Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Aria pessima, scatta l’allerta rossa fermi i diesel commerciali Euro 5
Nuovidivieti, marestanole(tante) deroghe. Gliartigiani: sicambianomenocaldaie
L’aria è pessima e ciò che era prevedibile qualche giorno fa si è avverato. Da oggi la città entra in allerta rossa. Da dieci giorni consecutivi l’intensità delle polveri sottili è tale da superare i limiti e costringere a una nuova stretta sulla circolazione stradale (dalle 8.30 alle 12.30 fermi i diesel Euro 5 commerciali). In tema di impianti termici le misure sono invariate rispetto all’allerta arancione (18 gradi con tolleranza di 2 gradi nelle abitazioni e negli edifici pubblici). I limiti rimarranno in vigore fino a domani compreso in attesa di un nuovo bollettino Arpav. Intanto dopo i fasti del superbonus, frena le sostituzioni dei vecchi impianti termici con soluzioni meno inquinanti.
Aria pessima, si diceva. Gli ultimi dati disponibili dipingono la gravità della situazione. Il limite di legge è fissato a 50 microgrammi di Pm10 per metro cubo d’aria. Le centraline Arpav in città hanno registrato 107 microgrammi in corso Santi Felice e Fortunato, 101 ai Ferrovieri, 91 al Quartiere Italia. Considerato che questi valori sono stati pubblicati ieri e fanno riferimento al giorno precedente, cioè domenica, si accredita l’idea di una marcata assenza di rispetto dei limiti sulla viabilità e suda gli impianti termici già imposti dall’allerta arancione. Contestuale, per altro, alla manc a n z a d i c o n t r o l l i . L e eccezioni, d’altra parte, sono molto più che numerose.
La gravità della situazione non risale certo a dieci giorni fa ma continua da prima delle festività natalizie. Ma all’epoca l’esigenza di salvare lo shopping natalizio non solo fece venire meno gli usuali limiti ma portò a incrementare il numero di parcheggi temporanei a ridosso del centro storico. Elemento che fa apparire il «bonus caldaie» varato dall’amministrazione la scorsa settimana già un po’ meno coraggioso. Fermo restando che la situazione dell’aria in città non può non essere considerata nell’ambito geografico, ossia all’interno della pianura padana, sul banco degli imputati sono le emissioni nocive emesse dagli allevamenti intensivi (assenti in città e nella prima cintura urbana), dai gas delle auto ma soprattutto dagli impianti termici, dalla loro vetustà o dalla loro mancanza di manutenzione. «Arriviamo un periodo superbonus in cui sono stati sostituiti molto impianti. Ora assistiamo a una frenata importante delle sostituzioni - spiega Renato Calderato, presidente Sistema Impianti di Confartigianato Vicenza -. Rimangono le detrazioni che alimentano una discreta richiesta. Ma si tratta di un trend normale, sostituzioni per usura, guasto o riqualificazione». A fare la differenza, in tema di abbattimento di emissioni, sono le pompe di calore. «La diffusione del fotovoltaico – osserva Calderato – ha fatto sì che chi lo utilizza opti proprio per le pompe di calore. Sappiamo che la soluzione a lungo termine sarà queste tecnologica ma oggi non si possono installare indistintamente in tutte le abitazioni e in più costa ancora parecchio». Mediamente tre o quattro volte di più rispetto a una caldaia tradizionale. Il che se da un lato pone l’attenzione sulla mancanza di uno stimolo costante alla riqualificazione edilizia, dall’altro sottolinea che «i costi, l’incertezza sulle fonti energetiche future e le detrazioni fiscali sono gli elementi che impediscono alle pompe di calore una diffusione più ampia» sintetizza Calderato.
Eccezioni Deroghe al sito www.com une.vicen za.it/uffici /cms/nos mog.php/ chi_puo_c ircolare_a ggiornato