Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
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In principio furono una montagna di cambiali. Quelle che un Francesco Canella non ancora trentenne firmò, alla fine degli anni Cinquanta del Novecento, per rilevare lo spaccio di Padova, altrimenti destinato alla chiusura, dove aveva iniziato a lavorare, diverso tempo prima, come garzone per le consegne in bicicletta. Casoin, si diceva a quei tempi nel Veneto, uscito affamato dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale. Era il Nordest prima del Nordest, dove si intuivano appena i primi sintomi di un boom economico che sarebbe stato travolgente, ma Francesco Canella da Veggiano, campagna padovana, terzo di sette fratelli nati da una famiglia contadina, era un casoin dotato già allora di una visione acuta e lungimirante.
La montagna di cambiali, naturalmente onorate, ha generato nei decenni a seguire quell’autentico fenomeno imprenditoriale che va sotto il nome di Alì Supermercati: una catena attiva nella grande distribuzione organizzata tra il Veneto e l’Emilia, che ha raggiunto i 117 punti vendita – il primo in ordine cronologico venne aperto a Padova nell’ottobre del 1971, allora unico in Italia a presentare un banco dedicato alla gastronomia pronta - e i 4.700 dipendenti («collaboratori», correggeva lui quando ne parlava), con un fatturato che, nel 2022 , ha toccato il miliardo e 200 milioni di euro.
Canella, classe 1931, è mancato nella notte di martedì a Padova, dopo una lunga vita condotta con lo sguardo sempre puntato in avanti. La famiglia, nel consegnare un ricordo pubblico del capostipite, ha scelto le parole da lui pronunciate quando gli venne conferita dall’Università di Padova la laurea ad honorem, naturalmente in Italian food and wine (cibo e vino italiani, come dire l’epicentro di tutta la sua esistenza di imprenditore): «Bisogna mettersi sempre in gioco, affrontando le difficoltà con coraggio, lavorando con passione, senza perdere mai l’entusiasmo e la voglia di fare e di innovare. Mi auguro che il mio esempio di vita – aveva aggiunto Canella - possa essere d’aiuto a tutti quei giovani che credono nel futuro della nostra bella Italia».
Il coraggio e la voglia di provare nuove imprese, indubbiamente, non gli hanno mai fatto difetto. Come quando sottoscrisse le famose cambiali o ancora, qualche tempo dopo, quando saltò su un volo con destinazione Stati Uniti per andare a vedere di persona come si stava evolvendo il commercio al dettaglio in quella palestra di innovazioni che erano gli Usa ametà degli anni Sessanta, e al ritorno bussò alle porte di parenti e amici per raggranellare i fondi necessari a dare inizio all’avventura di Alì. Altrettanto coraggio lo dimostrò, nella vita privata, quando si ritrovò vedovo della prima moglie a soli 47 anni, con i due figli Marco e Gianni (quest’ultimo oggi vicepresidente del Gruppo) ancora bambini. Come ha giustamente osservato Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio, «a Francesco Canella va non solo la nostra ammirazione ma anche il nostro ringraziamento, per avere consentito al commercio padovano e veneto di non essere vassallo dei grandi gruppi internazionali».
La sua gente gli voleva bene e lui ne voleva alla sua gente. Quando l’età aveva cominciato a farsi importante, in occasione del compleanno di Canella, che cadeva il 28 di dicembre, apparivano regolarmente sui quotidiani veneti le pagine di auguri firmate dai suoi collaboratori. Per i 90, nel 2021, a Padova era stata allestita anche l’affissione di grandi manifesti, lungo il percorso che il fondatore faceva per andare da casa al lavoro. Perché Francesco Canella, giusto per ribadire chi fosse l’uomo, in ufficio ci è andato sempre, anche a un’età in cui i comuni mortali se ne stanno in poltrona con il plaid a riscaldare le gambe. « Francesco, sei come un padre che ascolta, un amico che consiglia, un fratello che accompagna » , recitava lo spot radiofonico mandato in onda per il novantesimo compleanno. Quasi a voler contraccambiare tanto affetto, Canella ha voluto dare un’anima sociale alla sua creatura imprenditoriale, con un’attenzione spiccata al mondo del volontariato e al sostegno concreto al territorio, soprattutto nei momenti più bui: ecco la raccolta fondi tra i clienti dei suoi supermercati quando il Veneto, nel 2018, venne sferzato da un’eccezionale ondata di maltempo (era l’anno della tempesta Vaia); ecco il bis, l’anno dopo, per l’ultima grande emergenza acqua alta di Venezia, quando il Gruppo Alì raccolse oltre 250 mila euro per i lavori di ripristino; ecco ancora le importanti donazioni all’ospedale di Padova all’epoca del Covid.
Lui si era dato questa missione: « Voglio che la mia azienda sia un luogo dove sia i miei clienti sia i miei collaboratori si sentano a casa». Come accade inevitabilmente nella vita, ora Francesco Canella non c’è più. Ma la casa rimane.