Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Menoalunni, piùprof Cosìmiglioranoqualità erisultati, celochiedel’Ue»
Biolo (Cisl): trasformiamo un problema in opportunità
«Di fronte al calo inesorabile degli iscritti, si colga l’occasione per ripensare le classi, non per tagliarle, tutt’altro, ma per prevedere meno alunni e studenti e così migliorare la qualità dell’istruzione». Di fronte al sempre più allarmante calo demografico che il prossimo anno scolastico farà scendere gli iscritti dai 122 mila del 2023 a poco meno di 111 mila in tutta la regione, con una diminuzione allarmante alle medie (da 43 mila a 37 mila) e alle elementari (da 37 mila a 33.600), Sandro Biolo, segretaria generale di Cisl Scuola del Veneto, cerca di cogliere un lato positivo di una situazione, in realtà, drammatica e lo fa con una proposta a «beneficio della formazione».
Segretaria, il numero degli studenti cala sempre di più, ogni anni. E le famiglie temono che, come conseguenza, ci saranno sempre meno classi e che alcune scuole saranno chiuse.
«Non chiuderanno le scuole. Ma invece di ridimensionare le classi, questa perdita di studenti può diventare un’ottima occasione, invece, per diminuire il numero di alunni come d’altronde chiede l’Unione Europea all’Italia con l’obiettivo di migliorare i risultati scolastici. Perché quando ci sono 26-28 studenti è difficile seguirli tutti e dare loro la formazione che bisognerebbe garantire. Le cosiddette “classi pollaio”, lo abbiamo toccato con mano, non consentono al docente di lavorare come vorrebbe e dovrebbe».
Le dice che non chiuderanno le scuole, ma già si ventila l’ipotesi di accorpare e chiudere alcuni istituti.
«In realtà non dovrebbe accadere perché il Veneto ha già lavorato pesantemente, nell’ambito dell’autonomia scolastica, agli accorpamenti, Rispetto ad altre regioni ha iniziato
da tempo questo percorso. I plessi sono stati riuniti in istituti comprensivi, si sono tagliati i dirigenti e riorganizzate le amministrazioni. E con il prossimo anno scolastico saranno accorpati altri 32 istituti. Quindi gli spazi fisici, ossia le scuole, restano ma con sempre meno vertici a dirigerli. Le classi, va da sé, potranno essere meno. Ma, come dicevo, abbiamo di fronte un’opportunità che andrebbe assolutamente colta».
Il ministero potrebbe però, a fronte di un numero inferiore di iscritti, dotare il Veneto di meno docenti.
«Il ministro Giuseppe Valditara ha dichiarato che per il nuovo anno scolastico il personale resterà uguale. Ed è stato specificato che i tagli al corpo docente inizieranno dal 2027. Sono rassicurazioni date a parola, non messe nero su bianco. Non è detto che vedendo il numero totale degli iscritti le cose non cambino, non abbiamo cioè la certezza che non ci saranno riduzioni nella dotazione di insegnanti. La speranza però è che il ministero mantenga inalterato il corpo docente e si arrivi, appunto, a ridurre il numero di alunni e studenti per ciascuna classe: si tratta di un’esigenza primaria. Il ministro ha anche ribadito in più occasioni che ogni studente ha capacità da valorizzare. Verissimo, ma
avevamo riempito così tanto le nostre aule che non era possibile perseguire questo obiettivo».
Parla di indicazioni che arrivano direttamente da Bruxelles.
«Sì, la riduzione degli alunni per classe è un obiettivo anche di Next generation Eu sul fronte della formazione. E l’Italia è un passo indietro rispetto gli altri Paesi. Quanto meno lo è stata finora. E per questo dico ancora: cogliamo quest’occasione per intervenire in un miglioramento nell’organizzazione delle classi. Anche perché qui in Veneto, si è già fatto tanto per contenere costi e accorpare gli istituti».