Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Laureati, istruzioni per l’uso
Molti i punti di riflessione emersi in tema di remunerazione, internazionalità, welfare, opportunità di crescita professionale, flessibilità di orari, conciliazione e altro ancora. Nell’Ateneo di Padova il numero dei laureati scientifici (scienze, tecnologia, ingegneria, matematica, Stem con l’acronimo inglese) è quasi raddoppiato tra il 2012 e il 2022 con una variazione superiore alla loro crescita media a livello Italia. Ciononostante le aziende venete denunciano difficoltà di reperimento per quasi 32 mila laureati, di cui 12 mila in area scientifica e 8 mila in area economica. Questo deficit è spiegato con un numero di laureati ancora insufficiente, con i flussi in uscita verso altre regioni (Emilia-Romagna e Lombardia) e verso l’estero. Potrebbe essere compensato da flussi in entrata sia come studenti sia come laureati. E qui il Veneto deve fare una scelta. Cercare l’attrattività accentuando le caratteristiche qualitative negli studi e negli impieghi secondo gli standard internazionali, cosa che si sta perseguendo e che, pur partendo da posizioni svantaggiate, ha un certo successo, soprattutto nelle aree scientifiche. Anno dopo anno, infatti, la posizione degli atenei veneti migliora nelle classifiche internazionali. Ma è una gara dura.
In alternativa (o, meglio, in aggiunta) potrebbe accentuare le caratteristiche peculiari dei suoi studi e dei suoi impieghi. Invece di perseguire solo l’obiettivo invero arduo di dare un prodotto comparabile con quello di Londra o New York, focalizzare e valorizzare il modello di vita, d’impresa, di ricerca e di innovazione del Veneto. La regione è un laboratorio a cielo aperto unico e irripetibile. Che si può studiare e capire solo qui. Attenzione, le opportunità di remunerazione, valorizzazione del merito e occasioni di carriera che sono le caratteristiche dell’impiego più ricercate dai laureati intervistati nella ricerca Intesa Sanpaolo non sempre sono presenti. Nel XV rapporto dell’Osservatorio Aub (Aidaf, UniCredit, Bocconi) sull’impresa familiare, tipologia aziendale dominante, recentemente presentato a Milano, è emerso che nel Triveneto il vertice aziendale è ricoperto da un ultrasettantenne in un caso su tre e solo in un caso su dieci il leader ha meno di 50 anni. Per attrarre i giovani, italiani o stranieri che siano, questo non aiuta.