Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Delitti tra imonti
Il romanzo giallo di ChiccaMaralfa sui luoghi dellaGrandeGuerra adAsiago. Crimini ambientali emisteri. Omaggio aRigoni Stern
Un giallo storico ambientato tra Asiago e i luoghi della Grande Guerra, in cui gli omicidi sono strettamente legati ai crimini ambientali.
Il delitto della montagna (Newton Compton, 288 pagine, 12,90 euro) è il nuovo romanzo della giornalista e scrittrice Chicca Maralfa, che riporta in scena le indagini del commissario Gaetano Ravidà, comandante dei carabinieri di Asiago. Tra le cave di marmo dismesse, che inquinano la falda acquifera da cui arriva l’acqua a molti comuni dell’Altopiano, Ravidà e i suoi uomini trovano rifiuti pericodella losi, ma anche un cadavere. Intanto nel corso dell’indagine altre due persone muoiono in circostanze strane.
Attorno a questi misteri si snoda il giallo, omaggio dell’autrice a Mario Rigoni Stern, lo scrittore che a quei luoghi ha dedicato tante opere, sempre in prima linea nella salvaguardia dell’ambiente.
Maralfa presenta il libro a Asiago sabato, nella sala del consiglio comunale, in dialogo con Stefania Longhini (ore 17).
Seguiranno molte altre presentazioni tra Veneto e Trentino-Alto Adige.
Chicca Maralfa, perchè lei scrittrice pugliese ha deciso di ambientare il romanzo nel Veneto, ad Asiago?
«Sono arrivata ad Asiago la prima volta dieci anni fa da una cara amica e me ne sono innamorata. Ero lì con lo sguardo della turista, ma sono ripartita con lo sguardo dell’investigatrice tra i luoghi Grande Guerra, conquistata da emozioni, suggestioni, vicende storiche. Ogni parte di quel paesaggio mi ha segnata profondamente, ho interiorizzato il territorio. Così ho deciso di ambientare lì già due romanzi, non è stato facile, ha richiesto grande studio e ricerca storica».
Il protagonista commissario
Ravidà, un pugliese trasferito ad Asiago, è il suo alter ego?
«Ravidà si trova in Veneto per un rovescio del destino, ma poi si integra perfettamente. Mi rappresenta molto, ho scelto un alter ego maschile perché mi è più facile mettermi nei panni di un uomo. Ma c’è anche il fatto che sono cresciuta in una famiglia di magistrati, quindi ho sempre vissuto tra investigatori uomini, ne sono stata influenzata».
Il libro celebra molti luoghi cari a Mario Rigoni Stern, un tributo allo scrittore asiaghese?
«Rigoni Stern è il mio nume tutelare, ho studiato sulle sue opere, è stato la mia guida letteraria e spirituale, una presenza sempre al mio fianco quando scrivo. Il suo sguardo ambientalista, poi, è stato determinante. Con lui ho imparato la scrittura emotiva legata ai luoghi. Gli sono così legata, che ogni volta che arrivo ad Asiago la prima cosa che faccio è andare al cimitero, sulla sua tomba».
La denuncia ambientale è al centro della storia, l’indagine sulle falde inquinate si intreccia ai crimini della Mala del Brenta.
«Sono una giornalista, non mi interessa scrivere un giallo “guardia e ladri”, voglio dare uno spessore diverso, narrare il territorio, l’ambiente, ma fare anche riflettere, creare personaggi con introspezione psicologica e affrontare temi reali di cronaca».
Che messaggio vuole fare arrivare a lettori e lettrici attraverso questo romanzo?
«Vorrei lo leggessero soprattutto i giovani, per conoscere una guerra che è stata la madre di tutte le guerre. Al sud, ad esempio, non abbiamo assolutamente percezione di ciò che è accaduto nell’Altopiano di Asiago con la Grande Guerra. Fare arrivare la storia anche attraverso un giallo dalla trama coinvolgete, aiuta a diventare consapevoli di quanto accaduto, forma lo spirito critico. Mi piacerebbe che il mio libro riuscisse a parlare alle persone di quello che è accaduto sull’Altopiano di Asiago tra il 1915 e il 1918. Per non dimenticare».