Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Sicurezzanelmondodel lavoro multeperunmilione alle aziende
Ma imorti calano. Il colonnelloMoscati: si deve lavorare ancora per la prevenzione
VICENZA Le violazioni in materia di sicurezza del lavoro sono costate quasi un milione di euro alle aziende inadempienti, mentre per quanto riguarda gli incidenti mortali il territorio vicentino rappresenta la nota meno dolorosa del triste quadro veneto.
È quanto emerge dai dati, presentati ieri, relativi al 2023, forniti dal nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro di Vicenza, divisione dell’Arma formata sul piano giuslavoristico e sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, la cui prevalenza dell’attività viene condotta insieme ai colleghi del comando di Vicenza e in sinergia con la prefettura. Il numero più significativo è quello relativo ai decessi sul posto di lavoro, riguardo ai quali il Veneto detiene il secondo posto in Italia con 101 casi da gennaio a dicembre 2023, in diminuzione rispetto ai 113 del 2022 e dietro solo ai 172 della Lombardia. In questa situazione drammatica, la provincia di Vicenza ha registrato 10 decessi, quasi un dimezzamento rispetto ai 19 dell’anno precedente, con gli infortuni totali che sono scesi da 16.032 a 13.457. Numeri che a detta dell’Arma certificano il buon lavoro svolto nell’ultimo anno in tema di prevenzione, anche se non è ancora sufficiente.
«Chiaramente quando si verifica un decesso in un luogo di lavoro è sempre una tragedia - spiega il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Giuseppe Moscatie nonostante l’andamento sia positivo si tratta di dati che non vorremmo mai leggere. Non è finita, dobbiamo continuare su questa strada: Vicenza è una provincia molto produttiva ed è interesse degli imprenditori che i lavoratori vengano tutelati». Come illustrato dal comandante del Nil di Vicenza, il maresciallo capo Claudio Venzo, la prima parte dello scorso anno è stata caratterizzata da «110 in sicurezza 2023», operazione straordinaria di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e di contrasto al sommerso nel settore dell’edilizia: in quest’ambito, sono stati identificati 8 lavoratori in nero e adottati 21 provvedimenti di sospensione, di cui 16 per gravi violazioni in materia di sicurezza e 5 per lavoro nero. Durante il periodo estivo e in quello natalizio, invece, i militari hanno effettuato 25 controlli nelle attività commerciali, nell’ambito dei quali sono state riscontrate irregolarità da parte di 23 di esse. In tutto, nel 2023 sono state deferite 130 persone, di cui 10 per caporalato e 120 per violazioni in materia giuslavoristica sulla salute e sicurezza neiluoghi di lavoro, con 136 aziende controllate, la maggior parte nell’ambito edile, e 439 lavoratori verificati. Complessivamente, sono state contestate sanzioni penali per un importo di 568.517 euro, mentre le multe per ottenere la revoca del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale sono costate 334.200 euro.
«Nell’anno appena trascorso si è svolta una programmazione in ambito territoriale - il commento del prefetto Salvatore Caccamo -, che nasce da un rapporto collaborativo esercitato in vari settori. Tutti i soggetti che lavorano per rendere sempre migliori le condizioni dei lavoratori confluiscono in un tavolo permanente che opera in prefettura, dove si esplicano attività di prevenzione e informazione al fine di essere sempre più intensa la sensibilizzazione».