Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Terzomandato, Ligasullebarricate maSalvinitendelamanoaMeloni
Le parole di Bossi al Corriere rianimano gli oppositori del leader, in attesa dei risultati delle elezioni Europee MentreinVenetosialzanoitoni, ilministropredicapace. MurodiFdI: «Nonènelprogramma»
Cercano di muoversi compatti i leghisti veneti per far capire all’alleato ( rivale) Fratelli d’Italia che il Veneto è «incedibile». Non si molla sulla Regione simbolo, culla della Liga: non è merce di scambio. Ma poi a stemperare la rabbia e la foga che arrivano da Venezia sull’ostruzionismo di FdI al terzo mandato ci pensa Matteo Salvini, in diretta da Cagliari: «Non è sicuramente questo che farà litigare il centrodestra e non è questo che mi toglie il sonno». Un messaggio distensivo, dopo giorni di battaglia aperta, ma soprattutto un freno che ancora una volta apre uno squarcio fra Lega e Liga. «Se ne sta occupando il Parlamento e deciderà il Parlamento, ma non vedo perché mettere un limite a un bravo sindaco o governatore» aggiunge Salvini. Un colpo al cerchio, uno alla botte. Eppure, è il primo che lascia il segno. E viene ventilata addirittura l’idea che la proposta di emendamento sul terzo mandato consecutivo presentata da tre senatori del Carroccio possa (forse) essere ritirata. Come vorrebbero in FdI.
Il pacchetto del dl elezioni dovrebbe essere votato giovedì, le scintille volano già da giorni. C’è anche quello che il meloniano De Carlo ha già ribattezzato «emendamento su misura per Luca Zaia». Prima ci sarà un vertice di maggioranza tra i leader di FdI, Lega e Forza Italia: mercoledì Meloni, Salvini e Tajani saranno in Sardegna per la chiusura della campagna elettorale. Che sia quello il momento giusto per un confronto anche su altri temi non è escluso, ma potrebbe esserci a breve anche un passaggio in Consiglio
dei ministri.
Per tenere la «linea del Piave» il Carroccio va alla carica con l’ariete di sfondamento Roberto Marcato: «L’unica trattativa possibile è per la presidenza della Regione. Altre soluzioni, il Veneto non le accetterà mai, e chi non lo capisce non ha capito cos’è la Lega: il Veneto non è alternativo ad altri incarichi o ministeri. La nostra dirigenza veneta deve tenere il punto. Altrimenti, non ha motivo
di esistere». Parole temperate arrivano dal senatore Paolo Tosato: «Ci stiamo confrontando a livello di maggioranza. Ne sapremo di più martedì o mercoledì. Siamo consapevoli che è difficile che l’emendamento passi ma era giusto porre la questione nella sede più opportuna: il Parlamento». Lo dice anche De Carlo: «C’è una settimana di tempo» per mediare, «o andiamo alla conta in commissione senza timori».
E non dovesse passare? Terzo mandato o no la Lega, da Roma, senza il Veneto non deve tornare. «L’unica parola che risveglia i militanti è “andiamo da soli” - rimarca Marcato – le alleanze sono sempre state una forzatura». Meglio la corsa solitaria: Lega e Lista Zaia contro i Fratelli. Man forte a Marcato arriva dal capogruppo in Regione
Alberto Villanova: «È un emendamento che vogliono i veneti, aspettare Roma per dare loro la possibilità di decidere del proprio futuro fa venire l’orticaria. A questo punto è giusto andare al vedo in commissione e cadranno le maschere. FdI diceva che sarebbero stati gli incontri fra i partiti, dopo le Europee, a decidere. Invece già dicono che spetta a loro. Andiamo al vedo, prenderemo le contromisure». «Se dovessi scommettere, oggi, direi che le priorità sono scritte nel programma elettorale del centrodestra, e non c’è il terzo mandato» taglia corto il senatore FdI Raffaele Speranzon.
La differenza fra gli umori dei Fratelli e dei leghisti sta anche nella battaglia su cui si concentrano le attenzioni. Il Carroccio parla di regionali e di terzo mandato mentre FdI, fedele al calendario e forte dei consensi nei sondaggi, guarda alle sfide più vicine, divertendosi a stuzzicare gli alleati. «Noi consiglieri ci stiamo concentrando sulla riforma degli Ats e la legge sull’ambiente, personalmente il mio impegno è su questi temi, e da coordinatore a Padova lavoro su europee e comunali» marca il territorio Enoch Soranzo. Alla Lega, le europee, stanno passando attraverso come acqua fresca, forse per via degli ultimi sondaggi poco lusinghieri che spingono a investire le energie su quella ritenuta più fattibile.
Ed è qui che si innesta l’offensiva interna, quella dei «veci», dei «bossiani». Emerge dalle parole di Umberto Bossi, critico con la gestione del partito, e di altri storici militanti pronti a costituirsi movimento nel caso in cui, alle europee, la debacle sia quella che i più scettici già prevedono. Qualcuno potrebbe tornare alla carica per chiederne conto a Salvini stesso. Déjà vu: pareva che il non eccellente (eufemismo) risultato delle politiche 2022 dovesse già far saltare teste. Sembrava che dovesse venire giù il mondo. Invece tutto è rimasto e rimane com’è. Come la rincorsa al Veneto.
RobertoMarcato
Noi vogliamo la presidenza delVeneto altre soluzioni non le accetteremomai, e chi non lo capisce non ha capito cos’è la Lega. Altroché incarichi oministeri...
Matteo Salvini
Non è il terzomandato che farà litigare il centrodestra e non è questo che mi toglie il sonno. Se ne sta occupando e deciderà il Parlamento