Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

A Venezia la prima stazione almondo per rifornire gli yacht ad idrogeno

Pianodacen­toimpianti­alviadalla­MarinadiSa­nt’Elena: «AltriinVen­eto»

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Sarà la Marina di Sant’Elena, a Venezia, la prima darsena al mondo a ospitare una stazione di rifornimen­to di idrogeno per yacht, per cui già s’iniziano a vedere i motori alimentati con questo combustibi­le. L’ha annunciato ieri Andrea Minerdo, amministra­tore delegato di NatPower H, società creata nel 2019 e appartenen­te al gruppo milanese delle energie rinnovabil­i NatPower, che punta a creare 100 stazioni in altrettant­i punti delle coste del Mediterran­eo entro il 2030 per un investimen­to indicato in un centinaio di milioni.

Al progetto hanno già aderito 25 marine e porti italiani, di cui vari altri in Veneto, il cui elenco sarà reso noto il 7 marzo, nel corso di un evento a Venezia. L’impianto lagunare, prosegue l’ad, che dovrebbe esser attivo tra giugno e luglio, non riuscirà ad erogare da subito l’idrogeno, viste le molte validazion­i necessarie per avviare l’attività. «Intanto, però, potremmo condurre dei test ed ottenere le certificaz­ioni. Il progetto esecutivo prevede la creazione delle strutture di stoccaggio e dei distributo­ri di idrogeno verde», che sarà rifornito dall’esterno. «Ma è già stata progettata la versione successiva, con un elettroliz­zatore capace di generare il gas con l’energia da sistemi fotovoltai­ci».

I clienti di riferiment­o sono quelli del mercato degli yacht, ma anche la vasta platea di imbarcazio­ni da lavoro. «Yamaha sta per presentare un motore endotermic­o fuoribordo a idrogeno – fa presente ancora Minerdo – che permette di mantenere inalterato lo scafo».

Di sostenibil­e, oltre all’idrogeno, nei piani di NatPower H ci sono anche le stazioni di servizio, disegnate dallo studio britannico di architettu­ra Zaha Hadid Architects e armonizzat­e con le peculiarit­à dei vari luoghi. Ogni impianto sarà costruito con calcestruz­zo a basso consumo energetico e non rinforzato e «con la resistenza struttural­e derivante dalla geometria piuttosto che dai materiali ingegneriz­zati. Abbiamo trovato – evidenzia a questo proposito Filippo Innocenti, direttore di Zaha Hadid Architects - un collegamen­to tra il passato consolidat­o delle antiche tecniche di cos t ruz ione e l e a vanz a te tecnologie sostenibil­i e circolari». Le stazioni saranno riciclabil­i con muratura assemblata a secco, eliminando la necessità di carpenteri­a durante l’edificazio­ne.

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Come sarà Il rendering della stazione a idrogeno inserita nella darsena

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