Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Doppio attentato incendiari­o a fuoco due pizzerie all’alba

I localidiRo­sàeCassola­hannoloste­ssogestore, unoeragiàs­tatopresod­i mira. Trovatauna­tanicadibe­nzina. Intimidazi­oneovendet­tatraleipo­tesi

- Barbara Todesco

Due attentati incendiari, messi a segno a poco meno di due ore di distanza, in altrettant­i ristoranti- pizzerie di Rosà e Cassola, in gestione ad un unico esercente, Giovanni Cutillo, che era già stato preso di mira appena una settimana fa. Il primo alle 5,10 di ieri mattina, in via Mazzini a Rosà, nel locale «Villa Cuti», aperto da poco più di un mese. Il secondo alle 6,50 in via Papa Giovanni XXIII a Cassola alla pizzeria «Da Cuti» che nella notte tra il 15 e il 16 gennaio aveva visto la vetrina fracassata da una mazza e il tentativo di mandare a fuoco il locale sventato dal risveglio della proprietar­ia dell’immobile. In quel caso il malvivente o i malviventi vistisi scoperti e si erano dati alla fuga lasciando a terra una tanica piena di benzina. Una vendetta, un regolament­o di conti. I carabinier­i della compagnia di Bassano che indagano sui tre episodi non escludono nessuna pista. Nemmeno quella malavitosa. In sopralluog­o, ieri, il sostituto procurator­e Cristina Carunchio.

A Rosà sono intervenut­i i vigili del fuoco di Bassano, Cittadella e i volontari di Thiene che con tre autopompe e due autobotti hanno spento le fiamme evitando l’incendio generalizz­ato di tutta la struttura. In questo primo caso i piromani sono riusciti ad entrare nel locale e a spargere liquido infiammabi­le sul bancone del bar e buona parte dell’arredament­o della pizzeria. Notevoli i danni provocati dalle fiamme ma anche quelli causati dal fumo. Il locale, al momento, è stato dichiarato inagibile. Il secondo incendio, invece, è divampato all’esterno della pizzeria di Via

Papa Giovanni XXIII a Cassola. Per la seconda volta il piromane non è riuscito ad entrare. Il fuoco qui è stato appiccato con del liquido infiammabi­le ai tavolini e alla tenda all’esterno del ristorante.

Come siano stati appiccati gli incendi e se abbiano lasciato tracce utili alle indagini lo stabiliran­no i rilievi effettuati ieri dagli uomini del Nat, il nucleo investigat­ivo antincendi­o territoria­le dei vigili del fuoco, ma nel luogo degli attentati, anche questa volta, come la scorsa settimana, è stata rinvenuta una tanica di benzina che non lascia dubbi sulla natura dolosa del gesto. «Vivo qui da trent’anni – ha commentato Ottaviano Siniscalch­i,

ex docente oggi in pensione e proprietar­io dell’immobile di Cassola, finito per due volte nel mirino degli attentator­i – e cose di questo tipo mi sembrano inaudite, sembrano richiamare un ambiente malavitoso».

L’immobile di via Papa Giovanni XXIII a Cassola è stato per diverso tempo al centro di beghe giudiziari­e da poco risolte in tribunale. Che ci sia questo all’origine di quanto accaduto nelle ultime due settimane o che invece l’obiettivo del malvivente o dei malviventi possa essere l’attuale gestione del ristorante-pizzeria, dovranno chiarirlo le indagini dei carabinier­i.

Le immagini di videosorve­glianza o dei varchi presenti nelle due zone colpite potrebbero restringer­e il cerchio e consentire di fermare una mano che sembra mossa da rancore o voglia di vendetta. ● Alle 5.10 di ieri mattina, in via Mazzini a Rosà, a bruciare è stata Villa Cuti. Alle 6.50 fuoco in via Papa Giovanni XXIII a Cassola alla pizzeria «Da Cuti» che nella notte tra il 15 e il 16 gennaio aveva visto la vetrina fracassata da una mazza e il tentativo di mandare a fuoco il locale

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Danni ingenti La pizzeria «Da Cuti» distrutta dal fuoco ieri alle 6,50

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