Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Taxi bob, badili e gommoni da lì possono scendere tutti»
Mattia Gaspari: «La pista può essere usata tutto l’anno»
CORTINA Trent’anni, primo italiano a vincere una medaglia mondiale nella storia dello skeleton nel 2020, bellunese, Mattia Gaspari fa parte del progetto giovani della Fondazione Cortina, braccio operativo territoriale delle Olimpiadi 2026 per organizzare e gestire gli eventi sportivi in Ampezzo. Ma Cortina oggi è soprattutto la «casa» del tanto atteso quanto contestato Sliding Centre per bob, skeleton e slittino. «La popolarità di questi sport olimpici, non minori ma poco conosciuti, sta crescendo anche grazie alle Olimpiadi e la pista di Cortina
- afferma -. Raccolgono centinaia di appassionati. Negli anni Novanta il bob era molto seguito, poi è uscito dai canali tivù. Stiamo combattendo, con la Federazione internazionale, per avere più visibilità».
Gaspari, come si sta preparando Cortina?
« Sono già stati portati avanti tanti progetti, infrastrutture, strade, impianti, piste. Per non parlare del mondo privato: vedo molti cantieri a Cortina, hotel, case, l’interesse è palese. Si sente nell’aria, il fermento».
L’intervento più sensibile è
la pista. Gli ambientalisti contrari, il Cio che preferirebbe una pista esistente. Cosa pensa di questi dubbi?
«Magari sono di parte ma, e rispondo al Cio, a Cortina la pista esisteva già nei primi del Novecento, è stata chiusa nel 2007 e da lì i nostri sport hanno fatto fatica, non avendo più una casa. Pesa soprattutto per i giovani».
Non c’è solo il costo iniziale. Per le manutenzioni si parla di un milione all’anno. Ne vale la pena?
«I business plan di molte piste vanno in pari, la differenza sta in chi le gestisce: guadagna chi è bravo».
Che potenzialità commerciali e sportive ha?
«Molte. C’è chi offre il taxibob, un pilota davanti e dietro le persone che vogliono provare l’esperienza. C’è chi mette a disposizione dei “gommoni” da 8-10 persone, un po’ più lenti ma ti fanno vivere la discesa nel tubo ghiacciato. In Lettonia, ogni anno fanno le gare con i badili. E ci sono i mondiali di wok, come la pentola ma un po’ più grande. Si possono fare tante cose».
Solo la pista costa 80 milioni. Qualcuno dice che i praticanti sono meno di una quarantina
e spendiamo 2 milioni ad atleta…
«Non è vero, solo per bob e skeleton siamo più di quaranta, senza contare lo slittino. Ma diciamolo: senza piscine quanti nuotatori ci sarebbero? Anche le strutture determinano la passione e la diffusione di uno sport. Una pista di questa qualità può attirare persone e delegazioni tutto l’anno».
Anche dopo i Giochi?
«Eccome. Ci sono i circuiti di Coppa del mondo, ogni settimana facciamo una tappa diversa, girano 4-500 persone. Nei giorni scorsi, in Germania, eravamo 250 solo per gli allenamenti».
Il rischio è su tempi e soldi. Lei, è preoccupato?
«Se servisse ad accelerare i tempi, andrei anch’io a scavare. Ma ospitare un’Olimpiade in casa è un onore per Cortina, per la Nazione e per chi userà la pista. Sono fiducioso, andrà bene».
"Gaspari
Se servisse ad accelerare i tempi andrei anch’io a scavare. Ma ho fiducia e ospitare i Giochi sarà un onore