Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
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Aria pessima fino a Lonigo e pure Schio. Si spera nella pioggia (in arrivo)
Arte, mare e montagna, perfino superstrade nuove di zecca. Ma in Veneto manca l’aria buona. E Vicenza non è l’eccezione, anzi. Le allerte rosse dell’Arpav si sprecano. Gli appelli pure. Ieri alle parole del presidente dell’Anci Mario Conte hanno fatto eco quelle del sindaco Giacomo Possamai, che governa una città in cui la concentrazione fuori legge di polveri sottili Pm10 persiste quasi ininterrottamente da settimane. «Non possiamo più attendere – avverte Possamai -. Sul fronte ambientale e delle polveri sottili in pianura padana abbiamo bisogno di un intervento straordinario da parte del governo: la sostituzione caldaie e la riforestazione urbana sono due fronti su cui sono necessari investimenti importanti». Quindi «noi Comuni stiamo provando a fare la nostra parte ma è evidente che non basta. Serve un’azione che arrivi dall’alto e che coinvolga governo e Unione Europea. Siamo disponibili ad appoggiare la richiesta di aiuto ed intervento formulata da Conte in ogni sede istituzionale». Ad abbattere le polveri sottili servirebbero piogge e vento. Le prime sono attese da venerdì, del secondo non c’è traccia da tempo. E anche se le temperature si sono attenuate, nebbia e foschia continuano a soffocare il territorio. In teoria, spiega il consigliere provinciale delegato all’Ambiente Matteo Macilotti «l’entrata in allerta rossa del capoluogo spinge automaticamente tutto l’“agglomerato Vicenza” a prendere i provvedimenti presi dal capoluogo». Ossia ulteriori restrizioni al traffico veicolare e una regolazione degli impianti termici a non oltre i 18 gradi. Nell’agglomerato Vicenza rientrano ventitré comuni, da Quinto
Vicentino a Nogarole, da Dueville a Lonigo. «Naturalmente – continua Macilotti – ogni ente locale si regola da sé anche in forza della circostanza che le condizioni e i valori ambientali della città non sono quelli degli altri Comuni. La Provincia, in un certo senso, non ha nessun potere coercitivo. Meglio: ce l’ha ma nella sua storia non mi risulta sia mai stato utilizzato».
A patire, intendiamoci, non è solo il capoluogo. Anche Schio presenta da giorni concentrazioni oltre il limite di Pm10 per metro cubo d’aria. Bassano lo stesso.
Piogge e vento latitanti, si diceva. «Uno dei grossi problemi è qui, nelle condizioni atmosferiche – dice il consigliere provinciale -. Sono cambiate. D’altra parte gli studi ci dicono che l’aria è meno inquinata di un tempo, grazie soprattutto alle nuove tecnologie cui i motori delle auto non sono esenti. Ma è il clima a essere inesorabilmente mutato. Non nevica più, non piove più, non c’è più vento. Così, a causa della sua conformazione, la pianura padana è una camera a chiusura stagna». I vettori più significativi dell’emissioni di Pm10 sono noti: allevamenti intensivi, impianti termici, gas delle auto. La scorsa settimana Palazzo Trissino ha stanziato 50 mila euro per ridurre i costi sostenuti dai cittadini e migliorare l’efficienza energetica degli impianti nell’ottica di una riduzione delle emissioni inquinanti. «È chiaro che si tratta di una goccia nel mare» dice Possamai rinnovando l’appello di Conte. Oggi intanto è prevista la diffusione del nuovo bollettino Arpav. La conferma del rosso sembra già scontata.