Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’Austriamoltiplica i divieti sui tir «Noi in ostaggio, liberate le Alpi»
Rixi: piano per sbloccare i valichi. E il Veneto torna chiedere uno sbocco a Nord
Nuova mazzata sull’autotrasporto diretto verso il cuore dell’Europa. Dopo il Brennero in scacco per le limitazioni ambientali imposte da Vienna, ora l’Austria annuncia uno stop selettivo nei fine settimana, solo per i tir a targa straniera, lungo l’autostrada dei Tauri che punta sulla Baviera per chi arriva da Tarvisio. Un doppio vicolo cieco reso più buio dalla crisi di Suez che richiederebbe maggiore fluidità per il trasporto delle merci su gomma. E le categorie tornano a chiedere uno sbocco a Nord, la famosa Venezia-Monaco.
Ieri in Veneto c’era il vice ministro ai Trasporti Edoardo Rixi: «Il ministro Salvini ha già sollevato il problema, ora chiederemo la procedura di infrazione per l’Austria che non rispetta il principio di libera circolazione delle merci. Poi stiamo aprendo un tavolo sulle connessioni viarie. Abbiamo problemi anche con la Francia, paradossalmente non ce ne sono solo con la
Svizzera che non è in Europa! Abbiamo bisogno di sbloccare le Alpi, il sistema europeo non cresce se non abbiamo collegamenti fluidi con il Mediterraneo e i Paesi del Nord Europa cominciano a capirlo». Ma lo sbocco a Nord per il Veneto? «Va inserito fra le proposte. Però servono anche gli austriaci...» dice Rixi. E sembra improbabile che Vienna possa anche solo prendere in considerazione un nuovo valico dall’Italia.
Gli autotrasportatori, del resto, sono esasperati: « Il problema è sempre lo stesso, - diceWalter Basso della Cna - la libera circolazione delle merci è disattesa sistematicamente dall’Austria. Sarebbe come se noi in Veneto vietassimo lungo la dorsale dell’A4 il transito ai tir stranieri. Da europeista convinto trovo inconcepibile che Paesi membri della stessa comunità, la Ue, si intralcino a vicenda. Teniamo conto che più subiamo queste penalizzazioni, più aumenta il prezzo del prodotto finito esportato. Siamo in ostaggio dell’Austria. Che dobbiamo fare? Passare per lo stretto di Gibilterra?». Il collega di Confartigianato, Michele Varotto tuona: « Spesso per questi blocchi si tira in ballo l’ambiente ed è paradossale perché il traffico è meno impattante se resta fluido».
Da sempre tifoso del prolungamento a Nord dell’A27 è Mario Pozza, Unioncamere: «È una necessità per il Paese, non per il Veneto. Senza valico perde competitività l’intero Pa e s e . Qu a n to a l l ’ Au - stria...non serve essere sovranisti per stigmatizzarne il comportamento. O cambia registro o l’antieuropeismo crescerà e si tornerà a Vancimuglio». In primissima linea anche Confindustria, Lorraine Berton, presidente della territoriale bellunese, non si stanca di ripetere che lo sbocco a Nord serve: «L’ha detto anche Salvini, questa è una necessità perché si sta creando un imbuto da cui rischiamo di non uscire più, il problema ai valichi è il nostro canale di Suez. Studiamo un corridoio verso Nord sostenibile, 5.0, il potenziamento verso il traforo del Cavallino non basta».
Allineato anche il presidente di Confartigianato, Roberto Boschetto: «Serve diversificare le opzioni verso Nord, basta pensare alla Valsugana interrotta, al Veneto, al Paese, serve un’alternativa. È fondamentale garantire alle merci e alle persone la possibilità di accedere velocemente ai valichi alpini di Tarvisio e soprattutto del Brennero. Con la Pedemontana diventa prioritario dare compimento al collegamento autostradale della Valdastico con l’asse del Brennero offrendo maggiore permeabilità e dando ossigeno ai collegamenti Sud-Nord».
A parte un vecchio progetto sulla «Venezia - Monaco», di concreto al momento non c’è nulla. Ma, in questo caso, la scelta politica è oggettivamente complicata. Lo dice Rixi, «per ipotizzare un nuovo valico alpino si deve essere in due, austriaci inclusi». L’Austria sarebbe evidentemente contraria così come lo è, da sempre, il Sud Tirolo. Allora come se ne esce? L’ipotesi che sta soppiantando l’aggancio a Ovest sull’A22 con il prolungamento della Valdastico verso Trento, è il completamento di un «Passante Alto», spesso evocato da Luca Zaia. In questo caso si volgerebbe lo sguardo a Est. Trasformando in autostrada i 32,4 km fra Cimpello e Sequals, da Montecchio Maggiore si arriverebbe a Spresiano, per procedere sull’A27, l’A28, la CimpelloSequals per approdare a Tarvisio. Austria permettendo subito dopo il confine.
La soluzione possibile Con i 32 km della Cimpello-Sequals, da Montecchio autostrada unica fino a Tarvisio