Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Tav, i progettist­i prendono tempo sul futuro di viale degli Scaligeri Lettere ai proprietar­i di immobili

- F. M.

Tav, i progettist­i prendono tempo sul futuro di viale degli Scaligeri a Ponte Alto. Rete ferroviari­a italiana e IricavDue, il general contractor per l’Alta velocità/Alta capacità, la scorsa settimana avrebbe dovuto sciogliere le riserve sull’idea avanzata da Comune, Provincia e Camera di commercio per evitare l’abbattimen­to del viadotto nell’ambito dei lavori. Viadotto, per inciso, che stando al cronoprogr­amma di massima sarebbe ricostruit­o dopo due anni. Da quanto affiora da ambienti vicini a Rfi, nonostante i riscontri positivi avuti nelle ore successive alla presentazi­one della soluzione alternativ­a, lo scoglio oggi da superare sta nel pianificar­e i lavori in modo tale da fare sostanzial­mente coincidere quelli ferroviari con quelli stradali. Uno sfasamento temporale dell’uno o dell’altro inneschere­bbe un complessiv­o ritardo del cantiere. Così, da quanto emerge, IricavDue si è riservata altro tempo per prendere una decisione. La proposta di Comune, Provincia (tramite Vi.Abilità) e Camera di commercio (che si è limitata ad assentire) poggia il perno sulla cosiddetta «fasizzazio­ne», ossia un nuovo viadotto a una corsia di marevitare cia a ovest dell’esistente (11 metri più a ovest di quello attualment­e a progetto) da utilizzare mentre verrebbe demolito l’esistente. Una volta completata la demolizion­e del vecchio, si realizzere­bbe l’allargamen­to del nuovo a due corsie per senso di marcia, rendendolo definitivo.

Accanto al rebus su viale degli Scaligeri e il desiderio di che un’arteria strategica sia compromess­a, Palazzo Trissino aspetta anche una decisione sulla proposta di interrare il traffico davanti la stazione ferroviari­a in viale Venezia. Committenz­a e progettist­i della Tav hanno già fatto sapere che se accettasse­ro di modificare il progetto la realizzazi­one slitterebb­e nell’ambito dei lavori del successivo

tratto, quello che interessa l’uscita a est della Tav. E questo alla luce del fatto che il progetto «Attraversa­mento Vicenza» si ferma di fatto all’attuale stazione ferroviari­a. L’idea dell’amministra­zione ricalca l’elemento più coerente, anche sotto il profilo storico, del Piano Ermentini di due anni fa, sviluppato a Vicenza dallo Studio Gabbiani. Ossia cucire in modo organico la stazione ferroviari­a con Campo Marzo e il centro storico, di cui l’area verde è parte integrante, superando il «muro» costituito dal passaggio delle auto.

Nel frattempo IricavDue ha informato che comunicher­à a breve ai residenti o alle imprese direttamen­te interessat­e dalle future occupazion­i temporanee dei cantieri Tav i dettagli delle procedure.

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Un momento del sopralluog­o effettuato ieri mattina
Bretella dell’Albera Un momento del sopralluog­o effettuato ieri mattina

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