Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L’università celebraGiulia «Lei per sempre in queste aule La laurea se l’èmeritata»
Questa laurea è un atto dovuto, temi di questo tipo non hanno colore politico, ci dovremomuover tutti insieme e in ogni direzione per combattere la violenza Mapelli: «Determinata, diede undici esami dopo lamorte dellamadre» Oltre alle borse di studio, all
MinistraAnnaMaria Bernini
«Giulia era un primo violino. Quello studente o quella studentessa che ogni professore cerca tra i banchi quando spiega all’università». Una persona in grado di restituire la «temperatura» dell’aula e dei ragazzi, del loro interesse, della loro attenzione.
Daniela Mapelli nell’aula magna dell’Università di Padova dedicata a Galileo Galilei, al cambiamento del paradigma del pensiero scientifico, ha celebrato ieri Giulia Cecchettin, la studentessa uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, conferendole la laudi rea postuma in ingegneria biomedica. E raccontandola, nella sua veste di studentessa. Una giovane donna piena di sogni e domande, che aveva deciso di non rinunciare a niente. E di provare a fare tutto: stare vicina ai suoi familiari dopo la morte della mamma, laurearsi e seguire la sua passione per la grafica. La giovane donna sparita da Vigonovo l’11 novembre avrebbe dovuto discutere la sua laurea triennale il 16 novembre. Il suo corpo è stato trovato il 18 novembre vicino a Barcis, in
Friuli Venezia Giulia.
«Oggi consegniamo agli affetti più cari la sua laurea, ottenuta con grande determinazione — dice Mapelli — Giulia aveva saputo affrontare le difficoltà a cui l’esistenza a volte ti mette di fronte. Nel 2023, dopo la scomparsa della madre, aveva superato undici esami per arrivare a laurearsi. Aveva preparato una tesi brillante, era pronta a uno di quei giorni che si mettono fra quelli che si ricordano, della propria vita». Non è andata così.
La platea è sospesa, a tratti l’emozione lascia tutti senza fiato. Ad ogni intervento scrosciano lunghi minuti di applausi. E Giulia è lì, quando viene proclamata, è lì, in prima fila, quando, per lei, si cerca di cambiare.
« Intitoleremo a Giulia un’aula studio— dice il direttore di Dipartimento di Ingegneria biomedica, Gaudenzio Meneghesso — perché nessuno dimentichi. Ho due figlie dell’età di Giulia che avranno la fortuna di laurearsi. Tutto questo non può più riguardarci in modo solo relativo. Fosse stata anche una studentessa meno esemplare le nostre parole avrebbero dovuto avere lo stesso peso. Qui all’università entrano ragazzi ed escono uomini e donne. C’è tutta la loro vita qua dentro. Ed è compito di tutti noi far sì che cose di questo tipo non accadano più».
Prorompe tra le maglie delle celebrazioni ufficiali delle istituzioni storiche, Giulia Cecchettin. Attraversa i volti seri dei docenti nei mantelli d’ermellino. Le alte divise dei rappresentanti delle istituzioni. Ritorna, ancora una volta, la figlia di tutti, la compagna di corso, l’amica di tutti.
«Ricordiamola quotidianamente nelle nostre aule— dice Silvia Todros, la relatrice di Cecchettin — facciamo in modo che nessun atteggiamento di violenza e discriminazione trovi spazio nella nostra università». La tesi di Giulia approfondisce l’utilizzo dei biomateriali per la sostituzione di parti della trachea. Un’analisi di nuovi materiali che vengono utilizzati negli interventi di tracheotomia aumentati esponenzialmente durante la pandemia. «Una tesi fatta molto bene, alla quale ho risposto positivamente quando Giulia ormai era già scomparsa» dice Todros.
In aula c’è anche la ministra dell’Università Anna Maria Bernini: «Questa laurea un atto dovuto, temi di questo tipo non hanno colore politico è necessario muoversi tutti insieme». Sono molti volti della politica e delle istituzioni che accompagnano la cerimonia: Walter Veltroni, Alessandra Moretti (Pd), An
drea Ostellari (Lega), il sindaco di Padova Sergio Giordani, il senatore Udc Antonio De Poli, l’onorevole Martina Semenzato, presidente della commissione di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere (presente con un messaggio il presidente della Regione Veneto Luca Zaia).
Nelle prime file c’è il cuore pulsante dell’università: gli studenti. Quelli che con lei hanno studiato e quelli che di lei custodiranno la memoria quando apriranno i libri di analisi nell’aula a lei dedicata.
In questi mesi infatti la memoria è diventata azione concreta. Per Giulia sono stati istituiti dieci premi di laurea sia grazie alla collaborazione tra l’Università di Padova e Invitalia sia su indicazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, ma anche grazie al contributo dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto. Qualche giovane studentessa, insomma, anche grazie alla sua memoria, potrà arrivare - come lei avrebbe voluto - a realizzare tutti i suoi sogni.