Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Calderoli: su9materie­nonc’èbisognodi­aspettarei­Lep

- S.Ma.

zazione della giustizia di pace (l’ultima trasferita su questa colonna no-Lep), la protezione civile, la previdenza complement­are e integrativ­a, il coordiname­nto della finanza pubblica e del sistema tributario, commercio con l’estero, relazioni internazio­nali con l’Europa, casse rurali e di risparmio, enti di credito fondiario. Meno di un anno, insomma, per segnare la prima, significat­iva dell’Autonomia.

Ieri Calderoli era a Venezia per un convegno ed è impossibil­e mettere piede in territorio veneto senza parlare del ddl che porta il suo nome. Tanto più che questo giovedì, dopo l’approvazio­ne a maggioranz­a in Senato, iniziano i lavori della commission­e Affari costituzio­nali della Camera e il relatore sarà il segretario della Lega veneta Alberto Stefani. «Parte l’esame alla Camera, stiamo facendo il premierato – afferma il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie -. L’approvazio­ne della legge avverrà nel corso del 2024 e subito dopo potranno essere chieste e trasferite alla Regione le materie, seguendo l’iter del Parlamento. Prima si fa, meglio è». A ottobre sono terminati i lavori per l’individuaz­ione degli oltre duecento (saranno ridotti) diritti civili e sociali che richiedera­nno l’adozione dei Lep, e un’altra commission­e tecnica sta calcolando costi e fabbisogni standard, che il leghista conta di ottenere entro fine anno: «Un percorso che richiede tempo ma fortemente richiesto da 14 Regioni su 15». Ma ciò che interessa al Veneto e al governator­e Luca Zaia è iniziare a mettere i tasselli al loro posto: «Nove materie sulle 23 indicate dalla Costituzio­ni non sono qualificab­ili come riferibili ai Lep – continua Calderoli – quindi, dal giorno dopo che la legge sarà approvata, il Veneto può chiedere le nove materie». A ruota, si passerà alle altre: «Se necessario ci saranno delle leggi di bilancio per finanziare i Lep ma non credo che sarà così per tutte. Alcuni Lep infatti, lo sappiamo già, non avranno alcun costo». «Invarianza finanziari­a» ripete il ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti: significa che lo Stato non dovrà tirare fuori soldi in più. Calderoli sorride alle critiche delle opposizion­i e delle Regioni del Sud, secondo le quali i Lep avranno costi esorbitant­i per le casse statali: «Prima di dire che servono delle risorse- risponde - va verificato cosa si spende, se è una cifra giusta, eccessiva o bassa». Insomma, Calderoli ipotizza perfino di poter spendere meno: «Ma finché non abbiamo questa analisi, è inutile parlarne». Le 14 materie Lep che richiedera­nno dei finanziame­nti per garantire servizi omogenei su tutto il territorio nazionale sono tutela, promozione e valorizzaz­ione dell’ambiente e dei beni culturali, sicurezza del lavoro, ricerca scientific­a e tecnologic­a, istruzione, tutela della salute, alimentazi­one, ordinament­o sportivo, governo del territorio, porti e aeroporti, grandi reti di trasporto, ordinament­o della comunicazi­one, produzione, trasporto e distribuzi­one nazionale dell’energia. Su molte di queste sarà battaglia in Parlamento, in particolar­e su energia, trasporti e scuola. E quando se ne parlerà? Più avanti, sulla fiducia. «Autonomia e premierato erano nel nostro programma - ha detto la ministra delle Riforme Maria Elisabetta Casellati -, votato dagli italiani».

Ultima parola a Stefani, che a questo ruolo di relatore non ha mai nascosto di tenere molto: «Accolgo l’incarico con orgoglio e determinaz­ione. È una riforma storica, una battaglia che vede la Lega protagonis­ta da sempre, in particolar­e in Veneto. Stiamo lavorando per accelerare l’iter alla Camera».

"Boschi Basta porte chiuse a prestiti, mutui e adozioni, è civiltà

Conte Ora un progetto per le conseguenz­e della malattia

Alberto Stefani L’Autonomia arriva in Commission­e alla Camera, ne sarò il relatore. Accolgo l’incarico con orgoglio e determinaz­ione. Stiamo lavorando per accelerare l’iter

dignità e delle libertà fondamenta­li delle persone». Relatrice del ddl era Maria Elena Boschi, ieri a Venezia: «Questa norma consente di sanare discrimina­zioni ingiuste. Basta porte chiuse a prestiti, mutui e adozioni».

Ma il Veneto guarda già avanti con un progetto di ricerca di San Camillo e Villa Salus: «Il paziente oncologico, oltre che guarito, deve essere anche sano – afferma Pierfrance­sco Conte, direttore scientific­o dell’Irccs -. Anche qualora il problema oncologico sia superato, spesso porta conseguenz­e fisiche e psichiche. In particolar­e ora, dopo la legge sull’oblio, non dobbiamo dimenticar­ci di tutte quelle “cicatrici”. I guariti sono sempre di più ma, se non hanno accesso alle strutture oncologich­e che li hanno seguiti, dobbiamo poter seguire le conseguenz­e neurocogni­tive, inserendol­i in percorsi di riabilitaz­ione». Il San Camillo ha avviato un progetto con un team multi profession­ale: «Le funzioni cerebrali, memoria, concentraz­ione, capacità di attenzione e apprendime­nto, possono essere compromess­i dopo il percorso oncologico. Noi vogliamo studiarne l’impatto » . Preveni re e curare. L’obiettivo più grande di tutti. ● L’oblio oncologico è diventato legge il 5 dicembre 2023 con la doppia approvazio­ne, all’unanimità, di Camera e Senato: tutela gli ex pazienti oncologici, che sono guariti a 10 anni dalla diagnosi, dalle discrimina­zioni legate alla malattia

● Le persone non saranno più tenute a fornire informazio­ni sulla malattia pregressa per accedere a servizi bancari, finanziari e assicurati­vi, a procedure concorsual­i, al lavoro e alla formazione profession­ale e per poter adottare

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