Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Nell’UslBericam­ancano 58medicidi­famiglia Ortopedia, iradeisind­aci

- Francesco Brun

Mancano medici di base e i pazienti «scoperti» si rivolgono al pronto soccorso. È l’allarme lanciato dalla Cgil durante l’incontro pubblico incentrato sulla crisi del sistema sanitario nell’Ovest Vicentino, ieri. Secondo i dati raccolti dal sindacato, sono 58 i medici di medicina generale che mancano nell’Usl 8, a fronte dei 276 presenti, 181 nel distretto Est e 95 nell’Ovest. Una carenza che, a detta della Cgil, potrebbe avere influito sugli accessi al pronto soccorso: sono stati circa 168.000 gl i ingre s s i nelle strutture dell’Usl 8 nel 2023, un + 3% rispetto al 2022 e il dato che fa riflettere è che il 42% è costituito da codici bianchi, mentre il 32% dai codici verdi. Una situazione che è ancora peggiore nell’Usl 7, dove nei circa 145.000 accessi il 66% sono stati codici bianchi e 10 codici verdi. Secondo i sindacalis­ti, una delle possibili letture è che su questi numeri possano incidere le difficoltà di accesso ad altri servizi sanitari di base, i quali dovrebbero essere forniti attraverso un forte potenziame­nto dei servizi di sanità territoria­le. «Si tratta di una situazione generalizz­ata - spiega Chiara Bonato, segretaria generale Spi Cgil Vicenza -. La carenza dei medici di famiglia è ormai struttural­e, e le persone tendono a presentars­i al pronto soccorso anche in situazioni non di emergenza, facendo sì che questi si intasino. Inoltre, corriamo il rischio di perdere la grande occasione rappresent­ata dal Pnrr, che era l’opportunit­à per creare una vera sanità del territorio: quello che ci ha mostrato il Covid è che senza un’assistenza territoria­le pubblica non ci sono soldi che tengano».

Tra gli argomenti discussi anche la decisione dell’Usl 8 di trasferire i ricoverati di Ortopedia da Valdagno ad Arzignano, il sabato e la domenica. Una novità che arriva dopo la disposizio­ne, di settembre, di chiudere il pronto soccorso ortopedico nel weekend, in seguito alla quale i sindaci erano saliti sulle barricate: erano stati sei i cittadini della Valle dell’Agno che allora si erano opposti alla decisione, disertando il Comitato del distretto Ovest dell’Usl e che ora tornano a fare sentire la loro voce. «L’Usl dice che si tratta di una scelta condivisa con i sindaci - le parole di Davide Dorantani, primo cittadino di Castelgomb­erto -: sono sconcertat­o, sono dichiarazi­oni gravissime, perché non c’è mai stata una condivisio­ne di questo progetto, al quale mi sono sempre opposto pur comprenden­do le difficoltà dell’azienda sanitaria». Gli fa eco il collega di Cornedo, Francesco Lanaro «Siamo di fronte all’ennesima riorganizz­azione dei servizi ospedalier­i. Il territorio è unico, devono essere precettati gli ortopedici in modo da assicurare un’omogeneità di prestazion­i: noi chiediamo un cambio di rotta netto, e che vengano garantiti i servizi essenziali per i quali lavoriamo giorno e notte».

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dell’Usl 8 Berica ha provocato la reazione dei sindaci di Cornedo e Castelgomb­erto

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