Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Pennacchi: «Arlecchino lamaschera del futuro»
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Èun Arlecchino che interroga se stesso e i nostri tempi quello che Andrea Pennacchi porta in scena con pensosa leggerezza e ironia sotto la direzione di Marco Baliani. Un classico di Goldoni, Arlecchino servitore di due padroni conosciuto in tutto il mondo, prende nuova vita e assume forme inesplorate in Arlecchino? Lo spettacolo, dopo il debutto al teatro Sociale di Cittadella (Padova), dove è stato allestito, è ora in tournée in varie piazze e tornerà in Veneto dal 14 febbraio, a partire dal teatro Verdi di Padova.
Pennacchi, come nasce l’idea di portare sulla scena Arlecchino?
«È un progetto concepito con Pierluca Donin, mio carissimo amico, compianto direttore del circuito teatrale Arteven, un uomo che era una fucina di idee sempre nuove per sostenere il teatro veneto. Cercavamo, con Baliani - che è stato mio maestro - un testo classico della nostra tradizione da portare fuori regione: un’occasione per me di tornare sulla scena e di mettere al servizio del teatro quella notorietà che mi ha dato la televisione».
Cosa significa il punto interrogativo del titolo?
«Si gioca innanzitutto sulla mancanza di phisique du role, evidente per chi mi conosce. All’Arlecchino tutto balzi e vitalità che Giorgio Strehler ha consacrato a livello mondiale, interpretato prima da Marcello Moretti, poi per oltre 50 anni da Ferruccio Soleri, sostituiamo un personaggio più moderno per aprire una finestra sul mondo contemporaneo. Operazione non facile perché ci ha portato a misurarci con una tradizione consolidata, quella dello spettacolo di Strehler, e, nel seguire una strada diversa, a ingaggiare un corpo a corpo con una tradizione difficile da scalfire. L’approccio innovativo del Piccolo Teatro al testo, nel 1947, ha riportato in auge un Goldoni che pareva ormai destinato all’oblio, gli ha dato nuova vita e in tutti questi anni è diventato un modello con cui necessariamente confrontarsi, rischiando di rimanere schiacciati».
Insomma, un atto di coraggio.
«O di incoscienza… abbiamo cercato una nuova chiave di lettura e ora siamo contenti dell’accoglienza che ci ha riservato il pubblico. A livello tematico abbiamo puntato sulla prospettiva sociale pur mantenendo la chiave comica. Ad esempio, cosa significa oggi essere un servitore, come si delinea il suo ruolo e in che relazione è col padrone. E poi abbiamo esplorato l’universo femminile: Beatrice, Clarice e Smeraldina hanno personalità molto diverse tra loro, ma esemplari: la prima è coraggiosa e intraprendente, la seconda appare più sottomessa, ma trova la forza di ribellarsi al padre, infine la giovane servetta è consapevole dei diritti delle donne».
E a livello narrativo?
«Si sono creati più strati. Oltre a quello intrinseco alla vicenda degli inganni e degli equivoci legato al doppio gioco di Arlecchino, servitore di due padroni, c’è la storia degli attori che mettono in scena la commedia e hanno una vita propria».
Progetti per futuro?
«Ho in mente un romanzo. Lo sto portando avanti molto lentamente».
La vedremo di nuovo protagonista della serie tv «Petra» al fianco di Paola Cortellesi?
«Non c’è ancora un’indicazione precisa da parte della produzione per la realizzazione di una terza stagione, però, dato il successo delle prime due, non è improbabile un nuovo ciclo». realtà internazionale nel settore delle attrazioni per parchi divertimento. Le sue giostre regalano sorrisi nei luoghi più noti al mondo: dal Luna Park a Coney Island, a DisneyWorld, agli Universal Studios, solo per citarne alcuni. Il gruppo, con sede ad Altavilla Vicentina, vende nel mondo oltre 150 attrazioni all’anno e fa dell’innovazione il suo punto di forza. È stato proprio Zamperla a promuovere lo sviluppo di studi ingegneristici e medico-scientifici affinché le giostre possano essere accessibili anche per le persone con esigenze speciali. La sua l’azienda ha contribuito all’acquisto della centrale di monitoraggio della Terapia Intensiva neonatale dell’ospedale di Vicenza. A ricordarlo, al concerto, saranno presenti familiari, collaboratori e amici. I biglietti sono acquistabili sul circuito online del Comunale (www.tcvi.it), alla sede della Oto in Vicolo Cieco Retrone (0444 326598) e alla biglietteria del Comunale (0444 324442).