Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Arnie distrutte, mezzomilio­ne di apimorte «Vandali contro animali utili all’uomo»

Al parco dell’ex Baronio, Meridio: «È una zona di sbandati, saranno stati loro»

- Rebecca Luisetto

Nonostante l’ex istituto Baronio si trovi a Vicenza, in piena città, quello è un posto perfetto per produrre il miele di tiglio. Perché lì, tra l’erba del parco e il vecchio edificio scolastico, si trovano alcune piante secolari. Per questo Gerardo Meridio, presidente dell’associazio­ne regionale apicoltori del Veneto, aveva deciso di posizionar­e in quel luogo le sue 21 arnie. Quelle che ha trovato distrutte domenica mattina, scoprendo che circa mezzo milione di api sono state uccise. La denuncia, contro ignoti, verrà presto depositata in questura. «Da una settimana non andavo a controllar­le – afferma Meridio - e quando mi sono trovato di fronte a questa distruzion­e non ci potevo credere. Più di metà delle arnie erano rovesciate a terra, poco lontano un estintore ed un ceppo di legno. Strumenti che i responsabi­li penso abbiano usato per compiere i loro atti di vandalismo. In questi giorni all’interno di ogni arnia c’erano dalle 30.000 alle 50.000 api. Quindi ne sono

morte circa mezzo milione, uccise senza motivo». I vandali avrebbero agito attorno a venerdì. «Devono averlo fatto prima che iniziasse a piovere – afferma Meridio – perché la maggior parte delle api erano annegate, altre si trovavano invece schiacciat­e. Tante anche le regine morte. Si trattava comunque di una cosa recente, non più di un paio di

giorni». Una vicenda triste, che lascia un grande dispiacere. «Provo tanta amarezza, perché prendersel­a senzamotiv­o con degli animali che sono così utili all’uomo? – commenta il presidente all’associazio­ne apicoltori – Almeno posso dire che in questa drammatica storia sono stato testimone della forza incredibil­e delle api. Ieri mentre rimettevo in ordine le arnie, mi sono accorto che all’interno di un cumulo di api morte c’era una regina, ancora viva. L’hanno protetta. L’ho messa insieme a delle nuove api in un’altra arnia e ora sta bene». In quello stabile, una vecchia scuola riacquisit­a all’asta da una società, non ci sono telecamere che possano aver registrato la scena e Meridio non ha idea di chi possa essere stato: «Quella è una zona di sbandati – dice – non so chi possa aver realizzato un atto del genere. Sono persone che gravitano in quell’area, dove è sempre presente un alto tasso di degrado». Sull’atto di vandalismo è intervenut­o anche il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti: «Un gesto incommenta­bile, compiuto con intenziona­lità e violenza, con l’obiettivo di causare il maggior danno possibile: un danno economico oltre che ambientale, le cui conseguenz­e ricadono sull’intera collettivi­tà. Chi uccide le api si rende responsabi­le di un atto che minaccia la biodiversi­tà, che ci impoverisc­e tutti e che denota quindi una grande stupidità. A Gerardo Meridio esprimo la mia più viva solidariet­à, con l’auspicio che i vandali che hanno causato la morte delle sue api possano essere presto individuat­i». Ciambetti ha poi ricordato che non si tratta di un caso isolato. Basti pensare che negli ultimi mesi altri due episodi simili si sono verificati nell’Altopiano di Asiago e a Barbarano Mossano. In quest’ultimo caso l’apicoltore Alessandro Gardin, a fine dicembre, si era visto bruciare 40 arnie (circa 1 milione di api erano morte).

Ciambetti

Gesto compiuto con intenziona­lità e violenza con danni economici oltre che ambientali

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Danni Le arnie a terra al parco dell’ex Baronio. «Hanno agito venerdì»

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