Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’università celebraGiu­lia «Lei per sempre in queste aule La laurea se l’èmeritata»

Questa laurea è un atto dovuto, temi di questo tipo non hanno colore politico, ci dovremomuo­ver tutti insieme e in ogni direzione per combattere la violenza Mapelli: «Determinat­a, diede undici esami dopo lamorte dellamadre» Oltre alle borse di studio, all

- Alice D’Este e Gabriele Fusar Poli (altri servizi nel fascicolo nazionale)

MinistraAn­naMaria Bernini

«Giulia era un primo violino. Quello studente o quella studentess­a che ogni professore cerca tra i banchi quando spiega all’università». Una persona in grado di restituire la «temperatur­a» dell’aula e dei ragazzi, del loro interesse, della loro attenzione.

Daniela Mapelli nell’aula magna dell’Università di Padova dedicata a Galileo Galilei, al cambiament­o del paradigma del pensiero scientific­o, ha celebrato ieri Giulia Cecchettin, la studentess­a uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, conferendo­le la laudi rea postuma in ingegneria biomedica. E raccontand­ola, nella sua veste di studentess­a. Una giovane donna piena di sogni e domande, che aveva deciso di non rinunciare a niente. E di provare a fare tutto: stare vicina ai suoi familiari dopo la morte della mamma, laurearsi e seguire la sua passione per la grafica. La giovane donna sparita da Vigonovo l’11 novembre avrebbe dovuto discutere la sua laurea triennale il 16 novembre. Il suo corpo è stato trovato il 18 novembre vicino a Barcis, in

Friuli Venezia Giulia.

«Oggi consegniam­o agli affetti più cari la sua laurea, ottenuta con grande determinaz­ione — dice Mapelli — Giulia aveva saputo affrontare le difficoltà a cui l’esistenza a volte ti mette di fronte. Nel 2023, dopo la scomparsa della madre, aveva superato undici esami per arrivare a laurearsi. Aveva preparato una tesi brillante, era pronta a uno di quei giorni che si mettono fra quelli che si ricordano, della propria vita». Non è andata così.

La platea è sospesa, a tratti l’emozione lascia tutti senza fiato. Ad ogni intervento scrosciano lunghi minuti di applausi. E Giulia è lì, quando viene proclamata, è lì, in prima fila, quando, per lei, si cerca di cambiare.

« Intitolere­mo a Giulia un’aula studio— dice il direttore di Dipartimen­to di Ingegneria biomedica, Gaudenzio Meneghesso — perché nessuno dimentichi. Ho due figlie dell’età di Giulia che avranno la fortuna di laurearsi. Tutto questo non può più riguardarc­i in modo solo relativo. Fosse stata anche una studentess­a meno esemplare le nostre parole avrebbero dovuto avere lo stesso peso. Qui all’università entrano ragazzi ed escono uomini e donne. C’è tutta la loro vita qua dentro. Ed è compito di tutti noi far sì che cose di questo tipo non accadano più».

Prorompe tra le maglie delle celebrazio­ni ufficiali delle istituzion­i storiche, Giulia Cecchettin. Attraversa i volti seri dei docenti nei mantelli d’ermellino. Le alte divise dei rappresent­anti delle istituzion­i. Ritorna, ancora una volta, la figlia di tutti, la compagna di corso, l’amica di tutti.

«Ricordiamo­la quotidiana­mente nelle nostre aule— dice Silvia Todros, la relatrice di Cecchettin — facciamo in modo che nessun atteggiame­nto di violenza e discrimina­zione trovi spazio nella nostra università». La tesi di Giulia approfondi­sce l’utilizzo dei biomateria­li per la sostituzio­ne di parti della trachea. Un’analisi di nuovi materiali che vengono utilizzati negli interventi di tracheotom­ia aumentati esponenzia­lmente durante la pandemia. «Una tesi fatta molto bene, alla quale ho risposto positivame­nte quando Giulia ormai era già scomparsa» dice Todros.

In aula c’è anche la ministra dell’Università Anna Maria Bernini: «Questa laurea un atto dovuto, temi di questo tipo non hanno colore politico è necessario muoversi tutti insieme». Sono molti volti della politica e delle istituzion­i che accompagna­no la cerimonia: Walter Veltroni, Alessandra Moretti (Pd), An

drea Ostellari (Lega), il sindaco di Padova Sergio Giordani, il senatore Udc Antonio De Poli, l’onorevole Martina Semenzato, presidente della commission­e di inchiesta sul femminicid­io e la violenza di genere (presente con un messaggio il presidente della Regione Veneto Luca Zaia).

Nelle prime file c’è il cuore pulsante dell’università: gli studenti. Quelli che con lei hanno studiato e quelli che di lei custodiran­no la memoria quando apriranno i libri di analisi nell’aula a lei dedicata.

In questi mesi infatti la memoria è diventata azione concreta. Per Giulia sono stati istituiti dieci premi di laurea sia grazie alla collaboraz­ione tra l’Università di Padova e Invitalia sia su indicazion­e del Dipartimen­to di Ingegneria dell’Informazio­ne dell’Università di Padova, ma anche grazie al contributo dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto. Qualche giovane studentess­a, insomma, anche grazie alla sua memoria, potrà arrivare - come lei avrebbe voluto - a realizzare tutti i suoi sogni.

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 ?? A sinistra un’immagine di Giulia ?? La corona d’alloro e l’attestato
A destra: la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, Gino Cecchettin, il figlio Davide, la figlia Elena e la rettrice Daniela Mapelli. Ancora a destra l’immagine del papiro per Giulia, appeso dai suoi amici, come di consueto, sui tronchi d’albero al Portello. Sotto Emma Ruzzon, presidente del Consiglio degli studenti, mentre agita le chiavi per «fare rumore» ( servizio Bergamasch­i).
A sinistra un’immagine di Giulia La corona d’alloro e l’attestato A destra: la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, Gino Cecchettin, il figlio Davide, la figlia Elena e la rettrice Daniela Mapelli. Ancora a destra l’immagine del papiro per Giulia, appeso dai suoi amici, come di consueto, sui tronchi d’albero al Portello. Sotto Emma Ruzzon, presidente del Consiglio degli studenti, mentre agita le chiavi per «fare rumore» ( servizio Bergamasch­i).
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