Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Paradiso o sfregio? Le casette di vetro sulle Dolomiti infiammano i partiti
Una legge già contestata prima del voto permette ai Comuni di costruirne due ciascuno sopra i 1600metri
Si chiamano «starlight room», stanze a 5 stelle, in vetro e legno, incastonate oltre quota 1.600 metri sulle Dolomiti immerse nella luce delle stelle: un’immagine paradisiaca. Ma la loro approvazione in consiglio regionale sarà un inferno. Dal solo consigliere del Pd, Andrea Zanoni, arriveranno 34 emendamenti.
In discussione andrà il progetto di legge di iniziativa della giunta regionale che punta sul turismo «emozionale» fresco di consacrazione alla Bit, la Borsa italiana del Turismo di Milano, a cui ha partecipato l’assessore regionale Federico Caner. In realtà, dal febbraio dello scorso anno la creazione di queste strutture è già possibile se «agganciate» a strutture già esistenti come, ad esempio, al rifugio Col Gallina sul Falzarego. Cubi di legno d’abete e larice le cui pareti e soprattutto il soffitto sono completamente in vetro per poter dormire letteralmente sotto le stelle. Prezzo a notte, in questo caso, 700 euro. Palazzo Ferro Fini, però, dovrà esprimersi sulla possibilità di «starlight room» edificate ex novo. Due per Comune. Quindi potenzialmente, dice Zanoni: «Ci sono 86 comuni sopra i 1.600 metri in Veneto quindi parliamo, potenzialmente, di 172 nuove strutture». Per la precisione: 56 in provincia di Belluno, 18 a Vicenza, nove a Verona e tre a Treviso. Da palazzo Balbi fanno sapere che si tratta di blocchetti di due stanze con due letti, poco impattanti, l’opposizione ribatte che non basta un letto sotto le stelle, serviranno anche fognature e probabilmente strade per far giungere i turisti vip in quota, Zanoni ipotizza che si arriverà a piazzole per far atterrare gli elicotteri disturbando la fauna e le migrazioni degli uccelli «e, senz’altro, fra elicotteri e gruppi elettrogeni per illuminare le nuove strutture, chi cammina due-tre ore per godere del silenzio e dei suoni della natura, avrà una brutta sorpresa. Peraltro non sono specificate le dimensioni massime delle strutture». Preoccupazioni che la maggioranza respinge al mittente sottolineando che la ratio della proposta di legge invece è incentrata sull’impatto zero.
Concretamente si modificherebbero la norma dello scorso anno «Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto» ma, soprattutto, la legge urbanistica regionale che, a oggi, impone il divieto assoluto di nuove edificazioni sopra il 1.600 metri con deroghe soltanto per malghe, rifugi e bivacchi alpini. «Questa proposta di legge delinea ancora una volta un’idea di montagna “cartolina” nella quale è più importante investire su un certo tipo di turismo per pochi benestanti, rispetto ad investimenti sull’accessibilità e la sopravvivenza dei territori montani nel lungo periodo, per tutti» attacca Elena Ostanel (Veneto che Vogliamo) che è relatrice di minoranza. L’opposizione è granitica nel suo no. «Trattare le nostre montagne come fossero dei musei per le élite o dei safari è una tentazione che questa giunta regionale sta portando a nuove vette» dice Cristina Guarda, (EV). Il tema, apparente di nicchia, si sta trasformando in un nuovo fronte su cui battagliare coltello fra i denti. Zanoni ha lanciato anche una petizione on line su change.org sottoscritta in cinque giorni da oltre mille persone: « Qui la maggioranza cerca di aprire un varco, si parte così e poi chissà dove arriveremo». Il dato ulteriore è che in Commissione turismo ha votato no al pdl anche il leghista Marzio Favero convinto dalle audizioni di associazioni come il Cai che si sono spese contro le starlight room. Se ci aggiungiamo movimenti tellurici in seno alla maggioranza dopo la spartiacque sul Fine vita, non è da escludere che ci possano essere altri insospettabili contrari. Sullo sfondo resta la profonda incertezza su come saranno i rapporti di forza interni al centrodestra dopo le Europee e se un Terzo mandato vedrà la luce o, come appare più probabile, no. Sancendo così la fine dell’era Zaia. E, quindi, il voto compatto su impulso della giunta a qualche consigliere del Carroccio comincia a essere indigesto. In serata l’assessore Caner ha comunicato d’essere malato al presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti. Il voto è stato, quindi, rimandato. La battaglia, invece, infuria già.