Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

L’abuso d’ufficio, i Comuni e i cittadini

- Tommaso dalla Massara

E,in ogni caso, a pagare sono le casse pubbliche (al netto del possibile intervento sui singoli da parte della Corte dei Conti). Una nuova frontiera della responsabi­lità, poi, è quella che si lega al danno da inquinamen­to atmosferic­o, tema drammatico di questi giorni. Anche per quest’ipotesi, la Corte di Cassazione ha precisato che vale la giurisdizi­one ordinaria. In breve, il privato cittadino è titolare di un diritto soggettivo nei confronti della pubblica amministra­zion e, e si tratta di un diritto che si fa valere davanti al giudice ordinario. C’è allora il rischio che l’amministra­zione locale finisca per essere considerat­a il colpevole di tutti i mali? Senza dubbio, non si può pensare che ogni evento negativo sia addossabil­e alla responsabi­lità di chi amministra. Se però si legge con attenzione il testo delle sentenze - tanto quelle della Corte Suprema quanto quelle delle Corti di merito - si coglie che la condanna a carico dei Comuni scatta non già perché un certo danno si sia verificato (quale obiettivo accadiment­o), bensì quando i Comuni non abbiano adottato «tutte le misure idonee a impedire che il danno si verifichi». La linea di discrimine è sottile, ma decisiva. La responsabi­lità insorge di fronte all’inerzia delle pubbliche amministra­zioni. Ecco allora che il messaggio prende tutt’altra direzione. Il nuovo assetto (da un lato, l’abolizione dell’abuso d’ufficio e, dall’altro lato, le indicazion­i forti della Cassazione sul piano della responsabi­lit à civile) suggerisce l’idea che sia venuto il tempo di assumere decisioni. Sembra che, per le amministra­zioni, sia finalmente il tempo di decidere invece che di attendere. Chi governa, allora, mostri coraggio nell’adottare provvedime­nti: per la sicurezza sulle strade, per l’inquinamen­to acustico e atmosferic­o, e via discorrend­o. Potrebbe essere una rivoluzion­e morbida contro quella che, sulla falsariga della «medicina difensiva», verrebbe voglia di definire «amministra­zione difensiva».

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