Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Più istruitema pagate poco «Almese 600 euro inmeno»

Solounadon­nasu5èdiri­gente. Lavoroedis­paritàcong­liuomini, studioCgil

- Francesco Brun

Nel Vicentino le donne guadagnano mediamente 600 euro in meno al mese rispetto agli uomini e, nonostante siano in genere più istruite, solo un quarto di loro ricopre incarichi dirigenzia­li. È quanto emerge dai dati della Cgil relativi all’occupazion­e nella provincia di Vicenza, divulgati ieri mattina a palazzo Bonin Longare in occasione del convegno «Equamente al lavoro - Azioni per cambiare prospettiv­a e costruire il futuro». Per quanto riguarda i dipendenti del settore privato, le donne segnano una forte presenza in alcuni settori specifici: l’84,8 per cento degli impiegati nella sanità e assistenza sociale, il 76,2 del settore istruzione e il 70,1 dei servizi. Inoltre, si registra una prevalenza di donne laureate tra gli occupati con il medesimo titolo di studio, oltre 56 su 100, e se si consideran­o gli occupati in generale quasi 30 donne su 100 sono laureate, contro una media di meno di 17 maschi. Nonostante questo, solamente il 27,9 per cento dei dirigenti è donna.

«A pesare sul gap retributiv­o non è solo la qualifica della lavoratric­e - spiega Francesco Peron, ricercator­e del centro studi Cgil Vicenza -, ma anche il fattore tempo, dove si evidenzia una distanza importante tra assunti: tra i lavoratori dipendenti gli uomini registrano quota 18,5 per cento di part time, mentre le donne 45,1. Le donne che lavorano 52 settimane sono molte meno rispetto agli uomini, parliamo di 52.860 unità, e questo deriva da tipologie di contratti e da fattori storicamen­te culturali». Secondo i dati raccolti, il totale delle donne occupate percepisce la metà degli uomini in provincia di Vicenza, con una media di 28.601 euro di retribuzio­ne base per i lavoratori dipendenti maschi e 17.987 euro le femmine: mediamente una donna riceve al giorno una retribuzio­ne di 49,28 euro, mentre un uomo 78,36. Per contrastar­e questo divario, tramite la legge regionale

3/2022 è stato istituito un registro delle imprese virtuose. «Questa norma sostiene l’occupazion­e femminile di qualità - spiega la consiglier­a di Parità della Provincia di Vicenza Francesca Lazzari -. Nonostante i dati occupazion­ali veneti siano migliori della media nazionale, le donne occupano maggiormen­te posti precari o flessibili. Si tratta di un progetto molto articolato, che vede istituita in Regione un registro delle imprese virtuose, che premia le aziende che seguono le direttive della legge».

Nel frattempo, la Quinta Commission­e del Comune di Vicenza sta attuando un piano per favorire il linguaggio inclusivo. «Grazie al lavoro svolto dalla consiglier­a Martina Corbetti assieme a un linguista - le parole della vicesindac­a con delega alle pari opportunit­à, Isabella Sala -, sono state prodotte delle linee guida che verranno rilasciate a breve. Oltre al genere, il linguaggio inclusivo riguarda anche altre categorie, partendo dal presuppost­o che le parole vengano utilizzate in modo denotativo e non connotativ­o».

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In un convegno a Palazzo Bonin Longare sono stati presentati i numeri vicentini relativi all’occupazion­e femminile e alla disparità con gli uomini in termini di busta paga, responsabi­lità e carriere. Il gap resta ancora pesantissi­mo
Analisi In un convegno a Palazzo Bonin Longare sono stati presentati i numeri vicentini relativi all’occupazion­e femminile e alla disparità con gli uomini in termini di busta paga, responsabi­lità e carriere. Il gap resta ancora pesantissi­mo

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