mila euro a testa ai tre fratelli kosovari rimasti orfani di mamma e papà oltre che del quarto fratello a bordo dell’Antonov con i genitori. Quanto ai due fratelli di Susanna Modesti, risarciti anche in qualità di eredi della mamma Maria Teresa venuta nel frattempo a mancare, otterranno in totale danni per 576 mila euro.
Questa sentenza si ricollega direttamente alla decisione assunta nell’aprile del 2022 dalla terza sezione civile della Cassazione che aveva accolto il ricorso di alcuni familiari delle vittime del disastro aereo di Verona contro la pronuncia della Corte d’Appello di Venezia
Somme maggiorate In totale, l’ammontare dei danni riconosciuti ai ricorrenti sfiora i due milioni di euro
adottate dal Tribunale di Milano, le quali prevedono importi più elevati. Gli Ermellini, dopo aver «cassato» la prima sentenza risarcitoria, aveva infine rinviato alla Corte di appello di Venezia «in diversa composizione » la corretta quantificazione del risarcimento attraverso un nuovo giudizio. Caso chiuso, finalmente. Dopo 28 anni.