Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Senza un lavoro, soli o separati: una casa per uomini in difficoltà

L’iniziativa è di «Quartieri solidali», che già gestisce due strutture per le donne

- Raffaella Forin

Dopo due «case per le donne» in condizione di fragilità, la rete di volontaria­to « Quartieri solidali » ha aperto una «casa per uomini» in difficoltà. «Ospiterà padri separati che faticano a pagarsi un affitto o che hanno perso il lavoro, uomini soli, avanti con l’età e per questo esclusi dal mercato lavorativo», ha spiegato Lara Bosi, la referente del sodalizio cittadino di cui fa parte una decina di quartieri bassanesi, oltre ad associazio­ni come «Regalati un sorriso» e singoli volontari, che da qualche anno intercetta­no persone in situazioni difficili che stentano a chiedere aiuto, per pudore o vergogna. «Finora ci siamo occupati perlopiù di donne, madri: 15 quelle aiutate dando loro un alloggio al massimo per un anno, il tempo necessario per ricostruir­si una vita - continua la portavoce – Ora pensiamo agli uomini fragili. L’alloggio individuat­o ne potrà accogliere tre che sperimente­ranno una forma di convivenza. Abbiamo pensato anche ad impiegarli in attività, come l’orche ticoltura. Porteranno in tavola i loro prodotti e li distribuir­anno nelle due case delle donne, attraverso noi volontari, che a loro volta, in cambio, laveranno e stireranno i capi di vestiario dei maschi. Sarà insomma un sostegno reciproco».

Negli alloggi, che si trovano sul territorio comunale, la vita scorre all’insegna della condivisio­ne, ma secondo precise regole. A segnalare i casi a «Quartieri solidali» sono gli stessi cittadini, ma c’è anche un collegamen­to con i servizi territoria­li, da quelli comunali a Casa San Francesco passando per Casa Sichem.

Ci sono poi da organizzar­e le raccolte fondi per far fronte alle spese. È sempre animata la sede del gruppo che si trova in quartiere San Marco dove tutto è nato per poi sviluppars­i, complice anche l’incontro con Giovani Simone e la sua associazio­ne « Regalati un sorriso». «Incontriam­o esperienze di vita molto differenti, dal rifugiato all’anziano, dalla badante rimasta senza lavoro e senza casa al padre separato fatica a far quadrare i conti - racconta la coordinatr­ice – Coloro che non hanno la residenza, non possono accedere ad alcuni servizi».

Dignità, riservatez­za e rispetto sono le parole chiave dell’azione di volontaria­to che è supportata da donazioni effettuate da privati, aziende, gruppi, fondazioni. «C’è una Bassano sommersa che soffre – sottolinea ancora Lara Bosi – della quale spesso non ci accorgiamo. L’emergenza abitativa è il problema maggiormen­te sentito. Ci sono persone che dormono in auto o vivono in un piccolo, freddo garage. Non sempre si possono collocare a Casa San Francesco anche per una questione di spazi. Attraverso la rete di volontari nei quartieri ci vengono segnalati e noi cerchiamo di dare loro un rifugio sicuro, un tetto sotto il quale ripartire attraverso percorsi di temporanei­tà e di coabitazio­ne che hanno lo scopo di renderle autonome, restituend­o loro dignità».

Bosi/1

Ora pensiamo agli uomini fragili. L’alloggio individuat­o ne potrà accogliere tre

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C’è una Bassano sommersa che soffre della quale spesso non ci accorgiamo

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Volontari Il gruppo di «Quartieri solidali» con il sindaco Elena Pavan

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