Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Rapinano un coetaneo, due minorenni denunciati
Continua a perseguitare la sua ex, arrestato
Due minorenni sono stati denunciati dai carabinieri per rapina, la vittima è un loro coetaneo. I fatti risalgono a sabato 2 dicembre e si sono svolti in un parcheggio pubblico di Isola Vicentina. La coppia di giovani, entrambi di 17 anni, attorno all’1,45 si sono avvicinati ad un ragazzo che stava salendo sul motorino per tornare a casa e lo hanno minacciato con un coltello fino a quando la vittima non ha consegnato loro le chiavi del mezzo. In un attimo di distrazione, però, il proprietario del motorino si è allontanato chiedendo aiuto ad alcune persone che si trovavano di fronte ad un locale lì vicino. Immediata la chiamata al 112. Nel frattempo i diciassettenni hanno alzato la sella ed hanno rubato dal vano sia una sigaretta elettronica che le chiavi di casa del ragazzo, per poi scappare a piedi tra i campi della zona. Ma le attività di polizia giudiziaria portate avanti dai carabinieri di Malo hanno permesso di raccogliere diversi elementi di colpevolezza a carico dei due giovani rapinatori. Così, nei giorni scorsi, sono stati entrambi denunciati per rapina alla procura del tribunale dei minorenni di Venezia. ( r.l.)
Non gli è bastato l’ammonimento del questore all’inizio del 2023 e nemmeno il divieto di avvicinamento alla sua ex a cui era stato sottoposto poco tempo dopo. Lui ha continuato a perseguitare la donna. Lo faceva inviandole continui messaggi, talvolta anche minacciosi, e presentandosi nel suo posto di lavoro o nei luoghi da lei più frequentati. La donna non era più al sicuro. Così la procura ha deciso per l’aggravamento della misura cautelare nei confronti dello stalker. Venerdì sera l’uomo, un operaio albanese di 32 anni con diversi precedenti, è stato arrestato dai carabinieri a Camisano e, dopo le formalità di rito, è stato trasferito nella casa circondariale di Vicenza. Le continue violazioni dei provvedimenti emessi a suo carico non hanno lasciato altra scelta al giudice. La custodia cautelare in carcere è stata vista come unica opzione per poter salvaguardare la sicurezza della donna, vittima dei suoi comportamenti persecutori. L’unico modo per scongiurare un epilogo tragico come quelli che negli ultimi mesi hanno riempito le pagine delle cronache. ( r.l.)