Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Amministrative
Portare avanti altri cinque anni di amministrazione o lasciare spazio al nuovo? È il dilemma che stanno affrontando in questi giorni i sindaci di 14 dei 75 comuni vicentini (su 113) al voto il prossimo giugno, che avranno la possibilità di candidarsi per il terzo mandato consecutivo, prospettiva impossibile fino a qualche settimana fa.
Dopo la decisione del Consiglio dei ministri, se per i comuni al di sotto ai 5 mila abitanti non ci sarà alcun limite, per quelli dai 5 ai 15 mila il massimo di mandati consecutivi è salito a tre. Una novità che apre a scenari inediti per le attuali amministrazioni giunte a scadenza, ma non sono mancate le critiche. Chi potrebbe cominciare il quinto mandato, dopo essere stato sindaco dal 1995 al 2004 e dal 2014 ad oggi, è Paolo Pellizzari, primo cittadino di Arcugnano. «Il problema non è se mi ricandiderò - le sue parole -, ma capire se ciò abbia senso per il mio Comune: dovrò parlarne con il gruppo e con i miei cittadini, non deve essere un desiderio mio ma una decisione condivisa». La critica di fondo di Pellizzari è destinata alle tempistiche della riforma, arrivata a pochi mesi dalle elezioni. «Chi amministra un Comune non lo fa da monarca assoluto - spiega -, ci sono dei
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Pellizzari (Arcugnano) Ne parlerò con ilmio gruppo e con i cittadini, ricandidarmi deve essere una scelta condivisa
meccanismi che coinvolgono tutta la squadra. Ho passato quattro anni e tre quarti con una determinata convinzione, il mio vicesindaco con un’altra e ora ci ritroviamo in questa situazione». Un’opinione condivisa anche con la collega di Breganze, Piera Campana. «Ovviamente si comincia ben prima a creare una squadra - afferma -, e questa cosa arriva ad alterare un po’ gli equilibri. Non nego che non ho ancora deciso, ma siccome il gruppo lavorava già da molto tempo sarei più propensa a lasciare spazio al cambiamento». Riguardo la bontà o meno del terzo mandato, la prima cittadina di Breganze vede sia pro che contro. «La difficoltà di esercitare le funzioni di sindaco è diventata ogni anno più complessa - sostiene -, ed è chiaro che le competenze acquisite in due mandati potrebbero essere spese in maniera potenziata, ma penso anche che il ricambio sia molto generativo » . Secondo Cristiano Montagner, sindaco di Mussolente che ha annunciato la sua ricandidatura, si tratta di una scelta obbligata. «Nonostante idealmente sarebbe
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Campana (Breganze) Lavoriamo già da un po’ per formare una squadra, il terzomandato scombina gli equilibri
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Montagner (Mussolente) Sarei per l’alternanza, ma non c’è ricambio quindimi candido di nuovo sindaco
giusta l’alternanza - spiega -, bisogna essere realisti: non c’è ricambio, e in molti casi si fa fatica anche a presentare una lista. Di conseguenza, se si toglie l’opportunità di candidarsi anche ai sindaci che hanno già iniziato un lavoro, nasce davvero il rischio che alcuni Comuni vengano commissariati». Sandro Maculan, sindaco di Zugliano, sta valutando assieme al suo gruppo consiliare, anche se tendenzialmente sarebbe contrario al terzo mandato. «Penso che rimescolare le carte a pochi mesi dalle elezioni sia sempre sbagliato - le sue parole -, e credo che per tutte le istituzioni, in linea generale, debba essere garantita un’alternanza. In molti casi questo è un palliativo rispetto alla difficoltà di reperire la disponibilità di candidati, ma dall’altra parte mi sembra un rischio rispetto al fatto che in tutte le democrazie si stabiliscono dei limiti». Chi ha già annunciato che non si ricandiderà per il terzo mandato è Franco Balzi, primo cittadino di Santorso. «All’inizio del secondo mandato abbiamo lavorato in prospettiva di un cambio - spiega -. Si tratta di un percorso durante il quale erano nate alcune disponibilità e credo che sia corretto dare continuità a questa prospettiva. Inoltre credo molto al valore del ricambio, una rotazione che è anche garanzia di non legarsi alle singole persone».