Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Cosìhocambiato l’UomoRagno»
Il fumettista venezianoMarco Checchetto disegnerà il nuovo Spider-Man: «È un uomo che non è stato ancora punto dall’insetto»
Oggi Marco Checchetto non è un disegnatore della Marvel Comics, ma « il » disegnatore della Marvel Comics. Al fumettista veneziano, quattro anni fa, il colosso di New York aveva affidato Daredevil dal numero 1 ed è stato capace di riportarlo ai fasti di Frank Miller. Ora la Marvel lo ha messo al lavoro sul personaggio più amato di sempre, l’Uomo Ragno, consegnando alla sua creatività il rilancio di Ultimate Spider-Man, su sceneggiatura di Jonathan Hickman. Nel primo numero, già un successo negli States e in uscita a marzo in Italia, Peter Parker è un uomodi 35 anni, con moglie e figli, ma senza superpoteri.
Che cosa è successo a Peter Parker?
«La storia offre una novità molto importante: Peter non è più il 15enne che viene morso dal ragno radioattivo ma diventerà Spider-Man solo a 35 anni. È una cosa che davvero cambia tutto, compreso il motto “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”: per un 16enne è una cosa profondamente differente che per un uomo di 35 anni. Jonathan Hickman sta proprio giocando su questo».
Una vera rivoluzione in casa dell’Uomo Ragno?
«È lo Spider-Man più diverso, nuovo e strano che sia mai stato realizzato, dà davvero una nuova svolta a tutti i personaggi, non solo a Peter ma anche ai comprimari».
Si è mai sei mai chiesto perché in Marvel quando devono rivoluzionare una serie importante squilla il suo cellulare?
L’UomoRagno è il suo personaggio preferito. Arrivare su «Ultimate Spider-Man» che cosa significa per lei?
«Ho iniziato a fare questo lavoro perché da bambino rimasi folgorato da SpiderMan. È stato pazzesco quando mi hanno dato la notizia, non solo avrei fatto una “run” su Spider-Man, ma avrei creato il “mio” Spider-Man. La Marvel mi ha affidato completamente la direzione artistica della serie; tutti i concept, le cover e quello che riguarda la parte visiva della serie sarà in mano
Cosa non molto comune da parte della Marvel…
«È vero, ma con gli ultimi quattro anni su Daredevil abbiamo portato la serie davvero in alto rispetto alla media precedente. Da parte di Marvel è un grande attestato di stima darmi una serie del genere».
«Ultimate Spider-Man #1» è uscito il 10 gennaio negli States. Che risposta c’è stata?
«Il primo numero è andato esaurito tre volte di seguito, facendone uno dei più grossi successi degli ultimi anni. Le aspettative erano alle stelle perché in questo momento non c’è troppo amore per lo Spider-Man a fumetti visto le ultime storie. L’attesa dell’uscita è stato il momento più stressante, ma ora sono tranquillo e so già che il numero 2 non abbasserà il livello».
Nel suo Spider-Man, Peter è sposato con Mary JaneWatson, ha due figli, May e Richard, e lavora al «Daily Bugle», però è comunque irrequieto. Che cosa gli manca?
«Peter è un giovane uomo che ha quello che sognava ma è triste perché sente che gli manca qualcosa: il fatto di non essere stato punto dal ragno radioattivo quando aveva 15 anni. Tutto questo per colpa di The Maker, Il Creatore, che ha interrotto le genesi di ogni supereroe. In questa serie Peter sceglie di diventare Spider-Man: la responsabilità è molto diversa».
L’età dei lettori si alza, è per questo che Peter Parker non è più un ragazzino?
« Ment re 20 anni f a i l 15enne Peter Parker parlava ai coetanei, oggi il 35enne Peter Parker parla ai 35enni. Per un lettore, e anche per un disegnatore, è davvero una cosa intrigante».
In Italia quando si potrà leggere il primo numero?
«L’uscita è fissata il 28 marzo… so che la Panini ha in serbo diverse edizioni variant e molte sorprese; sarà un bel lancio».
Che cosa la riempie più di orgoglio?
«Quando mi scrivono colleghi o artisti in erba dicendo che ho fatto venir loro voglia di disegnare. Era quello che succedeva a me quando leggevo un numero di Amazing di John Romita Jr. Niente mi fa più felice».
Lei è un numero uno in Marvel mentre suo fratello Massimo è un importante scenografo. Il gene della creatività fa parte della sua famiglia?
«Queste qualità vengono da mio padre che era un artista anche se con la nascita di mio fratello ha dovuto cedere a un lavoro normalissimo. Grazie a lui in casa ci sono sempre stati fumetti, quadri e arte. Mi portava alla Biennale ad ogni edizione: l’amore per le cose belle ce lo ha instillato lui. Sono poi molto orgoglioso di Massimo che è stato sempre un punto di riferimento per me. Quando ho iniziato a disegnare è stato lui a farmi crescere con il metodo di Sparta, mi faceva buttare via tutto e rifare i disegni mille volte».
Scelto dalla Marvel «Negli Stati Uniti Il primo numero è andato esaurito tre volte di seguito»