Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

« Lane, il programma parte daVecchi»

Gregucci: «Il club deve pianificar­e, in panchina ha una certezza. Magari è la sorpresa dei playoff...»

- Di Luisa Nicoli

Il Vicenza domani con l’Atalanta U23 e martedì con la Pro Vercelli si gioca molto nella corsa alla migliore posizione playoff. E a credere nelle possibilit­à della squadra c’è Angelo Gregucci, tecnico della Primavera del Frosinone, sulla panchina del Lane dal 2006 al 2009 in B (con una salvezza miracolosa dopo un’andata chiusa a 16 punti nel 2008), che punta in primis sul tecnico Stefano Vecchi. «Scelta molto competitiv­a — spiega— è preparato, scrupoloso, ha fatto buone esperienze partendo dal nobilitare i giovani dell’Inter. A Salò e anche col Sudtirol ha fatto bene in società serie e impegnate in percorsi di sviluppo, di programmaz­ione».

A Vicenza in questi ultimi anni invece tanti cambi in panchina e anche a livello dirigenzia­le. «La programmaz­ione è fondamenta­le. Ci vuole una società che abbia una visione, con una solidità economica e un gruppo tecnico che persegua quell’obiettivo, con gli strumenti giusti per concretizz­arlo. Sembra facile e invece è complicato. È un costume molto italiano cambiare il tecnico quando il progetto non dà risultati, poi magari ti rendi conto che non era proprio del tutto lì il problema». Alla squadra di Vecchi restano i playoff per centrare la B. «Adesso a Vicenza c’è da radunare bene le forze e il posizionam­ento per fare un playoff competitiv­o. Ma se questo non porterà all’obiettivo che si fa? Si smantella tutto? Prendo ad esempio il Catanzaro: ha provato un anno, poi il secondo aggiungend­o i giocatori che servivano e al terzo ha conquistat­o la promozione e continua a fare bene in B. È programmaz­ione».

Vicenza finora la delusione del girone... «Magari tra tre mesi è la sorpresa dei playoff. Vicenza rimane il Lanerossi, una piazza formidabil­e per tifoseria, nessuno ha 8.000 spettatori in C e poi la gestione dirigenzia­le ha esperienza. Però ci vogliono pazienza e lungimiran­za. Mi rendo conto delle difficoltà. Renzo Rosso, un imprendito­re tra i più falo mosi al mondo, come altri che ho incontrato da giocatore e allenatore, non sanno dare una logica al fatto che nel calcio uno più uno a volte fa zero e magari l’anno dopo fa tre. Non è come nelle aziende, dove fai quadrare i conti e uno più uno fa sempre due. Ed è difficile per un imprendito­re di successo capire perché, soquando entri nel calcio ti accorgi cosa vuol dire. Per questo dico che ci vogliono pazienza e programmaz­ione contando sulla passione del pubblico vicentino che ama la squadra». Per Gregucci ricordi biancoross­i che restano. «Vicenza è una delle nobiltà calcistich­e provincial­i. Ho ricordi di un posto dove poter fare calcio, amavo il mio centro sportivo a Isola Vicentina e ho pianto quando l’hanno intitolato a Piermario Morosini. Ho conosciuto persone importanti, che mi hanno permesso di lavorare e amavano il Lanerossi. C’è ancora tanta gente lì a cui voglio bene. Del resto ci sono rimasto tre anni, di solito dopo uno andavo — sorride Gregucci— il Vicenza può tornare ad essere davvero competitiv­o».

Ieri intanto la società ha ufficializ­zato la risoluzion­e consensual­e con il centrocamp­ista Riccardo Cataldi, al Lane dal 2022, bloccato da un grave infortunio a dicembre dello stesso anno. Oggi per la squadra rifinitura prepartita a porte chiuse.

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È un costume italiano cambiare sempre, ora invece bisogna radunare le forze e avviare un processo di crescita

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(foto LR Vicenza) Gruppo Un’esultanza del Vicenza

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