Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Baxi, per il secondo stabilimento si fa strada l’ipotesi dell’ex Abb
Intanto in città si riaccende la polemica. Retinò: segnale per la politica, si faccia rete
Dopo l’acceso dibattito della scorsa estate che ha diviso la città e i consiglieri comunali, tra favorevoli e contrari, sull’ampliamento di Baxi nell’attiguo capannone di via Trozzetti di proprietà di Pengo spa - operazione condizionata dalla possibilità di quest’ultima di costruire un nuovo centro logistico in un’area verde di San Lazzaro - con conseguenti preoccupazioni per le ricadute occupazionali, ora sembra sia stata trovata una soluzione alternativa. Manca ancora l’ufficialità, ma si fanno sempre più insistenti le voci che l’azienda cittadina potrebbe ampliare l’attività utilizzando gli spazi dell’ex stabilimento della Abb di Marostica. Lo stesso direttore generale di Baxi, Alberto Favero, in un’intervista pubblicata nel nostro quotidiano ( pagina 12, Corriere del Veneto del 3 febbraio) ha annunciato che presto l’azienda «disporrà di un secondo stabilimento per la produzione delle pompe di calore in una sede industriale già esistente». Dopo lo stop del consiglio comunale al progetto del polo logistico Pengo, Baxi ha quindi cercato uno spazio, da acquisire o da prendere in affitto, sufficientemente capiente e adeguato alle sue necessità. Secondo voci non confermate dai diretti interessati, tra le possibili sedi in ballo ci sarebbe anche quella della Abb e l’attività potrebbe essere operativa nella primavera del 2025. Sembra quindi rientrato il rischio di un allarme occupazionale, con possibile riduzione del personale in forza nell’azienda di via Trozzetti come era stato paventato dopo il voto in consiglio contrario all’operazione urbanistica che ha aperto un acceso dibattito in città, tra raccolte di firme, prese di posizione, sollevazione dei quartieri coinvolti, interventi del mondo sindacale, cortei.
Sui recenti sviluppi della vicenda è intervenuta la lista civica Bassano per tutti che supporta Paolo Retinò come candidato sindaco alle prossime amministrative. «La questione Baxi-Pengo si è intrecciata con la crisi politica che la nostra città ha vissuto nell’estate 2023 – sostiene Retinò – Sappiamo quanto Baxi sia radicata nel Bassanese e crediamo che l’acquisizione di uno stabile già presente sia la riprova di quanto da noi sempre sostenuto: capannoni e fabbriche abbandonate ci sono, sono disponibili e utilizzabili, puntiamo a dare loro nuova vita prima di costruire ex novo. Inoltre, crediamo che la scelta di uno stabilimento al di fuori di Bassano non sia necessariamente una sconfitta, ma un segnale per la politica: si deve fare rete. Per rendere attrattivo un territorio, per le aziende ma anche per chi le tiene vive: la forza lavoro». E ancora: «La nostra città gode di un’economia florida che di certo non va frenata o limitata, ma guidata nella giusta direzione. Per questo dobbiamo confrontare il nostro tessuto industriale-produttivo profondamente intrecciato con quello abitativo-sociale». Retinò propone di creare Bassano un polo di innovazione, ricerca e sviluppo per lanciare la città rendendola «locomotiva del territorio», in collaborazione con le università e le associazioni di categoria.