Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
LaLega rilancia la corsa solitaria Gli alleati: «Unerroredividersi»
Stasera summit tra i segretari del centrodestra, preoccupano Comuni e Regione
Il sasso gettato nello stagno dalla Lega del segretario regionale Alberto Stefani ha creato uno tsunami. La scelta unanime del direttivo di lunedì di correre da soli alle elezioni provinciali con il sottotesto di privilegiare una corsa solitaria (e muscolare) anche alle amministrative e, qui la vera minaccia, alle Regionali è un messaggio che non è sfuggito agli alleati di centrodestra con Flavio Tosi, FI, che auspica «la compattezza della coalizione» e soprattutto con Luca De Carlo, FdI, che invita a limitare dichiarazioni sui giornali «in momenti delicati come questi» e ricorda come «uniti si vince».
Le crepe fra i tre partiti del centrodestra in Veneto si allargano man mano che si avvicinano appuntamenti elettorali cruciali come le Europee e le amministrative in ben 309 comuni. Se per le Europee il meccanismo elettorale ovviamente concentra all’interno dei partiti tensioni e rivendicazioni, è sulle amministrative che si deve (dovrebbe) trovare la quadra correndo unitariamente. Il primo appuntamento ufficiale è stasera quando i coordinatori e segretari regionali Stefani, De Carlo, Tosi e Antonio De Poli per l’Udc si vedranno per la prima volta. Stefani difende una svolta (o un ritorno) territoriale anche attraverso la saldatura con liste civiche. De Carlo lo punzecchia «Mi fa enormemente piacere che anche Stefani riconosca il fallimento delle grandi alleanze nelle Province come quella di Padova con dentro tutti, anche il Pd. Ma per consolidare a livello locale lo straordinario risultato nazionale non possiamo permetterci di correre divisi. Meglio fare una seria riflessione con gli alleati per
puntare a vincere grazie all’unità del centrodestra». Tosi si tiene sguiscio: «Rispettiamola decisione della Lega che però credo vada interpretata come una possibilità non come una chiusura, lo stesso discorso vale per le amministrative». Peraltro, giusto ieri, il tavolo provinciale del centrodestra sembrava orientato proprio per il classico listone con il placet anche del Carroccio.
Eppure, almeno sul piano strategico la Lega ha deciso di rialzare la testa rispetto alle richieste sempre più pressanti di FdI. Questione d’orgoglio si diceva ieri fra le pause del consiglio regionale a trazione leghista. Il capo dell’intergruppo Alberto Villanova, che già in direttivo aveva detto «venderemo cara la pelle», accettando il dono al consiglio regionale di un bassorilievo in marmo del leone di San Marco, ha scandito «Nel corso dei
secoli, in molti hanno cercato di abbattere questo simbolo: da Napoleone ai Titini. Ma i nostri leoni sono scolpiti nel marmo e sono destinati a durare nei secoli». Il rapporto fra Lega e FdI ormai da più di un anno è così: dichiarazioni mediate, messaggi velati e punzecchiature costanti. Gli equilibri interni alla coalizione sono evidentemente in fase di mutazione profonda e i contraccolpi si sentono.
Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale, commentando la scelta sulle
Provinciali dice: «In una dinamica politica elettorale ci sono azioni che vanno fatte per ribadire una presenza importante nelle amministrazioni locali. La Lega non è un attore secondario, abbiamo una classe dirigente preparata sotto il profilo amministrativo e anche umano che fa girare il Veneto. Fa bene Stefani: non possiamo essere stropicciati sulla stampa un giorno sì e l’altro anche, abbiamo una dignità e una storia. Per amministrare i comuni veneti servono persone coerenti non acrobati della politica». Il riferimento sarebbe a recenti tesserati di FdI perché la versione del Carroccio, in queste settimane, è che i Fratelli non avrebbero persone adatte da candidare. I meloniani non raccolgono e restano alla finestra attendendo il trionfo annunciato delle Europee. La guerriglia è appena agli inizi.
Roberto Ciambetti Stefani ha fatto bene, abbiamo una storia e una dignità, basta essere stropicciati tutti i giorni