Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Anziani, riapreuncentrodiurno «Fondamentaleperlefamiglie»
ÈilBachelet aCa’Balbi. Intantosi attende ladecisione sulpresidente Ipab: Angonesepotrebbe restare sedarà risposte sulladismissionedegli immobili
Centri diurni socio sanitari per anziani Ipab-Ipark, riapre il Bachelet a Ca’ Balbi. Chiuso da quattro anni a causa della pandemia è la seconda struttura di questo tipo a tornare operativa dopo quella di Villa Rota Barbieri. A conti fatti rimane un altro centro diurno socio sanitario ancora chiuso, il Trento. Sul «ritorno» di quest’ultimo aleggiano punti interrogativi: non è stato semplice far tornare attiva Villa Rota Barbieri e il Bachelet, da quanto emerge, è stato riaperto superando i dubbi e le perplessità sia nell’Ipab e sia di Palazzo Trissino (fronte dirigenti). Per il Trento s’ipotizza almeno un altro anno o comunque se ne parlerà quando l’amministrazione comunale deciderà sul futuro di Ermanno Angonese, presidente di Ipab. Il mandato quinquennale del presidente e del Cda è scaduto da un mese e da Palazzo Trissino non emergono indicazioni. Ma indiscrezioni sì. E queste ultime vanno nella direzione che se Angonese porterà davanti al sindaco Giacomo Possamai un piano valido di dismissioni degli immobili cui il presidente sembra stia lavorando da tempo, allo stesso Angonese potrebbe essere concessa una proroga. L’apertura del Bachelet potrebbe essere una tessera del puzzle in questa delicata partita. Una riapertura, ancora, avvenuta dopo lunghe insistenze e moral suasion da parte dell’assessore al Sociale Matteo Tosetto che su questi «eventi» si gioca politicamente molto.
Il Bachelet, di diceva. La riapertura c’è ma c’è un problema già all’orizzonte. Si tratta dei trasporti. Tra un paio di mesi scadrà quella sorta di «copertura regionale» di un bando che di fatto garantisce il trasporto degli anziani nella struttura. Tanto che la retta che pagano gli attuali utenti non prevede la quota per questo servizio. In mancanza di altre soluzioni sarà in capo ai familiari degli ospiti provvedere al trasporto. Un altro punto interrogativo, dunque. Il quale si aggiunge a quello del consigliere Marco Zocca ( Forza Italia) che ricorda quando durante l’amministrazione di centrodestra la stessa procurò un paio di mezzi alla struttura assistenziale. In effetti il problema risorse, finanziarie e umane, è la spada di Damocle su Ipab e la sua srl Ipark. Lo era prima
Trasporti
È in scadenza la copertura regionale per i mezzi che portano gli anziani al centro
Il Trento
Dopo Villa Rota Barbieri e il Bachelet resta il centro del Trento che tornerà fra molti mesi
della pandemia, lo è stato durante, e l’onda lunga delle difficoltà a reperire personale bagna ancora le sponde dell’ente. La riapertura del Bachelet, avvenuta ieri con in prima fila l’assessore Tosetto, la direttrice di Ipab Annalisa Bergozza e l’amministratore unico di Ipark (e padrone di casa) Michele Pasqualetto, porterà entro l’estate, compatibilmente all’assunzione del personale competente, a occupare tutti i 30 posti. Ad oggi ci sono dieci anziani serviti da cinque persone. Il rapporto è uno a due. Tanto che tra Villa Rota Barbieri e il Bachelet sono impiegate 15 tra infermieri, operatori socio sanitari, un coordinatore e un’assistente sociale per entrambi i centri. Sotto il profilo dei costi, fanno sapere da Ipab-Ipark, un centro diurno socio sanitario costa a pieno regime 500 mila euro l’anno. Dice Tosetto: «È un servizio indispensabile per molte famiglie».