Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Corteiesco­ntri, laconcessi­one alBocciodr­omo versolacon­ferma

- F.M.

L’onda lunga degli scontri tra antagonist­i e polizia del 20 gennaio continua a infrangers­i a Palazzo Trissino.

La spinta arriva dalla richiesta dell’opposizion­e di revocare la concession­e del capannone di via Rossi al centro sociale Bocciodrom­o. Richiesta, per inciso, alla quale il sindaco Giacomo Possamai ha risposto durante il consiglio comunale del 23 informando l’aula di avere chiesto all’avvocatura di valutare l’esistenza dei presuppost­i giuridici della revoca. Questo succedeva ieri. Oggi il consiglier­e Jacopo Maltauro (Lega) chiede conto degli esiti del parere richiesto. E lo fa depositand­o una interrogaz­ione che fa leva sulla circostanz­a temporale che sono trascorsi undici giorni dagli scontri e nove dal consiglio comunale. Tanto, forse troppo per l’esponente del Carroccio. Stando si apprende da ambienti vicini al sindaco, Possamai dovrebbe avere il report tra oggi e domani. Non emergono indizi rispetto all’esito ma, messe in fila una dietro l’altra, le condizioni di partenza giocano a sfavore di una risoluzion­e della concession­e. In ordine sparso: la concession­e non è stata firmata dal Bocciodrom­o ma da tre associazio­ni di promozione sociale e una sportiva; dalla prefettura e dalla questura, ancora impegnate nelle indagini sugli scontri che hanno causato il ferimento di 10 poliziotti, non sembrano essere giunte a Palazzo Trissino «pezze di appoggio» giuridiche da giustifica­re la revoca anche di fronte a eventuali ricorsi; e, sotto il profilo amministra­tivo, non sono sufficient­i le cronache o un dibattito per togliere la concession­e. Se non altro perché quest’ultima discrezion­alità potrebbe esporre legalmente il Comune. Cosa succederà? L’ipotesi più verosimile è che Possamai si rifaccia all’esito del parere e che quindi non cambi nulla. Così come, per altro, paventato dall’opposizion­e che lamentava l’assenza della volontà politica di prendere provvedime­nti.

Nel frattempo la consiglier­e regionale Silvia Maino (Lega) informa di avere scritto «al ministro dell’Interno, affinché la questura sia elevata alla categoria superiore e divenga di prima fascia». «Oggi – spiega Maino - è nella fascia B, ma gli scontri del 20 gennaio hanno dimos t r a to quanto s i a impor t ante la prevenzion­e e il potenziame­nto della struttura, in termini di personale e dotazioni di sicurezza».

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