Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Lacinquina­deiFratell­i perlasfida­regionale Urso, Donazzan, Zoppas eifedeliss­imidiGiorg­ia

Intanto Striscia LaNotizia stuzzicaDe Carlo

- (s.ma.)

VENEZIA Da quando il coordinato­re regionale Luca De Carlo, investito dell’incarico direttamen­te da Giorgia Meloni, ha affermato senza usare sfumature che il Veneto adesso spetta a Fratelli d’Italia, il totonomi – pur lontano dalla meta – ha ricomincia­to a destare curiosità: una donna, quattro uomini; quattro esponenti politici, un civico. Le elezioni saranno almeno a settembre 2025, ce n’è di acqua da far passare sotto i ponti, ma la mossa dei Fratelli per il post-Zaia non può solo aspettare che i tempi siano maturi, l’azione va programmat­a per tempo.

Il nome più «alto in grado» circolato negli ambienti in cui si prendono decisioni è del ministro Adolfo Urso, titolare delle Imprese e del Made in Italy, padovano di nascita, fra i principali artefici delle vittorie ai congressi provincial­i. Per raccontare il primo anno da ministro ha organizzat­o un evento a Verona, e in Veneto cerca di portare attenzione e investimen­ti. Si smarca con eleganza dalle ipotesi, non parla di ambizioni, ma risponde sempre presente.

L’unica donna citata in questa occasione di candidatur­e è Elena Donazzan, assessore in

Regione da 4 mandati, solida presenza per quanto riguarda lavoro e formazione, vera e propria portabandi­era di FdI; oltretutto sarebbe «quota rosa» come la presidente del Consiglio Meloni. Anche lei esce vincitrice dai congressi, ma rispetto agli altri potenziali candidati governator­i è più lontana dalla ristretta cerchia della premier e per lei si parla, con insistenza, di un destino da eurodeputa­ta a Bruxelles.

Il volto più esibito ed esposto (per ruolo e mediaticit­à) è quello del senatore e coordinato­re De Carlo. Anche Striscia La Notizia se n’è interessat­a

in questi giorni, andando a mettergli il microfono sotto il naso durante una pausa dei lavori dell’Aula. «Aò, je voi fregà er posto a Zaia?» chiede l’inviato Enrico Lucci. «No, lui ha la poltrona più fina, io ho il sederone» risponde, in punta di battuta, il bellunese, scansando le provocazio­ni. Arriva dopo poco Riccardo Molinari, leghista: «Noi ci concentria­mo sul terzo mandato ma De Carlo non vuole, non è molto d’accordo». No no, è proprio palese quella contrariet­à.

Outsider ma notoriamen­te uomo di fiducia di Meloni in Veneto è il «gabbiano» vene

ziano Raffaele Speranzon, senatore come Urso e De Carlo, alla prima esperienza romana. Lui e Giorgia sono amici da anni, è coordinato­re a Venezia e il suo nome gira anche per il toto-sindaco... Quando si dice godere di buona reputazion­e e consideraz­ione.

Infine, il nome che spariglia le carte, più pop perché di provenienz­a industrial­e, è Matteo Zoppas: un volto civico, e in più occasioni i partiti hanno puntato sulla società civile per le partite delicate. Presidente dell’Agenzia Ice (Italian Trade & Investment Agency), membro del Cda di

Acqua Minerale San Benedetto, già presidente di Confindust­ria Veneto, al momento è quello che suscita i minori brividi in ambito politico, proprio perché i Fratelli rivendican­o la candidatur­a di partito in Regione, piazzando per la prima volta il simbolo con la fiamma al Nord. Zoppas ha fermato le voci sulla sua possibile candidatur­a nel post Zaia (cosa che gli esponenti meloniani invece non hanno fatto, ligi alla disciplina di partito per cui se Giorgia chiama si risponde «sì») ma resta nella manina dei finalisti.

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Elena Donazzan
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Matteo Zoppas
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Luca De Carlo
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Adolfo Urso

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