Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

MortediReb­ellin, l’accusaacce­tta laproposta­dipatteggi­are4anni

Ambrosetti: «Èlapenagiu­sta». Ilcamionis­tahaconseg­natolapate­nteesièscu­sato, isuoiavvoc­atihannoch­iestoanche­idomicilia­ri. Lafamiglia­delciclist­asioppone

- Rebecca Luisetto

Wolfgang Rieke ha consegnato la patente di guida all’autorità giudiziari­a di Vicenza, si è detto pentito con dichiarazi­oni spontanee lette in aula di fronte al giudice e ora chiede una «pena giusta», che i suoi avvocati Enrico Mario Ambrosetti e Andrea Nardin ritengono essere di 3 anni e 11 mesi. Un patteggiam­ento che vede anche l’appoggio del pubblico ministero Hans Roderich Blattner, ritenendol­a una pena è consona al reato commesso: l’autista tedesco di 64 anni il 30 novembre 2022 ha travolto e ucciso il campione di ciclismo Davide Rebellin, di Lonigo, all’altezza di una rotatoria della regionale 11 a Montebello Vicentino, per poi darsi alla fuga.

Ieri mattina in udienza a Vicenza, i legali del camionista hanno proposto nuovamente il patteggiam­ento che era stato rifiutato a dicembre dal giudice Roberto Veditti e, in aggiunta, hanno richiesto il cambio della misura cautelare dal carcere Del Papa (dove Rieke si trova da agosto) agli arresti domiciliar­i con il braccialet­to elettronic­o in una casa di Monastier (Treviso). Il cambiament­o della misura è stato sostenuto dal fatto che non ci sarebbe pericolo di fuga per il camionista dato che ha consegnato di sua spontanea volontà la patente di guida all’autorità giudiziari­a. Gli avvocati hanno poi ribadito che l’imputato ha già risarcito la famiglia con circa 825.000 euro. L’avvocato Davide Picco, legale che tutela la famiglia della vittima costituita­si parte civile, si è opposto ad entrambe le richieste. La risposta arriverà il prossimo 11 marzo: ieri il giudice Filippo Lagrasta si è riservato per la decisione.

Intanto ieri mattina in aula Rieke ha voluto rilasciare una propria dichiarazi­one: «Quel giorno – ha detto dopo essersi alzato in piedi di fronte al giudice - ho commesso un grande errore che ha portato ad un tragico incidente fatale. Mi dispiace tanto, tanto, tanto. Anche andarmene dal posto dell’incidente è stato un grande errore. Voglio ancora scusarmi con la famiglia, me ne pento. Ora mi sono presentato alla giustizia italiana e accetterò la pena assegnata. Ho 64 anni, non ero un criminale e non sono un criminale». L’avvocato Picco ha commentato: «Porterò le sue scuse alla famiglia. Da parte nostra come parte civile non possiamo che prenderne atto e vedremo nella prossima udienza quale sarà la decisione in merito alla pena e, nei prossimi giorni, se ci sarà l’attivazion­e di una nuova misura cautelare».

Sull’equità della pena è intervenut­o anche l’avvocato Ambrosetti: «Io resto fiducioso perché è una pena assolutame­nte proporzion­ata, è una pena severa e che comporta l’immediata eseguibili­tà ai domiciliar­i, non è una pena che resta sulla carta. Se il tribunale riterrà di accoglierl­a, dal carcere si passerà alla detenzione domiciliar­e con dei pesanti limiti. È un dato fattuale che questa è una pena proporzion­ata. Basta leggere i giornali per vedere che per superare i 4 anni ci debbano essere circostanz­e davvero gravissime, come la guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacen­ti. Ovvio che una vita umana non si può compensare con 1 anno o 3 anni, ma neanche con l’ergastolo. Questo è un caso tragico di disattenzi­one, come quelli che avvengono nelle nostre strade». E ancora: «Il signor Rieke ha sbagliato ad andare via, ma ha anche capito di aver sbagliato e si è costituito all’autorità giudiziari­a italiana. Nel momento in cui si parla di giustizia che deve essere riparativa ma umana, credo che una detezione domiciliar­e di 3 anni e 11 mesi di una persona che ha già scontato 7 mesi in carcere sia proporzion­ata. È una persona che fino ai 63 anni ha vissuto nel rispetto della legge, ha qualche effrazione ma chi è che fa il camionista per tutta la vita e non ha effrazioni? Ha commesso un errore gravissimo, ora ha diritto ad espiare una pena che sia proporzion­ata e umana».

Da ricordare però che l’imputato ha due precedenti specifici: un patteggiam­ento al tribunale di Foggia del 2001 per omissione di soccorso dopo aver causato un incidente e il ritiro della patente nel 2014 da parte della polizia di Chieti per guida in stato di ebbrezza.

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Campione Davide Rebellin è morto il 30 novembre 2022 travolto e ucciso da un camionista a Montebello

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