Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Schiantomortale di Lobia, chieste altre perizie sull’auto nell’Orolo
Si vuole stabilire se era occupato il sedile passeggero. L’incidente nel 2020
Il giudice Silvia Rossaro ieri ha disposto nuove perizie sull’incidente del 5 agosto 2020 lungo strada di Lobia, nel quale ha perso la vita Davide Pilotto, 22 anni di Costabissara. A ritenere «indispensabile» un nuovo esame sull’auto è stato il pubblico ministero Jacopo Augusto Corno, in particolare per stabilire se il sedile anteriore passeggero fosse occupato. Il pm ha quindi chiesto che l’auto, ora in una carrozzeria di Costabissara, venga sequestrata e custodita dalla polizia stradale. Da qui opererà il perito scelto dal giudice, il geometra Alessio Maritati, che si interfaccerà con la casa madre del veicolo (Opel) per stabilire se dalla centralina si possono avere i dati precrash, che rivelerebbero la situazione nell’abitacolo appena prima dell’impatto. La disposizione delle persone nel veicolo è centrale nel dibattimento. L’imputata Camilla Marcante è accusata di omicidio stradale perché sospettata del fatto che quella notte fosse alla guida. Lei, 27 anni di Caldogno e difesa dai legali Antonino De Silvestri e Lamberto Rongo, sostiene di essere stata seduta dietro al conducente. Lo stesso sostiene il consulente della difesa, l’ingegner Federico Del Fiume, ieri in aula. Le conclusioni di Del Fulmine sono due: alla guida c’era la vittima, poiché la posizione del conducente non è compatibile con l’altezza dell’imputata (159 centimetri) e che nessuno dei due avesse la cintura. In aula lo ha dimostrato con un paio di ricostruzioni. La prima attraverso una serie di foto che ritraggono la ventisettenne alla guida di un’auto dello stesso modello di quella dell’incidente, con il sedile nella posizione indicata dalla polizia giudiziaria e che la mostrerebbero in difficoltà nell’arrivare ai pedali. Le foto però sono state motivo di discussione, non mostrerebbero con evidenza ciò che si vuole dimostrare. Evidente, invece, sarebbe uno scatto della polizia locale, che mostra come il sedile del conducente fosse ben avanzato e in una posizione che renderebbe difficile la guida per un ragazzo alto 190 centimetri. Per la seconda ricostruzione l’ingegnere ha portato in aula il modello di una cintura impostandola nella posizione del passeggero e mostrando come, dal taglio dei sommozzatori, è evidente che fosse in posizione di riposo (nessuno la stava indossando). La consulenza del tribunale dovrà stabilire anche questo: se le cinture fossero allacciate o meno. Poi dovrà evidenziare sia in quanto tempo l’acqua del torrente Orolo, in cui l’auto è finita capovolta, abbia riempito l’interno sia se è possibile che una persona seduta davanti nell’impatto possa essere stata sbalzata dietro.
La richiesta della perizia è stata appoggiata da entrambe le parti. Ma l’avvocato Leonardo Maran, che tutela la famiglia della vittima costituitasi parte civile, ha poi richiesto che venga disposta pure una nuova perizia medico legale, accolta dal giudice. Questo a seguito della relazione esposta ieri dal dottor Paolo Moreni, chiamato dalla difesa. Il quale ha sostenuto che le lesioni di Pilotto dimostrano che lui fosse al volante, precisando però che questi suoi risultati non sono stati valutati in comparazione con le lesioni dell’imputata e che non ha preso in considerazione la dinamica dell’urto.
La prossima udienza di inizio marzo. Poi ci si rivedrà in aula nel 2025.