Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Riqualificazione finita il giardino (segreto) di Palazzo Brusarosco ora apre alla città
È uno dei giardini segreti di Vicenza, più per colpevole disattenzione della città che per volontà di tenerlo nascosto. L’intuizione di Ettore Gallo, la generosità di Demetrio Zaccaria, il segno di Carlo Scarpa riprendono vita con la riqualificazione del giardino della Biblioteca Internazionale La Vigna a Palazzo Brusarosco in contra’ Porta Santa Croce.
Prezioso, intendiamoci, è prezioso. Duemila e settecento metri quadri di verde con un’ampia ricchezza di alberature, con l’impronta scarpiana (dalle vasche alle panchine) riconoscibile e organica all’ambiente. Il tutto con buona pace di un condominio di cinque piani che guarda il giardino privandolo della luce ma non delle suggestioni. «Bisogna conviverci» osserva plastico Raffaele Cavalli, vice presidente del consiglio scientifico della Biblioteca. E con buona pace anche delle barchesse, il cui restauro è stato finanziato con i soldi del Duemila, inutilizzate. Da quanto emerge l’amministrazione sta pensando a una soluzione. Spicca nel punto più illuminato «Le lune di Galileo», opera dell’artista Margherita Michelazzo. La riqualificazione conservativa, promossa dall’amministrazione di Francesco Rucco, è durata un anno di lavoro, è costata 100 mila euro con un contributo regionale derivante da un emendamento al bilancio chiesto e ottenuto dall’allora consigliere regionale, oggi sindaco, Giacomo Possamai.
Così il giardino (ri)apre alla città e porta con sé altri due elementi. Il primo, strumentale al mantenimento del giardino, parla di un accordo firmato da Palazzo Trissino da una parte e dall’altra Amcps, associazione Amici dei parchi, Delegazione Veneto pubblici giardini e Engim Veneto. Il patto e il convogliare di capacità, esperienza e sensibilità dovranno garantire la cura del giardino e la sua valorizzazione. Il secondo elemento parla di futuro. Da Vicenza e da Palazzo Brusarosco, le cui fondamenta affondano nel XV secolo, inizia il corso di qualifica professionale «Giardiniere d’arte per giardini e parchi storici», finanziato dalla Regione e organizzato da Engim Veneto professioni del restauro con 15 partecipanti.
Un giardino vivo sotto molti punti di vista, dunque. C’è l’obiettivo di completare ciò che Scarpa, nell’ambito delle specie arboree, pensò. Il che ben si sposerebbe con un palazzo nel quale l’architetto lavorò nel ripensare gli spazi. C’è l’idea di piantare una vite laddove in tempi antichi c’era un orto botanico. Un omaggio a Zaccaria e al lavoro che lo portò a realizzare una biblioteca straordinaria, anche nell’ambito dell’antichità dei documenti, sulla viticoltura e l’enologia. Un omaggio a Zaccaria che forse, il carattere disattento della sua città, lo conosceva.