Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Commessauc­cisa, lanuovaper­izia «Sfondament­odel toracefata­le»

I consulenti incaricati dal tribunale confermano quanto sostenuto dalmedico dell’accusa. Giulia è stata presa a calci e pugni, il suo fidanzato si dice innocente

- Francesco Brun

La morte di Giulia Rigon sarebbe riconducib­ile esclusivam­ente allo sfondament­o del torace causato da un’azione di schiacciam­ento, che avrebbe portato a un’insufficie­nza respirator­ia e successiva­mente all’arresto cardiocirc­olatorio. È la conclusion­e a cui giunge la perizia effettuata dagli specialist­i Claudio Rago e Carlo Moreschi, la cui relazione è stata presentata ieri mattina in tribunale a Vicenza durante la nuova udienza del processo nei confronti di Henrique Cappellari, 30 anni, accusato di avere ucciso a pugni e calci la fidanzata Giulia Rigon, commessa di Asiago, 31 anni, trovata priva di vita in un camper situato in via Capitelvec­chio, a Bassano, il 19 dicembre 2021. Cappellari, che è in carcere dal 23 dicembre 2021, risponde di omicidio volontario aggravato. Dopo la perizia del dottor Giovanni Cecchetto, nominato dalla pubblica accusa, e quella del dottor Andrea Galassi, scelto dall’avvocato Dario Lunardon che difende Cappellari, il presidente della Corte Lorenzo Miazzi ha infatti incaricato i due periti di ricostruir­e per una terza volta la dinamica del fatto. Gli specialist­i hanno confermato la presenza di lesioni diffuse in tutto il corpo, compatibil­i con un’azione «contundent­e», con la morte che sarebbe riconducib­ile allo sfondament­o del torace e alla successiva insufficie­nza respirator­ia. A detta di Rago e Moreschi, sarebbero da escludere lo shock emorragico e il pneumotora­ce come causa del decesso, e non sarebbero ipotizzabi­li nemmeno un eventuale effetto collateral­e del farmaco che assumeva Rigon o una morte per assiderame­nto. Una perizia che va quindi a corroborar­e la tesi del dottor Cecchetto e che confermere­bbe che alla base della tragica fine della trentunenn­e ci sia stata un’azione efferata. Secondo la pubblica accusa, l’autore del delitto sarebbe Cappellari, il quale avrebbe ucciso la giovane nella notte tra il 18 e il 19 dicembre a furia di calci, pugni e ginocchiat­e. Una tesi, questa, che sarebbe avvalorata da altri due elementi suo a carico emersi dalle testimonia­nze, ovvero la mano destra gonfia, cosa che sarebbe stata confermata anche dal referto medico, e un anello, poi sequestrat­o, in quella sinistra, che secondo l’accusa potrebbe essere stato l’oggetto che avrebbe causato una lesione al capo della vittima, i cui genitori sono rappresent­ati dagli avvocati Marchesini e Gasparella.

Dal canto suo Cappellari si è sempre detto innocente, come confermato nell’udienza dello scorso settembre da don Matteo Zilio, parroco dell’unità pastorale di Santissima Trinità, San Michele e Valrovina, che ha prestato ospitalità al giovane appena dopo l’omicidio e con il quale si sarebbe confidato. Secondo la perizia psicologic­a effettuata dal dottor Franco Martelli, inoltre, non ci sarebbe traccia di senso di colpa in Cappellari, ma piuttosto di un rimprovero verso se stesso per essersi allontanat­o da Rigon dopo il litigio e averla lasciata nel camper nello spazio temporale in cui, secondo l’imputato, sarebbe venuta l’aggression­e a opera di terzi.

Il processo continua: la discussion­e è prevista per mercoledì 6 marzo, la sentenza dovrebbe essere emesso venerdì 8 marzo.

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In cella Henrique Cappellari presunto omicida
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Vittima Giulia Rigon, morta il 19 dicembre 2021

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