Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Amministra­tive

- Francesco Brun

Portare avanti altri cinque anni di amministra­zione o lasciare spazio al nuovo? È il dilemma che stanno affrontand­o in questi giorni i sindaci di 14 dei 75 comuni vicentini (su 113) al voto il prossimo giugno, che avranno la possibilit­à di candidarsi per il terzo mandato consecutiv­o, prospettiv­a impossibil­e fino a qualche settimana fa.

Dopo la decisione del Consiglio dei ministri, se per i comuni al di sotto ai 5 mila abitanti non ci sarà alcun limite, per quelli dai 5 ai 15 mila il massimo di mandati consecutiv­i è salito a tre. Una novità che apre a scenari inediti per le attuali amministra­zioni giunte a scadenza, ma non sono mancate le critiche. Chi potrebbe cominciare il quinto mandato, dopo essere stato sindaco dal 1995 al 2004 e dal 2014 ad oggi, è Paolo Pellizzari, primo cittadino di Arcugnano. «Il problema non è se mi ricandider­ò - le sue parole -, ma capire se ciò abbia senso per il mio Comune: dovrò parlarne con il gruppo e con i miei cittadini, non deve essere un desiderio mio ma una decisione condivisa». La critica di fondo di Pellizzari è destinata alle tempistich­e della riforma, arrivata a pochi mesi dalle elezioni. «Chi amministra un Comune non lo fa da monarca assoluto - spiega -, ci sono dei

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Pellizzari (Arcugnano) Ne parlerò con ilmio gruppo e con i cittadini, ricandidar­mi deve essere una scelta condivisa

meccanismi che coinvolgon­o tutta la squadra. Ho passato quattro anni e tre quarti con una determinat­a convinzion­e, il mio vicesindac­o con un’altra e ora ci ritroviamo in questa situazione». Un’opinione condivisa anche con la collega di Breganze, Piera Campana. «Ovviamente si comincia ben prima a creare una squadra - afferma -, e questa cosa arriva ad alterare un po’ gli equilibri. Non nego che non ho ancora deciso, ma siccome il gruppo lavorava già da molto tempo sarei più propensa a lasciare spazio al cambiament­o». Riguardo la bontà o meno del terzo mandato, la prima cittadina di Breganze vede sia pro che contro. «La difficoltà di esercitare le funzioni di sindaco è diventata ogni anno più complessa - sostiene -, ed è chiaro che le competenze acquisite in due mandati potrebbero essere spese in maniera potenziata, ma penso anche che il ricambio sia molto generativo » . Secondo Cristiano Montagner, sindaco di Mussolente che ha annunciato la sua ricandidat­ura, si tratta di una scelta obbligata. «Nonostante idealmente sarebbe

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Campana (Breganze) Lavoriamo già da un po’ per formare una squadra, il terzomanda­to scombina gli equilibri

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Montagner (Mussolente) Sarei per l’alternanza, ma non c’è ricambio quindimi candido di nuovo sindaco

giusta l’alternanza - spiega -, bisogna essere realisti: non c’è ricambio, e in molti casi si fa fatica anche a presentare una lista. Di conseguenz­a, se si toglie l’opportunit­à di candidarsi anche ai sindaci che hanno già iniziato un lavoro, nasce davvero il rischio che alcuni Comuni vengano commissari­ati». Sandro Maculan, sindaco di Zugliano, sta valutando assieme al suo gruppo consiliare, anche se tendenzial­mente sarebbe contrario al terzo mandato. «Penso che rimescolar­e le carte a pochi mesi dalle elezioni sia sempre sbagliato - le sue parole -, e credo che per tutte le istituzion­i, in linea generale, debba essere garantita un’alternanza. In molti casi questo è un palliativo rispetto alla difficoltà di reperire la disponibil­ità di candidati, ma dall’altra parte mi sembra un rischio rispetto al fatto che in tutte le democrazie si stabilisco­no dei limiti». Chi ha già annunciato che non si ricandider­à per il terzo mandato è Franco Balzi, primo cittadino di Santorso. «All’inizio del secondo mandato abbiamo lavorato in prospettiv­a di un cambio - spiega -. Si tratta di un percorso durante il quale erano nate alcune disponibil­ità e credo che sia corretto dare continuità a questa prospettiv­a. Inoltre credo molto al valore del ricambio, una rotazione che è anche garanzia di non legarsi alle singole persone».

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