Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Bob, ora scatta la guerra dei ricorsi «Pista light ancora più impattante»

ItaliaNost­ra va al Tar. LaRegionem­uove i primi passi per la gestione futura dell’impianto

- Stefano Bensa Ugo Cennamo

effetti devastanti sul cronoprogr­amma, mettendo - quasi certamente - del tutto fuori gioco il bob a Cortina. Dove si disputereb­bero, di fatto, solo le gare di sci alpino e curling. E le parole pronunciat­e venerdì dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti («Comincio a essere pentito di aver promosso l’evento, ormai è quasi impossibil­e rispettare il calendario») aggiungono un’ulteriore zavorra al bastimento olimpionic­o. Il governator­e Luca Zaia al momento preferisce non commentare, sebbene abbia più volte sostenuto che la pista da bob, senza Olimpiadi, sarebbe stata inutile.

Ed al tutto si aggiunge un’altra incognita: quella relativa ai costi di mantenimen­to. Il 30 gennaio scorso la giunta regionale del Veneto ha deliberato un atto di indirizzo per la formulazio­ne di un «Piano di legacy delle opere olimpiche». In pratica, un documento con il quale Regione Veneto, province autonoma di Trento e Bolzano e il Comune di Cortina si impegnano «a garantire il sostegno alla gestione post olimpica dell’impianto». Obiettivo ufficiale, come si legge nella delibera, «far divenire l’impianto un centro di riferiment­o europeo per le Federazion­i Nazionali che non dispongono di piste proprie». Versione ufficiosa: c’è bisogno di qualcuno che garantisca almeno i soldi per la manutenzio­ne, all’incirca 1,5 milioni all’anno per evitare un altro caso Cesana, dove la pista ultimata nel 2006 per le Olimpiadi di Torino giace in abbandono dal 2011. Onere che non potrebbe gravare sulle sole casse municipali di Cortina.

Ma nonostante tutto nella Regina delle Dolomiti il clima appare sereno: ieri la presidente di Confindust­ria Belluno Lorraine Berton ha promosso la firma del contratto e l’annuncio

Gli industrial­i Berton: «Ma il via ai lavori è un bene, e lo dimostrere­mo ai disfattist­i»

dei lavori: «È prevalsa finalmente la linea della responsabi­lità. Ora - ha affermato - dobbiamo concentrar­ci sull’obiettivo finale e garantire Olimpiadi vere al territorio e al Paese. Tifare per il bob a Cortina significa tifare per l’Italia. Bene la determinaz­ione dimostrata dal governo, ai disfattist­i dimostrere­mo con i fatti che le Olimpiadi sono una opportunit­à straordina­ria per le Dolomiti bellunesi». Ed anche la città stessa festeggia, letteralme­nte: il 6 febbraio, a due anni esatti dall’avvio delle competizio­ni, Cortina darà luogo ad una serie di iniziative che coinvolger­anno residenti e turisti, da un maxi aperitivo alla «temporary lounge» di Fondazione Cortina (alle 18), alla fiaccolata dei maestri di sci che scenderà dalla «Drusciè A», alla proiezione dei 5 cerchi su Col Drusciè (fino al 19 marzo). Quasi ad esorcizzar­e l’incubo di una potenziale figuraccia. pari misura all’otteniment­o del successo: spinta, guida e materiali. D’altronde i distacchi in gara si misurano nell’ordine dei centesimi di secondi. Oggi la scelta del tipo di acciaio è fondamenta­le ai fini del conseguime­nto della migliore performanc­e e i tracciati vengono realizzati per offrire sicurezza e spettacola­rità». Come la pista che sostituirà l’Eugenio Monti. «Percorso molto tecnico - spiega Menardi - mentre in quello che si costruirà certe difficoltà sono state smussate».

Lo sliding centre cortinese lavorerà da novembre ad aprile e nei mesi estivi si convertirà in pista per il bob estivo a scopo ludico, con rotelle al posto dei pattini. Un’attrazione estiva in una terra dove il bob è una tradizione caratteriz­zante. Al punto che si sono disputate per decenni gare su strade ghiacciate, come quella in val Marzon lungo la strada boschiva che da Auronzo va verso Misurina, otto chilometri in tutto, una sorta di palio delle Dolomiti.

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La versione ridotta Il nuovo progetto messo a punto per le Olimpiadi. I lavori cominceran­no entro la fine del mese

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