Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Vaacasasuapercolpirlaconl’acido, condannatoaunanno
La sentenza per un uomo di 79 anni: alla ex compagna diceva «sei una cosamia». Il difensore: ricorreremo
Avrebbe fatto vivere l’ex compagna in un vero e proprio inferno, piombando sotto casa sua con dell’acido muriatico in tasca e il coltello in mano e arrivando anche ad aggredirla fisicamente in un occasione.
Sono solamente alcune delle accuse che hanno portato il Tribunale di Vicenza a condannare a un anno di reclusione un settantanovenne residente a Cassola, rinviato a giudizio per atti persecutori. Una vicenda per cui l’uomo era già stato sottoposto agli arresti domiciliari, revocati lo scorso 13 luglio, e in seguito alla quale quest’ultima aveva addirittura accusato un malore, venendo portata in ospedale il 25 marzo dello scorso anno, tant’era l’ansia maturata per le azioni dell’imputato.
Secondo le ricostruzioni da parte della pubblica accusa, l’uomo non avrebbe accettato la fine della relazione amorosa, continuando a tempestare l’ex compagna di chiamate durante la notte. Inoltre, si sarebbe presentato diverse volte a casa sua, in un’occasione tenendo nella tasca una bottiglietta contenente dell’acido muriatico: al rifiuto di essere ricevuto, avrebbe danneggiato in varie occasioni la porta con un taglierino, un coltello e un cacciavite, mentre in un’altra circostanza l’avrebbe cosparsa di liquido infiammabile. Il 14 febbraio dello scorso anno, quindi, l’avrebbe colpita con due schiaffi al volto, dopo essersi recato nella sua abitazione per la sesta volta e in seguito al rifiuto della donna di riprendere la loro relazione. L’uomo le avrebbe riferito le parole «sei una cosa mia » mentre la seguiva in ogni suo spostamento, anche per svariati chilometri, come nel caso del 25 marzo 2023, quando la donna è andata a sporgere la denuncia ai carabinieri. Tra le frasi pronunciate «io non ti lascerò mai», «vengo qui quando voglio» «la prossima volta vi brucio tutti» e «se continui a venire qui ti mando i miei amici albanesi e ti distruggo tutto», quest’ultima rivolta a un amico della donna. Tutte accuse ritenute credibili dal giudice Alessia Russo, che giovedì ha giudicato l’uomo colpevole del reato a lui ascritto, disponendo una pena di un anno di reclusione. Dal canto suo, l’imputato sostiene che i fatti non si sarebbero svolti in questa maniera, presentando a sua volta una querela nei confronti dell’ex compagna. La sentenza, inoltre, sarà impugnata in appello, come conferma l’avvocato difensore Angelo Maiolino.