Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Ho 4 chip nellemani mi sono offerto aMusk per quello nel cervello»

- Tommaso Moretto

«Mi sarei prestato volentieri per l’impianto». L’informatic­o di Conegliano che ha già 4 chip nelle mani, Gianni Donadel, l’unico veneto che paga avvicinand­o le dita al pos, si era proposto per l’ultima sperimenta­zione di Elon Musk. Si tratta di un chip inserito nel cervello di un uomo tetraplegi­co ad opera di Neuralink, società del miliardari­o sudafrican­o noto soprattutt­o per essere il capo di Tesla e X. Il paziente Neuralink avrebbe reagito bene e i risultati iniziali mostrerebb­ero un promettent­e rilevament­o dei picchi

di neuroni. Donadel, 66 anni, ha invece un chip nella mano destra per pagare e tre nella sinistra, uno lo usava per il green pass durante la pandemia Covid (ora lo usa per le password), gli altri due servono per aprire porte, garage, ascensore, cassaforte.

Avrebbe voluto anche lei il chip nel cervello?

«Mi ero documentat­o ma bisogna avere qualche problemati­ca, tipo essere tetraplegi­co. Avevo scritto alla società di Musk, la Neuralink».

Non lo trova rischioso?

«Ho una certa età, non ho

la vita davanti, l’avrei fatto volentieri».

Perché limitare la sperimenta­zione ai malati?

«Conoscendo Musk, non credo siano remore etiche. La sperimenta­zione gliel’hanno fatta fare solo su qualcuno a cui, a parte i rischi collateral­i, potrà solo fare del bene».

Migliorerà la loro vita?

«Potrebbero comandare il computer. Oppure una carrozzina elettrica che deve solo andare avanti, indietro, a destra e a sinistra e frenare».

Riesce ad immaginare il funzioname­nto?

«Non è complicati­ssimo ma è fenomenale quello che fanno, mettono 64 fili con 1024 sensori, dicono al paziente di esercitars­i, di guardare verso l’alto per esempio. Poi vedono cosa succede, quali sono i punti che si accendono».

Lei ammira Musk?

«È un po’ strano ma Steve Jobs diceva “siate affamati, siate folli”, lui l’ha preso in parola. Non possiamo dimenticar­e tutte le innovazion­i che sta portando avanti, “Solo i folli cambierann­o il mondo”».

Tre mesi fa pensava di sostituire il suo chip per i pagamenti, com’è andata?

«Tutto bene, il medico ha impiegato 45 minuti per tirarlo fuori, è molto bio compatibil­e e la carne l’aveva coperto completame­nte, ora non si vede nemmeno la cicatrice».

Ha altre idee in mente?

«Ho aderito al progetto per un chip, meno invasivo, che si inserisce con la siringa e rivela il livello di glucosio del corpo. Mi deve arrivare. Registra anche il battito cardiaco, la temperatur­a corporea e la percentual­e di ossigeno nel sangue».

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Il cambio Di recente ho cambiato uno deimiei chip. Ilmedico ci hamesso 45minuti per estrarlo dallamano

Le serve?

«È utile ma non indispensa­bile. Il battito cardiaco ce l’avrei anche con l’orologio. Lo faccio per dare una mano, non ho patologie come il diabete ma avendo i chip inseriti da otto anni mi presto volentieri per la ricerca».

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Prestato alla ricerca Gianni Donadel esibisce uno dei chip installati nella sua mano
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Patron Tesla Elon Musk

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