Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Alpini, ottomila posti letto nelle palestre e nei campeggi
Ancheladiocesi «offre» spazi. AnaeComunefirmanolaconvenzione
Sarà un’adunata delle origini, un’adunata spartiacque. A 86 giorni dall’inizio del raduno nazionale delle penne nere in città, a 33 anni dalla prima e unica volta, c’è un punto fermo che forse supera per importanza tutto il resto. Forse perfino della convenzione firmata ieri, in realtà un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, che fissa i rispettivi obblighi tra organizzatori e città ospitante.
Sebastiano Favero è il presidente nazionale dell’Ana. Dice: «Vorrei che questa adunata segnasse un passaggio nel modo in cui noi vogliamo gestire le adunate che sono un momento di incontro e di condivisione tra gli alpini e la popolazione di Vicenza». Quindi «vorremmo che fosse così, togliendo il più possibile gli aspetti di elemento commerciale per diventare un elemento umano di contatto. Nei tre giorni mi auguro che il centro storico di Vicenza sia pieno di gente e di alpini, che cantano negli angoli della città, che si scambiano un sorriso». La scelta di raggruppare tutte le attività (leggi bancherelle) catalizzandole in due «villaggi commerciali» ancora da definire, una all’interno delle mura del centro storico l’altra più periferica, va nella direzione delle parole di Favero.
Nel frattempo, sotto il profilo organizzativo, Favero ha incontrato il vescovo Giuliano Brugnotto. Il risultato dell’incontro si è tradotto in una disponibilità della diocesi e delle parrocchie a fornire spazi di ospitalità per gli alpini in trasferta. Tra questi rientra anche il parcheggio dell’ex seminario, oggi Centro Onisto. Qui si potranno piantare tende ancorate con i picchetti a sacchi di sabbia. Emergono così i frutti della collaborazione tra Ana, o meglio la srl Adunata Vicenza 2024 che gestisce gli aspetti organizzati e finanziari, e Palazzo Trissino. Le 34 palestre che ospiteranno ciascuna tra le 40 e le 45 persone durante i giorni del raduno nazionale. Per voce di Maurizio Pinamonti, presidente di Adunata Vicenza 2024 srl, si apprende che «saranno circa 8 mila persone coloro che alloggeranno in città».
I numeri sono il passepartout alla base del cambiamento sull’approccio all’adunata definito da Favero. Un passepartout che affonda le radici nelle adunate all’incirca dagli anni Novanta a oggi, con un incremento significativo di partecipanti non-alpini attirati dal clima di festa e le conseguenti esagerazioni, con i cosiddetti trabiccoli e bancherelle che vendevano di tutto, simil-cappelli-alpini compresi. Un incremento, ancora, che è andato di pari passo per ragioni anagrafiche alla scomparsa della «vecchia scuola» tra gli alpini stessi.
E c’è chi all’interno del sodalizio alpino ha visto nelle contestazioni all’adunata di Trento nel 2018 (contro il presunto spirito guerrafondaio dell’Ana) e nel polverone di Rimini nel 2022 (le presunte molestie a donne e ragazze) i frutti della commercializzazione nazional-popolare. La quale attira complessivamente tra le 300 e le 400 mila persone. Insomma meno folklore più spirito fondativo. «Anche rispetto a quello che sta succedendo nel mondo – osserva Favero – vogliamo trasmettere un autentico spirito di amicizia, fratellanza, pace e solidarietà. La regola del rispetto la applichiamo su tutte le persone. Intendiamoci l’alpino che sbaglia sicuramente c’è ed è giusto che paghi. Ma le generalizzazioni fanno male a tutti». Intanto, da ciò che si apprende, c’è un dialogo tra Comune, Ana e questura per evitare interferenze. Con un occhio di riguardo ai centri sociali e l’altro a coloro che esagereranno.