Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Doppio attentato incendiario a fuoco due pizzerie all’alba
I localidiRosàeCassolahannolostessogestore, unoeragiàstatopresodi mira. Trovataunatanicadibenzina. Intimidazioneovendettatraleipotesi
Due attentati incendiari, messi a segno a poco meno di due ore di distanza, in altrettanti ristoranti- pizzerie di Rosà e Cassola, in gestione ad un unico esercente, Giovanni Cutillo, che era già stato preso di mira appena una settimana fa. Il primo alle 5,10 di ieri mattina, in via Mazzini a Rosà, nel locale «Villa Cuti», aperto da poco più di un mese. Il secondo alle 6,50 in via Papa Giovanni XXIII a Cassola alla pizzeria «Da Cuti» che nella notte tra il 15 e il 16 gennaio aveva visto la vetrina fracassata da una mazza e il tentativo di mandare a fuoco il locale sventato dal risveglio della proprietaria dell’immobile. In quel caso il malvivente o i malviventi vistisi scoperti e si erano dati alla fuga lasciando a terra una tanica piena di benzina. Una vendetta, un regolamento di conti. I carabinieri della compagnia di Bassano che indagano sui tre episodi non escludono nessuna pista. Nemmeno quella malavitosa. In sopralluogo, ieri, il sostituto procuratore Cristina Carunchio.
A Rosà sono intervenuti i vigili del fuoco di Bassano, Cittadella e i volontari di Thiene che con tre autopompe e due autobotti hanno spento le fiamme evitando l’incendio generalizzato di tutta la struttura. In questo primo caso i piromani sono riusciti ad entrare nel locale e a spargere liquido infiammabile sul bancone del bar e buona parte dell’arredamento della pizzeria. Notevoli i danni provocati dalle fiamme ma anche quelli causati dal fumo. Il locale, al momento, è stato dichiarato inagibile. Il secondo incendio, invece, è divampato all’esterno della pizzeria di Via
Papa Giovanni XXIII a Cassola. Per la seconda volta il piromane non è riuscito ad entrare. Il fuoco qui è stato appiccato con del liquido infiammabile ai tavolini e alla tenda all’esterno del ristorante.
Come siano stati appiccati gli incendi e se abbiano lasciato tracce utili alle indagini lo stabiliranno i rilievi effettuati ieri dagli uomini del Nat, il nucleo investigativo antincendio territoriale dei vigili del fuoco, ma nel luogo degli attentati, anche questa volta, come la scorsa settimana, è stata rinvenuta una tanica di benzina che non lascia dubbi sulla natura dolosa del gesto. «Vivo qui da trent’anni – ha commentato Ottaviano Siniscalchi,
ex docente oggi in pensione e proprietario dell’immobile di Cassola, finito per due volte nel mirino degli attentatori – e cose di questo tipo mi sembrano inaudite, sembrano richiamare un ambiente malavitoso».
L’immobile di via Papa Giovanni XXIII a Cassola è stato per diverso tempo al centro di beghe giudiziarie da poco risolte in tribunale. Che ci sia questo all’origine di quanto accaduto nelle ultime due settimane o che invece l’obiettivo del malvivente o dei malviventi possa essere l’attuale gestione del ristorante-pizzeria, dovranno chiarirlo le indagini dei carabinieri.
Le immagini di videosorveglianza o dei varchi presenti nelle due zone colpite potrebbero restringere il cerchio e consentire di fermare una mano che sembra mossa da rancore o voglia di vendetta. ● Alle 5.10 di ieri mattina, in via Mazzini a Rosà, a bruciare è stata Villa Cuti. Alle 6.50 fuoco in via Papa Giovanni XXIII a Cassola alla pizzeria «Da Cuti» che nella notte tra il 15 e il 16 gennaio aveva visto la vetrina fracassata da una mazza e il tentativo di mandare a fuoco il locale