Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Stefani: «Nonfinisce­qui Questioned­idemocrazi­a sirispetti­ilvotodelp­opolo»

- M.Za.

Alberto Stefani, sindaco, deputato, presidente della bicamerale sul federalism­o fiscale ma, soprattutt­o, segretario della Liga. La bocciatura dell’emendament­o sul terzo mandato in commission­e Affari costituzio­nali al Senato era ampiamente annunciata, perché non ritirarlo?

«Perché riconoscia­mo questa battaglia come una questione di principio, di democrazia e di rispetto del voto popolare. Garantire la possibilit­à ai cittadini di poter votare il proprio presidente di Regione per noi è sacrosanto».

È un capitolo chiuso?

«Questo è un dibattito che potrebbe continuare anche nei prossimi mesi perché è un argomento che non ha colore politico, è una questione di buon senso».

Lo riproporre­te già in aula? «No, l’esito sarebbe scontato in questa fase».

Dopo le Europee come dice Massimilia­no Fedriga?

«È più probabile. Ormai abbiamo posto il tema e crediamo di aver fatto qualcosa di buono per la democrazia e per il rispetto del voto popolare».

Pensa di rispolvera­re la sua proposta di legge depositata alla Camera?

«Quella proposta ha un po’ aperto la strada. Potrebbero essere altri emendament­i o proprio quella pdl, poco conta lo strumento, conta poter garantire la discussion­e sul punto».

Col senno di poi crede che il terzo mandato sia diventato

un provvedime­nto «salva Zaia»?

«Non c’è stata personaliz­zazione. E dato il caos nel Pd, a questo punto, invito i parlamenta­ri del Partito Democratic­o a sottoscriv­ere la mia proposta di legge alla Camera e riaprire la discussion­e».

Di fatto è stata la prima spaccatura vera all’interno del centrodest­ra, questo peserà sulle trattative in corso per le amministra­tive in Veneto?

«Questo voto nulla c’entra con dinamiche di maggioranz­a o di coalizione. In compenso ha sortito effetti positivi all’interno del nostro partito, soprattutt­o in Veneto».

Di fronte al nemico comune la Liga ha serrato i ranghi dopo la travagliat­a fase congressua­le?

«La compattezz­a del partito negli ultimi mesi è evidente. La Liga si è unita sul terzo mandato e su una presa di coscienza identitari­a su cui tutti ci siamo trovati d’accordo. L’entusiasmo è in crescita. Non mi pare ci siano state le uscite annunciate verso altre forze politiche, in compenso abbiamo acquisito 5 sindaci e 40 amministra­tori...».

Sta tenendo banco il piano B per un dopo Zaia: correre

da soli con una lista che porti il nome del presidente e con le civiche, una minaccia o un orizzonte concreto?

«Chi mi conosce sa quanto io lavori affinché la coalizione resti unita, detto questo, la Lega in Veneto può coagulare attorno a sé un consenso territoria­le di liste civiche che possono fare la differenza dal punto di vista del consenso».

Poniamo che si arrivi a scegliere per il dopo Zaia, un leghista, non si rischiereb­be una giunta balcanizza­ta dopo quelle quasi monocolore dell’era Zaia?

«Ci sono sempre state giunte variegate, quelle di Zaia sono state un’eccezione. Dimostrere­mo anche in quel caso capacità di governo».

Si parla di un testa a testa fra lei e Mario Conte, lei che governator­e sarebbe?

« Siamo nel campo della fantapolit­ica ma chiunque verrà dopo Luca Zaia non potrà che far tesoro della sulla lungimiran­te amministra­zione. Del resto, non saremmo qui a parlare di terzo mandato chiesto a gran voce dai veneti se così non fosse».

Ci sarà mai un segretario federale veneto?

«Per me ci sarà Matteo Salvini per molti decenni».

Il segretario veneto

Dato il caos tra i democratic­i, invito i loro parlamenta­ri a sottoscriv­ere lamia proposta di legge

 ?? ?? Generazion­i Da sinistra il presidente della Regione, Luca Zaia e Alberto Stefani, sindaco, deputato e segretario regionale della Lega
Generazion­i Da sinistra il presidente della Regione, Luca Zaia e Alberto Stefani, sindaco, deputato e segretario regionale della Lega

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