Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Arnie distrutte, mezzomilione di apimorte «Vandali contro animali utili all’uomo»
Al parco dell’ex Baronio, Meridio: «È una zona di sbandati, saranno stati loro»
Nonostante l’ex istituto Baronio si trovi a Vicenza, in piena città, quello è un posto perfetto per produrre il miele di tiglio. Perché lì, tra l’erba del parco e il vecchio edificio scolastico, si trovano alcune piante secolari. Per questo Gerardo Meridio, presidente dell’associazione regionale apicoltori del Veneto, aveva deciso di posizionare in quel luogo le sue 21 arnie. Quelle che ha trovato distrutte domenica mattina, scoprendo che circa mezzo milione di api sono state uccise. La denuncia, contro ignoti, verrà presto depositata in questura. «Da una settimana non andavo a controllarle – afferma Meridio - e quando mi sono trovato di fronte a questa distruzione non ci potevo credere. Più di metà delle arnie erano rovesciate a terra, poco lontano un estintore ed un ceppo di legno. Strumenti che i responsabili penso abbiano usato per compiere i loro atti di vandalismo. In questi giorni all’interno di ogni arnia c’erano dalle 30.000 alle 50.000 api. Quindi ne sono
morte circa mezzo milione, uccise senza motivo». I vandali avrebbero agito attorno a venerdì. «Devono averlo fatto prima che iniziasse a piovere – afferma Meridio – perché la maggior parte delle api erano annegate, altre si trovavano invece schiacciate. Tante anche le regine morte. Si trattava comunque di una cosa recente, non più di un paio di
giorni». Una vicenda triste, che lascia un grande dispiacere. «Provo tanta amarezza, perché prendersela senzamotivo con degli animali che sono così utili all’uomo? – commenta il presidente all’associazione apicoltori – Almeno posso dire che in questa drammatica storia sono stato testimone della forza incredibile delle api. Ieri mentre rimettevo in ordine le arnie, mi sono accorto che all’interno di un cumulo di api morte c’era una regina, ancora viva. L’hanno protetta. L’ho messa insieme a delle nuove api in un’altra arnia e ora sta bene». In quello stabile, una vecchia scuola riacquisita all’asta da una società, non ci sono telecamere che possano aver registrato la scena e Meridio non ha idea di chi possa essere stato: «Quella è una zona di sbandati – dice – non so chi possa aver realizzato un atto del genere. Sono persone che gravitano in quell’area, dove è sempre presente un alto tasso di degrado». Sull’atto di vandalismo è intervenuto anche il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti: «Un gesto incommentabile, compiuto con intenzionalità e violenza, con l’obiettivo di causare il maggior danno possibile: un danno economico oltre che ambientale, le cui conseguenze ricadono sull’intera collettività. Chi uccide le api si rende responsabile di un atto che minaccia la biodiversità, che ci impoverisce tutti e che denota quindi una grande stupidità. A Gerardo Meridio esprimo la mia più viva solidarietà, con l’auspicio che i vandali che hanno causato la morte delle sue api possano essere presto individuati». Ciambetti ha poi ricordato che non si tratta di un caso isolato. Basti pensare che negli ultimi mesi altri due episodi simili si sono verificati nell’Altopiano di Asiago e a Barbarano Mossano. In quest’ultimo caso l’apicoltore Alessandro Gardin, a fine dicembre, si era visto bruciare 40 arnie (circa 1 milione di api erano morte).
Ciambetti
Gesto compiuto con intenzionalità e violenza con danni economici oltre che ambientali