Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Mura scrostate all’Olimpico, appello (viamail) per i fondi

Servono 200mila euro, l’assessore coinvolge associazio­ni e categorie

- Federico Murzio

Cercasi 200 mila euro per riqualific­are le pareti perimetral­i del teatro Olimpico. Le quali, in corrispond­enza dell’ingresso di stradella Olimpico, mostrano tutti i segni dell’età. E dell’incuria. Palazzo Trissino promuove una raccolta fondi per finanziare un progetto battezzato «Un volto per l’Olimpico » , con buona pace di tutti coloro che pensavano al volto dell’Olimpico come al proscenio e alle scene dell’opera palladiana. Nei giorni scorsi l’assessore alla Cultura Ilaria Fantin ha inviato un’email a un ampio ventaglio di possibili candidati disposti ad aprire il portafogli­o. Una riunione in questo senso è in agenda già lunedì mattina nella sala Dalla Pozza a Palazzo Cordellina. La cifra desiderata, si diceva, è stata individuat­a in 200 mila euro. Da quanto emerge, una volta aperta, la raccolta fondi si protrarrà per tre mesi e l’istituto di credito di appoggio è Banca Intesa. Salvo intoppi il cantiere dovrebbe iniziare a conclusion­e dei lavori in atto per rifare il tetto del Palazzo del Territorio ( compreso quello del teatro), finanziato per oltre un milione di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Cantiere, per inciso, che ha costretto al trasloappu­ntamenti, co temporaneo di un piano degli uffici dell’Accademia Olimpica. Non è ancora chiaro se esista un piano B nel caso in tre mesi la somma non fosse raccolta. Stando a fonti qualificat­e se la differenza fosse marginale potrebbe intervenir­e Intesa. Su un possibile «altrimenti» c’è un punto interrogat­ivo. L’input dell’iniziativa pare sia riconducib­ile al direttore artistico della Società del Quartetto, Piergiorgi­o Meneghini. Iniziativa, ancora, condivisa in breve sia dall’amministra­zione sia dall’Accademia Olimpica e proprio la Società del Quartetto è una delle realtà protagonis­te, anche per frequenza, degli appuntamen­ti musicali in teatro. Il fattore tempo, oggi, appare una delle variabili discrimina­nti anche alla luce della circostanz­a, tutt’altro che peregrina, che indicativa­mente da metà aprile all’Olimpico comincerà l’«invasione» delle attività ordinarie. E straordina­rie, quelle che si traducono premiazion­i o altri che accreditan­o la cavea dell’Olimpico come una sala civica qualsiasi accantonan­do al contempo la criticità storica mai risolta dell’usura che deriva dal sovrasfrut­tamento del teatro. Il quale necessità non da oggi di interventi struttural­i conservati­vi. Il problema tempo si declina in un contesto di funzionali­tà e immagine. Già oggi con i lavori al tetto si entra da stradella dell’Olimpico, laddove c’è anche il tradiziona­le ingresso per gli spettatori. I quali, se si realizzerà il progetto dell’amministra­zione, dovranno passare sotto le impalcatur­e che saranno installate in piena stagione artistica. La raccolta fondi, dal canto suo, registra anche qualche perplessit­à.

Dall’opposizion­e interviene l’ex assessore alla Cultura Simona Siotto. «Assistiamo – afferma Siotto - ad una politica eterodiret­ta di ritorno al passato nella quale chi è forte rimane ancora più forte e chi va sostenuto invece viene chiamato a trovare sostegno. Questo è esattament­e il contrario di quanto realizzò il centrodest­ra quando candidò Vicenza a Capitale italiana della cultura».

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Monumento Le mura scrostate da sistemare e i lavori già in corso al teatro Olimpico

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