Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Bledaruccisodaun17enne «Sessoapagamento dietrol’agguatomortale»
Paderno del Grappa, il ragazzo tradito dalle tracce di sangue
Dietro all’omicidio di Bledar Dedja, il 39enne albanese ucciso a coltellate il 20 gennaio e ritrovato da un amico la mattina seguente in un boschetto appartato in via dei Carpini a Paderno del Grappa, spunterebbe l’ombra della prostituzione minorile. Sarebbe questo il contesto in cui è maturato l’assassinio dell’uomo, ucciso con almeno 20 pugnalate di cui una, quella mortale, è stata sferrata da dietro perforandogli un polmone e provocando una vasta emorragia.
Per quei fatti ieri mattina sono scattate le manette ai polsi di un ragazzo italiano di 17 anni, insospettabile, residente nel comune di Pieve del Grappa. Il fermo è stato operato dal Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Treviso su disposizione del pubblico ministero della Procura minorile di Venezia Giovanni Parolin, che ha aperto un fascicolo a carico del giovane per omicidio volontario. Il 17enne, che è difeso dall’avvocato Elisa Berton, si trova adesso in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Nei giorni scorsi la Procura aveva fissato degli accertamenti tecnici irripetibili su alcune impronte digitali trovate sui vestiti, sul corpo e probabilmente anche su alcuni oggetti personali che si trovavano dentro alla Mercedes Classe B che apparteneva alla vittima, in particolare il portafogli da cui comunque non sarebbe stato rubato contante.
Quegli esami però sono stati procrastinati perché, secondo il pubblico ministero Barbara Sabattini, non sarebbero stati più stati urgenti ai fini delle indagini. Il cerchio intorno al presunto responsabile si stava insomma già stringendo. A incastrare definitivamente il ragazzo, che nel corso dell’aggressione si sarebbe ferito ad una mano perdendo sangue sul luogo del delitto, ci sarebbe l’analisi del secondo cellulare utilizzato da Bledar per quella che, secondo le ipotesi della procura di Treviso, sarebbe stata una vera e propria «seconda vita». L’uomo, sposato e con due figli piccoli, sarebbe stato solito incontrare sia donne che giobassata vani uomini, per incontri di tipo sessuale. Nel cellulare, gli inquirenti hanno trovato elementi che rappresenterebbero una prova dei contatti tra Bledar e il sospettato. I due infatti si sarebbero dati appuntamento proprio il giorno dell’omicidio.
Il ragazzo, dopo aver colpito a morte il 39enne - ritrovato a un centinaio di metri dalla sua vettura con i pantaloni calati e la biancheria intima ab- si sarebbe disfatto delle chiavi della macchina (trovata chiusa) così come del coltello con un lama lunga almeno 20 centimetri utilizzato come arma del delitto. Si sarebbe anche liberato di alcuni capi di abbigliamento che indossava, che probabilmente si erano sporcati di sangue.
Il primo incontro tra il 17enne e il 39enne sarebbe avvenuto circa un anno fa nel luogo di lavoro di Bledar durante un periodo di alternanza scuola-lavoro. In quel periodo l’uomo avrebbe agganciato il ragazzino e l’avrebbe convinto ad avviare una relazione sessuale in cambio di soldi. Una delle ipotesi su cui si sta lavorando la procura sarebbe quella secondo cui il 17enne avrebbe voluto interrompere quel rapporto ma Bledar, molto conosciuto fra i giovanissimi della zona che avrebbe anche frequentato assiduamente, avrebbe rifiutato tentando anche di ricattarlo. Per questo il giovane si sarebbe presentato all’appuntamento con un coltello e avrebbe fatto intendere all’albanese di non essere disponibile all’ennesimo rapporto.
Dalla lite sarebbe scaturito lo scontro fisico come si evincerebbe dai molti colpi superficiali che hanno raggiunto la vittima e dalle ferite alle mani, segno che Bledar ha cercato di difendersi. A quel punto, secondo la ricostruzione della procura, l’albanese è uscito dalla macchina dove è stato raggiunto e pugnalato alle spalle. Alla fine il 17enne avrebbe lasciato il luogo del delitto a piedi, immortalato però da una telecamere di video sorveglianza che si trova posizionata lungo la strada principale.
In carcere
Il minorenne arrestato per omicidio. Le frequentazioni tra i due duravano da un anno
La prova
Il giovanissimo, ferito a una mano, incastrato anche dall’analisi del cellulare della vittima