Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
RapinaallagioielleriadelValecenter Presounostaggio, panicotraiclienti
Cinque uomini armati dimitra scatenano il caos, razziano i preziosi e scappano. «Avevano l’accento veneto»
Un commando di cinque uomini, vestiti di nero e armati di pistole e fucili mitragliatori, ha dato l’assalto al centro commerciale Valecenter di Marcon, alle porte di Mestre, seminando il panico tra le famiglie che facevano la spesa. Sono entrati dall’ingresso principale verso le 19 e hanno fatto irruzione alla gioielleria Valenza con il passamontagna abbassato. Scene che in Veneto non si vedevano da anni, dai tempi delle rapine con kalashnikov degli anni Novanta.
L’azione è stata rapidissima ed è durata una manciata di minuti. Il primo dei cinque ha preso in ostaggio una delle due commesse, l’ha portata in galleria, all’esterno del negozio, tenendola immobilizzata con un braccio stretto intorno al collo mentre nell’altra mano aveva un’arma lunga. Era chiaro l’intento di intimorire la gente e scoraggiare il servizio di sicurezza o eroi improvvisati tra i clienti. Una guardia giurata dirà più tardi che parlavano con accento veneto: «Me li sono trovati davanti mentre scappavano, avevano sguardi cattivi».
Nel centro commerciale già qualche minuto prima era scattato l’allarme e il servizio d’ordine privato stava già dicendo a tutti di abbandonare la struttura e stare lontani dalla galleria. La gente terrorizzata cercava di guadagnare l’uscita, alcuni negozianti hanno chiuso la saracinesca cercando riparo all’interno, qualcuno insieme ai clienti, come ad esempio i commessi della vicina vetrina Wind 3 e
Franco Gioielli, altri ancora si sono rinchiusi nei bagni e hanno cominciato a chiamare le famiglie a casa, chiedendo aiuto.
Le voci cominciano a farsi urla, si sentono nitidi i passi pesanti di chi corre: « Fate presto, fate presto. Via, andiamo via tutti».
Gli altri quattro nel frattempo ordinano alla seconda commessa, armi puntate, di aprire tutte le vetrine del negozio e fanno razzia di preziosi facendoli scivolare in sacchi
e borse. Dopo aver preso tutto quello che possono cercano di fuggire e portano con loro l’ostaggio. A quel punto succede l’imprevedibile. La commessa sequestrata ha una crisi di panico, piange, sembra quasi svenire e cade a terra. La seconda commessa, quella che ha aperto le vetrine nel negozio, non dà tempo ai banditi di pensare e di agire, magari di usare violenza: «Sta male, prendete me: esco io con voi». I banditi accettano e la trascinano lungo la galleria. La portano fuori di corsa, nel parcheggio del grande centro commerciale, storico punto di riferimento del Veneziano. Una volta arrivati all’auto preparata per la fuga, una Panda rossa, la siedono a terra, davanti al cofano e le intimano di non muoversi mentre caricano tutta la refurtiva nel baule. La commessa trattiene il respiro, resta immobile e ubbidisce agli ordini.
A quel punto gli incappucciati decidono di lasciarla stare e mettono in moto l’auto, che sarà ritrovata più tardi poco lontano. Probabilmente nei paraggi ce n’era una seconda pronta.
Nel frattempo sono arrivate le forze dell’ordine che con le armi spianate hanno fatto allontanare chi ancora era dentro il centro commerciale nel timore che i banditi o alcuni di loro potessero essere nascosti. Subito è cominciato l’esame delle telecamere e la caccia ai malviventi. Il centro commerciale è vicino all’ingresso dell’autostrada ma al centro di un ventaglio di provinciali che puntano in diverse direzioni. Le commesse sotto choc e gli altri testimoni sono stati sentiti per ore.
Chiusa in bagno Ero sola e ho visto la gente che correva. Sono rimasta chiusa in bagno 40 minuti
Corsa disperata Quando le guardie giurate ci hanno detto di scappare siamo partite di corsa, senza neppure guardarci attorno
Giù le serrande All’Unieuro hanno abbassato subito le saracinesche e si sono barricati dentro