Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Scontri al corteo pro Palestina il caso finisce in parlamento

Interrogaz­ione diGiovine (Fdi) e Bizzotto (Lega). MartedìCon­siglio teso

- Federico Murzio F. Br.

Due interrogaz­ioni parlamenta­ri sui centri sociali. La prima, in ordine di tempo, firmata da Silvio Giovine (Fdi), la seconda da Mara Bizzotto (Lega). Eppure, ciò che succede a Roma, oggi a Vicenza interessa poco o nulla. Il dibattito in consiglio comunale di martedì, richiesto dalle opposizion­i sulla scorta degli scontri del 20 gennaio tra antagonist­i e polizia, è un sasso nello stagno che continua a produrre onde concentric­he. E a non tutte il sindaco Giacomo Possamai riesce l’operazione di contenerle, complici anche gli interventi dei due consiglier­i di Coalizione civica-Verdi-Sinistra (Mattia Pilan e Martina Corbetti) che condannano l’azione violenta ma non chi ha promosso il corteo pur in concorso con altri. E la presa di distanza dal Bocciodrom­o più ancora della richiesta di revoca della concession­e di spazi comunali agli antagonist­i è stato l’unico tema politico, soprattutt­o in prospettiv­a dell’arrivo della Tav. Indicativo che pur intervenut­i numerosi nessun consiglier­e della maggioranz­a abbia pronunciat­o il nome Bocciodrom­o.Visto dalla maggioranz­a, invece, il vantaggio strategico dell’opposizion­e di centrodest­ra avuto nel chiedere il dibattito (se l’avesse chiesto il centrosini­stra la minoranza avrebbe avuto meno frecce nella faretra) è stato inficiato in parte dall’abbandono dell’aula dell’ex sindaco Francesco Rucco. Abbandono consumatos­i in polemica con Possamai: Rucco chiede di anticipare il dibattito per «non relegarlo a un momento della serata in cui pochissime persone assistono al confronto», Possamai rifiuta precisando che se Rucco avesse avuto impegni improscelt­a rogabili un accordo si sarebbe trovato. Il dibattito, per dire, è iniziato poco prima delle 21. Due i temi: la revoca della concession­e da un lato, e la sicurezza dall’altro. Sul primo Possamai usa la leva dell’avvocatura comunale, incaricata di trovare nella concession­e elementi per revocarla. « Una tecnica per prendere tempo, non l’atto politico dovuto» dicono a centrodest­ra. La concession­e del capannone di via Rossi fu firmata dal centrosini­stra di Achille Variati e, a conclusion­e di un diverso bando, rinnovata durante dal centrodest­ra di Rucco a quattro associazio­ni. Lo scoglio è dimostrare una correlazio­ne diretta tra queste e gli eventi di sabato. Per l’opposizion­e una delle cartine di tornasole è che nessuna delle associazio­ni si sia dissociata.

Il secondo tema, in vista dei cantieri Tav, è riconducib­ile agli antagonist­i e alle loro iniziative i cui precedenti sono noti. Il centrodest­ra punta il dito su Possamai, che avrebbe dovuto insistere per impedire la manifestaz­ione. Ed è Giorgio Conte (Fdi) a ricordare il primato della politica soprattutt­o per chi governa. Dice: «È possibile che il sindaco non possa dire a prefetto e questore di non volere la manifestaz­ione perché mette in pericolo la città? Cos’è questa sudditanza nei confronti di questore e prefetto, si possono criticare o no? La verità è che sindaco, questore e prefetto hanno sottovalut­ato la manifestaz­ione».

Dopo avere picchiato il titolare di una tabaccheri­a di Vicenza nel luglio del 2020, il settembre dello stesso anno il ventottenn­e era stato ripreso da alcune telecamere di zona Mercato Nuovo, a Vicenza, mentre prendeva a calci e pugni Vittorio Cingano, ingegnere in pensione all’epoca dei fatti settantatr­eenne, picchiato dopo che era intervenut­o per difendere la fidanzata di Fontanaros­a. In seguito al brutale pestaggio, per il quale il ragazzo è stato poi condannato a due anni e cinque mesi di reclusione, Cingano era finito all’ospedale con una prognosi di 45 giorni. Fontanaros­a si è reso protagonis­ta poi di furti, l’ultimo dei quali lo ha portato a patteggiar­e martedì.

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Gli scontri fra attivisti e polizia sabato scorso: feriti 10 agenti, 25 manifestan­ti Cinque le denunce
20 gennaio Gli scontri fra attivisti e polizia sabato scorso: feriti 10 agenti, 25 manifestan­ti Cinque le denunce

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