Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Amadeus? Fubocciato L’agrarioeitrattori nongliinteressavano Orasiamofieridilui»
I ricordi dei prof veronesi delmattatore di Sanremo
Prima di Amadeus conduttore dei record, capace d’incollare al piccolo schermo oltre dieci milioni di italiani, c’è il ragazzo Amedeo Sebastiani, nato a Ravenna ma cresciuto a Verona, nel quartiere del Saval, che alle 8 di mattina, al suono della campanella, si sedeva dietro il banco dell’Istituto Agrario Stefani Bentegodi a Bovolino di Buttapietra.
Una pagina del suo passato che lui stesso ha ripercorso all’inizio del 74esimo Festival della canzone italiana: «Io ho fatto l’istituto agrario, mi hanno detto “vai a zappare la terra” e ho zappato davvero nella mia vita, e so anche guidare il trattore – le sue parole in conferenza stampa -. C’è gente che ha una difficoltà enorme e io sono a favore delle persone». Parole, certo, ma anche fatti, visto che stasera il direttore artistico di Sanremo potrebbe leggere un comunicato per dar corpo alla protesta degli agricoltori. Nei tratti di Amadeus portavoce dei diritti dei lavoratori, alcuni suoi ex insegnanti riconoscono quel ragazzo positivo, empatico e aggregante della terza fila. «È sempre stato un leader, anche in classe» è il ricordo di Anna Maria Leone, che è stata sua insegnante prima di dedicarsi alla politica: ex deputata, oggi è presidente del Movimento Cristiano Lavoratori della provincia di Verona. «Era vivacissimo – sorride Leone -, sapeva catalizzare l’attenzione ed era il collante della classe. Quando ebbi la cattedra all’istituto agrario di Bovolino, a metà Anni Settanta, volevo chiedere appena possibile il trasferimento per stare in città, ma alla fine mi sono trovata così bene con la classe di Amadeus e con tutti gli altri ragazzi, che quella domanda non la compilai più». Riguardo ai voti dello showman più in vista del momento, «non ricordo se fosse bravo nelle mie materie, italiano e storia – continua –, ma di sicuro si rilassava quando entravo in classe. Erano tutti così abituati a seguire lezioni molto tecniche, che con me tiravano un sospiro di sollievo». Tutti quelli che, anche per breve tempo, nel passato o nel presente, hanno avuto a che fare con Amadeus, al secolo Amedeo Umberto Rita Sebastiani, non possono fare a meno di dipingerne la giovialità, l’empatia, la tendenza a mettere tutti a proprio agio e di trainare le folle.
«Sono stato suo insegnante di zootecnia, materia che oggi è stata ribattezzata tecnologie delle produzioni animali, in terza e quarta superiore – ricorda il suo ex insegnante Aldo Buoni, 75 anni, di Isola della Scala (Verona) -. Era un ragazzo sveglio, ma ogni tanto saltava la scuola. Faceva già il deejay e si vedeva che non era poi così interessato alle spiegazioni, forse perché sapeva già che avrebbe voluto fare altro. Infatti in quarta fu bocciato e cambiò scuola, diplomandosi poi all’istituto tecnico per geometri Aleardo Aleardi » . Sono passati oltre quarant’anni da quando Amedeo 16enne t i rava fuor i l’astuccio dallo zaino, «eppure sembra ieri. Me lo ricordo nitidamente, perché aveva stoffa» continua il professor Buoni che, poco più di vent’anni fa, ha posato con lo showman in un servizio fotografico scattato per le riviste « Gente » e « Stop » proprio dentro l’Istituto Agrario Stefani Bentegodi. «Durante gli scatti, scherzavamo e io facevo finta di tirargli le orecchie» sorride il suo prof, prima di lasciar correre la mente a quegli anni. «Nel 1999 Amadeus conduceva un programma intitolato “La mia classe”, in cui invitava gli ex-compagni di personaggi famosi. Ricordo che un giorno mi chiamò il regista Carlo Freccero, perché voleva fare una sorpresa ad Amadeus durante l’ultima puntata: voleva ospitare me e qualche altro alunno di quell’epoca ma poi, non so perché, non se ne fece nulla. Ma ormai io e una delegazione di circa dieci compagni dell’agrario ci eravamo messi in testa che volevamo salutarlo e rimandammo la sorpresa all’anno dopo, andando a trovarlo in trasmissione a Domenica In. Nel 2003 mi chiamò nuovamente un regista per un altro programma televisivo, ma in quell’occasione non riuscii ad andare io. Adesso lo guardo a Sanremo e sono fiero di lui».
Aldo Buoni Faceva già il dee-jay e si vedeva che non era interessato, infatti in quarta è stato bocciato. Si è poi diplomato geometra
Era vivacissimo, sapeva catalizzare l’attenzione ed era il collante della classe. Con loromi sono trovata così bene che ho rinunciato al trasferimento in città