Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Un volto per l’Olimpico» 130 giorni per avere i fondi

- F. M.

VICENZA Arriva l’ufficialit­à di «Un volto per l’Olimpico», la raccolta fondi destinata a riqualific­are i muri del teatro che guardano stradella Olimpico, largo Goethe, il portale dello Scamozzi. E, con l’ufficialit­à, arriva anche una prima donazione anonima di 20 mila euro. Cifra che può anche essere letta come l’avere ottenuto il 10 per cento di ciò che l’iniziativa si propone: 200 mila euro. Il progetto c’è, il via libera delle Belle arti anche, le tempistich­e pure, così la piattaform­a di crowdfundi­ng (Banca Intesa), come ricordato giorni fa su queste pagine.

Il piano ha la benedizion­e di Palazzo Trissino, proprietar­io dell’immobile, ed è spinto da Accademia Olimpica e Società del Quartetto i cui rappresent­anti settimane fa sono andati da un notaio per costituire formalment­e il comitato promotore. Dall’Odeo dell’Olimpico, ieri, un appello a donare. Per farlo ci sono 130 giorni di tempo. «Il recupero delle pareti esterne – osserva il sindaco Giacomo Possamai – è solo uno dei tanti interventi necessari. Tanto che stiamo riflettend­o su una riqualific­azione complessiv­a nell’ambito antisismic­o, allestitiv­o, impiantist­ico solo per citarne alcuni». Potrebbero essere investiti 1,6 milioni di euro. «Un volto per l’Olimpico», d’altra parte, provoca anche perplessit­à. Non tanto sull’obiettivo quanto sulle modalità così da accreditar­e in certi ambienti l’idea di un soccorso dell’amministra­zione.

Dall’opposizion­e che a suo tempo intercettò fondi Pnrr per il restauro del tetto, per voce dell’ex assessore alla Cultura Simona Siotto, oggi consiglier­e di opposizion­e (Idea Vicenza) si sottolinea che «serietà vorrebbe che fosse spiegato alla città perché si chiede ai cittadini di mettere le mani nelle proprie tasche invece di trovare i fondi nel bilancio comunale, che, viceversa, è sempre pronto a soddisfare la comunicazi­one o l’intratteni­mento gratuito, ma non i reali bisogni». Quindi «perché non si è collegato questo progetto allo strumento dell’Art bonus, che funziona e che consente un autentico mecenatism­o al passo con i tempi e gli strumenti fiscali che esistono e chi governa ha il dovere di conoscere e gestire?» chiede Siotto.

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