Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Scontri al corteo pro Palestina il caso finisce in parlamento
Interrogazione diGiovine (Fdi) e Bizzotto (Lega). MartedìConsiglio teso
Due interrogazioni parlamentari sui centri sociali. La prima, in ordine di tempo, firmata da Silvio Giovine (Fdi), la seconda da Mara Bizzotto (Lega). Eppure, ciò che succede a Roma, oggi a Vicenza interessa poco o nulla. Il dibattito in consiglio comunale di martedì, richiesto dalle opposizioni sulla scorta degli scontri del 20 gennaio tra antagonisti e polizia, è un sasso nello stagno che continua a produrre onde concentriche. E a non tutte il sindaco Giacomo Possamai riesce l’operazione di contenerle, complici anche gli interventi dei due consiglieri di Coalizione civica-Verdi-Sinistra (Mattia Pilan e Martina Corbetti) che condannano l’azione violenta ma non chi ha promosso il corteo pur in concorso con altri. E la presa di distanza dal Bocciodromo più ancora della richiesta di revoca della concessione di spazi comunali agli antagonisti è stato l’unico tema politico, soprattutto in prospettiva dell’arrivo della Tav. Indicativo che pur intervenuti numerosi nessun consigliere della maggioranza abbia pronunciato il nome Bocciodromo.Visto dalla maggioranza, invece, il vantaggio strategico dell’opposizione di centrodestra avuto nel chiedere il dibattito (se l’avesse chiesto il centrosinistra la minoranza avrebbe avuto meno frecce nella faretra) è stato inficiato in parte dall’abbandono dell’aula dell’ex sindaco Francesco Rucco. Abbandono consumatosi in polemica con Possamai: Rucco chiede di anticipare il dibattito per «non relegarlo a un momento della serata in cui pochissime persone assistono al confronto», Possamai rifiuta precisando che se Rucco avesse avuto impegni improscelta rogabili un accordo si sarebbe trovato. Il dibattito, per dire, è iniziato poco prima delle 21. Due i temi: la revoca della concessione da un lato, e la sicurezza dall’altro. Sul primo Possamai usa la leva dell’avvocatura comunale, incaricata di trovare nella concessione elementi per revocarla. « Una tecnica per prendere tempo, non l’atto politico dovuto» dicono a centrodestra. La concessione del capannone di via Rossi fu firmata dal centrosinistra di Achille Variati e, a conclusione di un diverso bando, rinnovata durante dal centrodestra di Rucco a quattro associazioni. Lo scoglio è dimostrare una correlazione diretta tra queste e gli eventi di sabato. Per l’opposizione una delle cartine di tornasole è che nessuna delle associazioni si sia dissociata.
Il secondo tema, in vista dei cantieri Tav, è riconducibile agli antagonisti e alle loro iniziative i cui precedenti sono noti. Il centrodestra punta il dito su Possamai, che avrebbe dovuto insistere per impedire la manifestazione. Ed è Giorgio Conte (Fdi) a ricordare il primato della politica soprattutto per chi governa. Dice: «È possibile che il sindaco non possa dire a prefetto e questore di non volere la manifestazione perché mette in pericolo la città? Cos’è questa sudditanza nei confronti di questore e prefetto, si possono criticare o no? La verità è che sindaco, questore e prefetto hanno sottovalutato la manifestazione».
Dopo avere picchiato il titolare di una tabaccheria di Vicenza nel luglio del 2020, il settembre dello stesso anno il ventottenne era stato ripreso da alcune telecamere di zona Mercato Nuovo, a Vicenza, mentre prendeva a calci e pugni Vittorio Cingano, ingegnere in pensione all’epoca dei fatti settantatreenne, picchiato dopo che era intervenuto per difendere la fidanzata di Fontanarosa. In seguito al brutale pestaggio, per il quale il ragazzo è stato poi condannato a due anni e cinque mesi di reclusione, Cingano era finito all’ospedale con una prognosi di 45 giorni. Fontanarosa si è reso protagonista poi di furti, l’ultimo dei quali lo ha portato a patteggiare martedì.