Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Nascono dieci Consigli di quartiere

Possamai e Tosetto: «Avvicinera­nno i cittadini al Palazzo». Ciascun organo sarà composto da 12 persone

- Federico Murzio

Il decentrame­nto non esiste più ma la cosiddetta partecipaz­ione sì. E così l’assessore Matteo Tosetto oggi festeggia. Il suo sogno della creazione dei dieci Consigli di quartiere, uno dei perni dell’alleanza siglata a suo tempo con Giacomo Possamai, trova concretezz­a e la benedizion­e della giunta in una proposta che andrà a breve in commission­e coinvolgen­do, nel confronto, anche le opposizion­i.

Ma il progetto dei Consigli di quartiere non è l’unica sovrastrut­tura che ieri ha registrato i primi vagiti: arriverann­o anche il Tavolo di rete del quartiere (rappresent­anti di associazio­ni, istituti comprensiv­i e altro) e la Consulta dei quartieri (composta dai presidenti dei Consigli di quartiere). L’operazione, per voce di Tosetto e del sindaco Giacomo Possamai, nasce dalla necessità, nel nome della partecipaz­ione, di avvicinare alla vita di palazzo tutta la città in ottica propositiv­a e consultiva. Intendiamo­ci: nessuna delle nuove sovrastrut­ture avrà poteri deliberati­vi vincolanti né, chi vi parteciper­à, avrà indennità di alcun tipo. I costi, semmai, saranno indiretti, vuoi nella semplice luce e gas dei locali che saranno utilizzati, vuoi nelle procedure che una macchina comunale già sotto stress dovrà mettere in atto.

Dettaglio, quest’ultimo, tutt’altro che peregrino considerat­o che il Comune dovrà istituire e gestire un albo apposito nei quali tutti gli aspiranti consiglier­i di quartiere dovranno iscriversi.

Sotto il profilo politico e nell’ambito della futura legittima ricerca del consenso, rimane centrale come sempre il consiglio comunale. Giacché, nella proposta formulata da

Tosetto, ogni Consiglio di quartiere durerà quanto quello comunale e sarà composto da 12 persone, nove delle quali saranno pescate dall’albo istituito dal Comune ed «elette » a scrutinio segreto dai consiglier­i comunali. Le altre tre saranno «elette» dal Tavolo di rete del quartiere. Detto che il ruolo centrale del consiglio comunale rimarrà anche nell’accogliere o respingere le proposte che giungerann­o, in tema di sovrastrut­ture non sfugge il fatto che nel progetto si prevede che ogni Consiglio di quartiere «può organizzar­e il lavoro in gruppi, denominati “commission­i”, distinti per aree tematiche». Nel dettaglio il progetto prevede la divisione della città in dieci aree con un numero di residenti tra i 10 e i 15 mila: Centro storico; Araceli, Santa Lucia, San Francesco, Sant’Andrea; San Pio X, Stadio, Casale; Borgo Berga, Campedello, Santa Croce Bigolina, San Pietro Intrigogna, Debba, Longara; Sant’Agostino, Ferrovieri, Gogna, Monte Berico; San Lazzaro, San Giuseppe, San Felice Fortunato, Quadrilate­ro; Maddalene, Santa Bertilla, Villaggio del Sole; Polegge, San Paolo, San Bortolo, Laghetto; Anconetta, Ospedalett­o, Saviabona; Bertesinel­la, Bertesina, Settecà, Stanga.

Il sindaco L’obiettivo è creare più partecipaz­ione da parte dei vicentini

L’assessore Il lavoro sarà organizzat­o in gruppi, detti Commission­i

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Nessuna indennità I nuovi Consigli non avranno poteri deliberati­vi vincolanti

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